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UN ANGELO PER SATANA di Camillo Mastrocinque

angelopersatana1Barbara Steele [La maschera del demonio di Mario Bava, 1960; Il pozzo e il pendolo di R. Corman, 1961; I lunghi capelli della morte di Margheriti, 1964; L’armata Brancaleone di Monicelli, 1966] è l’icona del cinema gotico, per il quale ha interpretato numerosissimi ruoli, spesso legati a personaggi ambigui, dominati da forze esterne che ne compromettono la bonarietà del carattere.

È il caso di Un angelo per Satana, 1966, secondo film horror, dopo La cripta e l’incubo, 1964, di Camillo Mastrocinque, che, regista e sceneggiatore di indimenticabili commedie, molte delle quali recitate da Totò e Peppino De Filippo [Siamo uomini o caporali? 1955; Totò, Peppino e …la Malafemmena, 1956; La banda degli onesti, 1956; Totòtruffa 62, 1961], si è calato anche nelle atmosfere horror, ottenendo ottimi risultati.

Ispirato ad un racconto di Luigi Emmanuele, Un angelo per Satana si veste di una fotografia davvero affascinante, firmata da Giuseppe Aquari, supportata da una meravigliosa ambientazione scenografica, curata da Alberto Boccianti e Giuseppe Ranieri, oltre che di una sceneggiatura lineare e accattivante, merito della collaborazione tra Mastrocinque e Giuseppe Mangione [In nome della legge, di Pietro Germi, 1949; I fuorilegge, 1950, di Aldo Vergano].

angelopersatana3Terminato il lungo percorso collegiale, la contessa Harriet [Barbara Steele], orfana di entrambi i genitori sin dalla tenera età, torna ad abitare nel lussuoso castello di famiglia, sinora mandato avanti dallo zio, il conte di Montebruno [Claudio Gora], affidatario di Harriet. Egli, in gran segreto, ha una relazione con Illa, la governante [Marina Berti], una donna molto severa ed introversa.

In vista dell’arrivo della nipote dall’Inghilterra, il conte decide di recuperare dal lago una scultura commissionata da una antenata di Harriet,  Maddalena di Borgogna, che la ritrae. La scultura fu però contaminata dagli influssi negativi di Belinda, una donna malefica, invidiosa della bellezza di Maddalena. In preda alla rabbia, Belinda si aggrappò alla statua, collocata sul terrazzo del castello, di fronte al mare, ingiuriandola. D’un tratto la scultura si staccò dalla base, e cadde in mare insieme alla donna malvagia.

Da allora le sciagure, fino a quel momento avvenute, ebbero fine, ma ora, con il recupero della statua dal mare, ecco che le disgrazie ricominciano.

Colui che dovrà occuparsi del restauro della dell’opera è Roberto Merigi, scultore affermato [Antohny Steffen, pseudonimo di Antonio De Teffè], da subito attratto dalla bellezza di Harriet, da cui è ricambiato. È ora che ha inizio il dramma. Harriet, infatti, è vittima dell’ira di Belinda, che si impossessa del suo corpo e della sua anima per mettere in pratica i suoi crimini: prima su tre barcaioli, affondati in mare, poi  Roberto, che viene rifiutato violentemente da Harriet, poi il maestro elementare Dario [Vassili Karis], fidanzato della bella cameriera Rita [Ursula Davis]. Ma la lista delle vittime è ancora lunga: due povere lavandaie vengono violentate e uccise dal giardiniere del castello, con gravi problemi psichici [Aldo Berti], sedotto e persuaso da Harriet in uno dei momenti di perdita di lucità, e infine  Carlo [Mario Brega], un contadino, che , stregato dalla bellezza  di Hariet/Belinda, arriverà a sterminare la sua famiglia. Tutti puntano il dito contro Harriet, ma solo grazie all’astuzia di Roberto, si scoprirà chi è il vero colpevole.

Un angelo per Satana è un film che osa, provoca e intrattiene.

angelopersatana5Osa, ad esempio, nel cercato, ma non corrisposto, rapporto lesbo che  Harriet/Belinda vorrebbe avere con  Rita, che prova a spogliare; provoca nei momenti in cui, lanciando il sasso, ma nascondendo la mano, sta per rivelarci le nudità della Steele, che invece sono lasciate solo all’immaginazione di tutti, tranne che al giardiniere del castello, l’unico ad averne contemplato il corpo, e che poi è subito punito per questo.

E il film intrattiene perché, pur facendo leva su una trama indubbiamente non originale, è ben orchestrato, e soprattutto non ha pietà per le vittime, neppure per il sentimentale Dario. Il finale, di levatura thriller, poi, sorprende perché ci presenta il vero colpevole.

Fa sorridere la scena del ritratto di Belinda [poi non così orribile] che parla a Roberto, o quella del distacco della scultura della contessa Maddalena che si smuove dal suolo alla presa di Belinda, come se non fosse stata mai fissata alla base, ma solo irresponsabilmente appoggiata.

Un angelo per Satana è distribuito in dvd da Cecchi Gori Home Video, collana Sinister Film, in un’edizione comprensiva di pochi contenuti speciali [l’introduzione di Luigi Cozzi, molto più rapida e stringata del solito, e i titoli di testa alternativi], ma curatissima nel formato [come d’uopo] e davvero irrinunciabile per gli amanti del gotico italiano.

Gilda Signoretti

 

Regia: Camillo Mastrocinque

Con: Barbara Steele, Antohny Steffen, Claudio Gora, Ursula Davis, Vassili Karis, Aldo Berti

Durata: 90’

Formato: 1.85:1

Audio: Dolby Digital Dual Mono

Distribuzione: CG Home Video – Sinister Film [www.cghv.it]

Extra: Titoli di testa alternativi; Introduzione di Luigi Cozzi

InGenere Cinema

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