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Leonardo Cruciano ci parla di WORLD MAKES ZOMBIES

WMZ1Da qualche giorno circola in rete un video di backstage del progetto World makes zombies: non un film ma una serie di 13 brevi sketch che avranno come protagonisti un gruppo di morti viventi.

Noi di InGenere Cinema seguiremo il progetto, ripubblicando, dal 27 novembre, i 13 video di WMZ sul nostro portale.

Per capire qualcosa di più a riguardo abbiamo intervistato Leonardo Cruciano, realizzatore di effetti speciali e fondatore del Leonardo Cruciano Workshop, che di WMZ è uno dei promotori. In coda all’intervista, il backstage di WMZ.

[Luca Ruocco] Parlaci di “World makes zombies”: come nasce e con che intenzioni?

 

[Leonardo Cruciano]: Il progetto The world makes zombies è nato principalmente dalla volontà nostra e delle società partner, di sperimentare sul tema “zombie” a modo nostro, unendo capacità e mansioni nel più totale spirito di indipendenza e cooperazione, al fine di creare qualcosa di visivamente stimolante.
WMZ2Per chi come noi si occupa di cinema, come di pubblicità, questo è un periodo sicuramente difficile immerso nella crisi economica che ci circonda e che dovrebbe portarci ad analisi sociali più complesse. Quindi, secondo noi, è il momento più giusto per accostare un “Mondo di Zombies” a una campagna di spot pubblicitari senza un cliente e no-sense, almeno apparentemente.

 

Così, il nostro cammino verso la spontanea creazione di una sorta di circuito di produzioni ed entità professionali di alta qualità, ancora disponibili a mettersi in gioco su progetti indipendenti ma visivamente importanti, ha potuto avere un ulteriore banco di prova. Un vero e proprio laboratorio di sperimentazione, dallo special make-up alle nuove forme di comunicazione visiva.

[LR]: Da chi è composto lo staff realizzativo del progetto?

[LC]: L’idea bislacca è nata in seno al Leonardo Cruciano Workshop, che si è occupato dell’ideazione dei concept e di tutta la parte relativa allo special make-up. Truccatori, scenotecnici, props maker, costumisti: possiamo vantare un organico niente male! Ad affiancarci e sostenerci nell’avventura, tre case di produzione: la  Interzone Visions, laRevok Film e la Onda Videoproduzioni. Loro si sono occupati della parte produttiva e realizzativa in senso stretto: attrezzatura, shooting, post-produzione. Inoltre, abbiamo avuto l’appoggio indispensabile di professionisti con cui collaboriamo e che possiamo vantarci di avere come parter professionali e amici: da Bruno Albi Marini per i Vfx, a Briseide Siciliano per la consulenza scenografica, all’Officina–Studi e servizi per il cinema per le location, ai make-up artists Jeff Goodwin e Stefano Fava, che non solo hanno prestato il loro volto per due spot, ma che con il loro Cinema Makeup Academy Project hanno partecipato alla creazione di alcuni trucchi.


[LR]: Nella costruzione dei vari morti viventi o delle scene, avete preso a modello film e registi affezionati ai morti viventi?

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[LC]: Come non ammettere di essere tutti figli di Romero? Precursori a parte, abbiamo cercato di essere il più possibile “personali”: la cifra stilistica usata nei concept del trucco è stata quella del realismo. Sappiamo che può sembrare una parola strana da usare in riferimento a una figura di fantasia come quella dello zombie, ma per realismo intendiamo un avvicinamento per esempio a riferimenti patologici, anatomici, scientifici… Tutto per evitare l’effetto “mascherone” tipico dell’iconografia classica dei film di zombie. In questo gli esempi di 28 giorni dopo di Danny Boyle o le creature del più recente The walking dead hanno avuto sicuramente il loro peso. Per le storie, invece, abbiamo deciso che su tutto avrebbe dovuto vincere sempre e comunque l’ironia: la figura dello zombi si presta perfettamente a giochi, metafore e ambivalenze…

[LR]: Non si vedevano da tempo dei morti viventi in Italia. Ma già dallo scorso anno gli zombi avevano iniziato a calcare il suolo italico nel film “Eaters” di Boni e Ristori. Siamo all’inizio di una nuova epidemia?
[LC]:
Quello dei morti viventi è da sempre un tormentone molto variegato e divertente, che con tutti i suoi significati più metaforici e con le buone potenzialità che può offrire anche a basso costo, ritorna quasi ciclicamente nei momenti di crisi… chissà! Forse in Italia, in questo momento, convergono molti di questi fattori: la crisi, i budget troppo esigui, la voglia di fare cinema visionario e non solo di fruirne, la buona quantità di talenti e professionalità che non hanno modo di emergere, la passione anche delle più giovani generazioni per quei generi o quegli immaginari che la storia e le possibilità hanno fatto coincidere quasi sempre con le produzioni estere.

 

[LR]: Pensi che da questo progetto possa evolversi qualcosa di più corposo, magari un lungometraggio, o un serial?

[LC]: Dato che è stato concepito con una struttura episodica, dubito che possa venirne fuori un lungo di un qualche valore. La varietà e la brevità su cui le clip puntano mal si coniugano con una struttura narrativa di sostanza come [si spera] deve essere quella di un film. Però dalle “creature” qui concepite o dallo sviluppo dei “concept” di alcuni episodi potrebbe venirne fuori materiale per altri progetti… mai dire mai.

[LR]: Quando pensate di cominciare con la pubblicazione dei video?

[LC]: Siamo partiti il 17 novembre con la pubblicazione in anteprima del backstage e del blog worldmakeszombies.wordpress.com, che sarà il contenitore di tutto ciò che concerne il progetto. Come annunciato, dal 27 novembre pubblicheremo, uno al giorno per 13 giorni, i video realizzati. Il tutto condito da chicche, foto e dietro le quinte che non sveliamo…

InGenere Cinema

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