Sergio Bonelli Editore ha da poco riportato in libreria e fumetteria una raccolta brossurata di tre fra gli Speciali più amati della storia dell’Indagatore dell’Incubo.
Se la collana annuale ci ha negli ultimi tempi abituati a punte d’eccellenza firmate in sceneggiature da Alessandro Bilotta, con le rilettura della storia di Dylan Dog fatta attraverso la lente distorta della saga de Il Pianeta dei Morti fino a tre anni fa, e poi con altre due storie malinconiche e strazianti sempre in qualche modo legate a momenti topici dell’evoluzione dell’inquilino di Craven Road, tornando indietro nel tempo lo Speciale era un modo per portare Dylan Dog fisicamente e psicologicamente fuori dal suo appartamento e dalla sua Londra, per fargli vivere avventure fuori dall’ordinario. Sempre che di ordinario si possa parlare nella sua quotidianità e nel suo lavoro. Si puntava comunque a qualcosa costruito in crescendo: più spaventoso, più splatter, più bizzarro e coinvolgente.
Nelle oltre 400 pagine del volume Dylan Dog – Sogni sono raccolte tre di queste avventure: La casa degli uomini perduti [di Tiziano Sclavi e Giampiero Casertano, pubblicata per la prima volta nel 1991], Sette anime dannate [di Sclavi e Corrado Roi, del 1992, questo fu il primo speciale a uscire in edicola con un grouchino allegato] e quella che da copertina e titolo alla raccolta, Sogni [di Sclavi e Giovanni Freghieri, del 1993].
Si tratta di tre storie da incubo, magistralmente scritte e disegnate. Tre Speciali che appartengono alla Storia con le “S” [di speciale e di storia] maiuscole del mondo dylaniato e che a distanza di trent’anni riescono ancora ad essere godibili, moderne e spaventose.
Tra queste la prima, La casa degli uomini perduti, è per chi scrive un esempio luccicante di come la scrittura di Sclavi sia riuscita a creare un personaggio che riesce a instaurare fortissimi legami empatici con il lettore, anche quando è calato in situazioni paradossali e assurde. Le atmosfere da casa stregata da ghost story e da indagine paranormale e le ossessioni e le paranoie che ne derivano e che allargano l’ambiente spaventoso all’intera cittadina dove l’avventura è ambientata sono frecce che vengono scagliate in mille direzioni, frenetiche ma precise. Frecce che arrivano a toccare anche titoli e ispirazioni apparentemente lontanissime, creando uno spaventoso L’inquilino del terzo piano in versione villa stregata e ad essere prova della lucida e straordinaria abilità dello sceneggiatore di giocare con stilemi e rimandi per creare qualcosa di assolutamente nuovo e sorprendente – quello che sarà definito il suo stile post-moderno – capace di stravolgere anche solo per un momento la realtà fuori dall’albo, distorcendo la percezione della verità percepita dall’indagatore fra le pagine.
L’arrivo, la permanenza, le debolezze, le prove e i tentativi di abbandono di Dylan, arrivato nella spettrale casa Velasco per indagare sulla scomparsa del precedente inquilino, sono tasselli di una trasformazione psicologica e fisica che riusciamo a sentire sulla pelle, a cui riusciamo a partecipare, anche grazie alle tavole di Casertano, come sempre davvero in splendida sintonia con la sceneggiatura di Sclavi. E il fatto che la storia apra nella chiusa la possibilità di una sorta di realtà parallela che include anche il protagonista della serie è solo un’ulteriore dimostrazione della potenza di quelle storie “sgangherate e sgangherabili” – come le definiva squisitamente Eco – che potrebbero rappresentare ogni volta un unicum, un evento a sé stante e non replicabile all’interno del quale Dylan Dog non può vantare certezze né sicurezze, ancora una volta condividendo la sorte della lettrice o del lettore dall’altra parte dell’albo.
La seconda storia, Sette anime dannate con un gotico Roi alle matite, è una versione spaventosa e dark di Dieci piccoli negretti di Agatha Christie. Ancora una volta l’ispirazione da il La, ma poi la materia narrativa prende la via che solo la penna di Sclavi riesce a darle. Ancora una casa fuori dalla realtà, stavolta Xanador, dove l’Indagatore dell’Incubo arriva attirato da un anticipo di 10000 sterline e si trova bloccato all’interno di un macabro bodycount assieme ad altre sei persone [anime] personificazione di uno dei sette peccati capitali. Le morti, tutte violente e perfettamente orchestrate, sono allo stesso tempo splatter e oniriche [alcune costituiscono altre strizzate d’occhio citazioniste sclaviane] e c’è un uso di pupazzi e marionette, personaggi già usati e visti in ambito horror, che qui trovano una collocazione e una funzione sorprendente anche oggi che parliamo quotidianamente di robot e di Intelligenza Artificiale.
Sogni, disegnato da un Freghieri delicato e poetico, rimanda a It di King, ma non ne vuole emulare l’epicità né rubarne la metafora orrorifica del passaggio all’età adulta. Quello che balza all’interno della sceneggiatura di Sclavi è l’ombra di una creatura che può agire sulle paure di un gruppo di persone apparentemente solido e forte. Ma qui la creatura è originata proprio da un inconscio comune, è evocato da un sogno di gruppo che Dylan e i suoi compagni sono portati a vivere [e a creare], all’interno di un esperimento guidato dall’eccentrico milionario Lord Wells. Non una casa, stavolta, ma un laboratorio da cui prende vita un luogo/non luogo che diventa un paese labirintico; la ragnatela di case e vicoli dove il mostro aracnoide tenterà di trasformare l’incubo in realtà e viceversa.
Per i dylaniati è un’occasione per rimettere mano a tre storie che di sicuro fanno parte di quello che è il bagaglio culturale condiviso di una generazione di amanti del fumetto e dell’horror, per i nuovi arrivati e i più giovani tre storie da non perdere per nessuna ragiona al mondo.
Il volume è arricchito dai redazionali di Franco Busatta e Guglielmo Maggioni.
Luca Ruocco
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Autore: Tiziano Sclavi, Giampiero Casertano, Corrado Roi, Giovanni Freghieri
Editore: Sergio Bonelli Editore [www.sergiobonelli.it]
Pagine: 416
Illustrazioni/Foto: Sì
Costo: 17,00 euro