L’arrivo in sala di un nuovo capitolo di una saga slasher è sempre motivo di gioia per un vero amico dell’horror. Ci sono poi saghe da cui ci aspettiamo sempre qualcosa in più rispetto ad una buona dose di sangue sparso e a un bodycount di omicidi perfettamente coreografati. Una di queste saghe è sicuramente quella di Scream che, oltre a rileggere la figura del killer seriale in modo assolutamente contemporaneo [facendogli perdere i caratteri di unicità e infallibilità], ha rappresentato fin dall’inizio un ragionamento lucido, tagliente e ironico dell’horror su sé stesso, fatto dal creatore Kevin Williamson e dal regista Wes Craven, che di slasher ne sapeva più di qualcosa essendo il papà di un’altra serie culto [Nightmare on Elm Street].
Con le sue “regole per sopravvivere in un film horror”, Scream ha giocato in modo intelligente e postmoderno a svelare i meccanismi stessi di un film dell’orrore, creando una rete di collegamenti e citazioni meta-cinematografici che, di capitolo in capitolo. pur con qualche passo falso, andavano a ingrandire e a stravolgere molle e congegni di un sequel, di un remake, arrivando lo scorso anno al requel, un film a metà strada tra il reboot e un seguito.
Il requel in questione, con l’introduzione di una nuova generazione di aspiranti sopravvissuti e di assassini, raccolse con brio l’eredità di Craven, dimostrandosi in breve tempo un buon successo commerciale, tanto da spingere Paramount Pictures a confermare subito un ennesimo nuovo capitolo della saga di Ghostface.
Dopo quelle del sequel infatti, le regole da riconoscere, sottolineare e stravolgere sono proprio quelle di una saga. Le più importanti ve le citiamo a memoria: “esagerare ogni cosa che finora aveva funzionato” e “mettere in reale pericolo di vita qualsiasi personaggio, anche quelli storici ritirati in mezzo per stuzzicare la nostalgia dello spettatore della prima ora”.
Come succedeva in Scream 2, ci ritroviamo a un anno preciso dai fatti raccontati nel film precedente. Scream VI innanzitutto riprende la numerazione cronologica della saga totale interrotta nel capitolo precedente e per la prima volta usando un numero romano racchiuso graficamente nella M del titolo. Cosa da nulla forse, ma che rafforza proprio il discorso della saga [e della “saga nella saga”, visto che giochiamo sempre nel campo del meta-cinema].
Dopo essere sopravvissuti alla furia omicida di Ghostface, le sorella Carpenter [Sam e Tara] e i gemelli Chad e Mindy Meeks hanno lasciato Woodsboro, per tentare di farsi una nuova vita a New York. Il male mascherato, però, sembra non accettare di essere stato lasciato alle spalle e torna a bussare alla porta dei giovani, in trasferta nella città che non dorme mai.
Un giro nella Grande Mela già tentato da Jason Voorhees in Venerdì 13 parte VIII – Incubo a Manhattan [film omaggiato in una delle sequenze iniziali, tra l’altro], che sarebbe stata una buonissima freccia nell’arco di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett, alla regia, ma che in verità si traduce in un inspiegabile “vorrei ma non posso”, perché quello che di certo manca in questo sesto capitolo è proprio New York. Una location fantasma solo di tanto in tanto invocata, ma poi del tutto soppiantata da sequenze in interni che, escluse forse la buona sequenza in metropolitana durante la notte di Halloween e un rapido e violento passaggio all’interno di un minimarket h24, avrebbero potuto trovarsi ovunque.
Registi e sceneggiatori [James Vanderbilt e Guy Busick] tengono molto di più alle regole che vi abbiamo citato poco sopra. Vogliono costruire un castello sempre più grande e poi far esplodere tutto, gonfiare aspettative e sovvertirle. Il gioco, è chiaro, e allo stesso tempo molto divertente – anche per chi guarda – ma decisamente pericoloso, e all’interno delle due ore di film, dopo un primo atto costruito in modo solido e riuscito, si corre verso una chiusa dove tutti i crescendo non possono che portare a qualche strascico un po’ troppo pasticciato, con toni tenuti volutamente sopra le righe che forse smorzano un po’ troppo la tensione costruita in precedenza con un’ironia arrogante e non sempre del tutto riconosciuto o almeno ben gestita, causa primaria del mezzo Skeletor in meno nella scheda.
Per il resto, gli amanti dalla saga e dell’horror troveranno pane per i loro denti, con omicidi all’arma bianca spietati, combattimenti, citazionismo esagerato [viene tirato in mezzo anche il nostro Dario Argento], una location finale che è l’apoteosi del gioco meta-cinematografico dell’intero Scream e un nuovo gruppo di protagonisti che si fa sempre più definito e a cui è facile affezionarsi. E ovviamente c’è tutto un ragionamento sociale che si focalizza sul morboso appassionarsi a vicende di cronaca nera che è la fortuna di tutta una serie di format TV, quelli sì davvero da incubo!
Da non sottovalutare il discorso, nemmeno troppo sottotesto, fatto sul feticcio “maschera”: il nuovo Ghostface ne indossa una sporca e usurata, che mostra i segni del passare del tempo [un po’ come il Michael Myer di Rob Zombie], traduzione grafica di una lotta dicotomica tra nuovo e vecchio, che ingloba anche le fazioni di pubblico oltre, ovviamente, ai personaggi protagonisti.
Luca Ruocco
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SCREAM VI
Regia: Matt Bettinelli-Olpin, Tyler Gillett
Con: Courteney Cox, Melissa Barrera, Jenna Ortega, Hayden Panettiere, Jasmin Savoy Brown Mason Gooding
Uscita in sala in Italia: giovedì 9 marzo 2023
Sceneggiatura: James Vanderbilt, Guy Busick
Produzione: Paramount Pictures, Spyglass Entertainment Group, Radio Silence Productions, Project X Entertainment, Outerbanks Entertainment
Distribuzione: Eagle Pictures, Paramount Pictures
Anno: 2023
Durata: 122’