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Speciale Luca Vecchi: Dalla commedia iperrealista al dramma famigliare [PARTE II]

Uscito sulla piattaforma MioCinema, Nel bagno delle donne [2020] denuncia al suo interno il deserto culturale che vive lo spettatore italiano, privo di punti di riferimento capaci di trainarlo oramai assuefatto dalle dozzinali trasmissioni televisive. La distribuzione on demand del film è inconsapevolmente a sua volta metacinematografica. Il cinema d’essai dove Giacomo si rinchiude comincia ad avere pubblico grazie all’evento mediatico costruito attorno alla figura di Giacomo stesso. Non importa quale film lo spettatore scelga di vedere, il vero motivo per cui si reca al cinema è vedere l’evento fisico materializzarsi davanti i suoi occhi, proprio come accade ai festival cinematografici di oggi.

Quello che non tutti sanno è che Luca parallelamente alla carriera di attore scrive, dirige e auto produce opere proprie. Luca Vecchi è stato prodotto da Matteo Rovere, da Pietro Valsecchi, ha collaborato a trasmissioni Rai, ha pure vinto un Nastro d’argento nel 2018, ma a oggi, nessun produttore è interessato a produrre il vero Luca Vecchi. Tutti conoscono il Luca Vecchi personaggio, ma nascosto da quei spessi occhiali e da quella folta barba bruna, si cela uno dei più bravi cineasti e sceneggiatori italiani.

La prova l’abbiamo guardando i suoi due cortometraggi: A Christmas Carol [2017] e Non può [2020]. Queste le due sinossi brevi:

La vigilia di Natale, un anziano individuo [Giorgio Colangeli] punta una pistola alla testa di Nicholas [Edoardo Pesce] che viene messo di fronte a un gesto ignobile compiuto su sua figlia.

Salvo [Andrea Davì] e Marcello [Alessandro Cremona] sono cresciuti assieme ma la guerra e le ideologie li mettono l’uno contro l’altro, facendoli rincontrare un’ultima volta per fumarsi una sigaretta insieme.

La forza di questi due cortometraggi risiede proprio nel soggetto alla loro base, potente e articolato che non avrebbe bisogno nemmeno del dialogo per trainare il racconto. Le caratteristiche visive dei due lavori si distanziano enormemente dalle pillole dei The Pills, anche se notiamo ritornare alcuni elementi stilistici.

L’utilizzo del primissimo piano, che riporta fedelmente le imperfezioni e le impurità dei volti protagonisti, evidenziandone la natura umana a discapito delle perfezioni formali che spesso troviamo in molti altri film; e l’utilizzo della profondità di campo nelle scene di dialogo tra due personaggi.

Seguendo le logiche dell’industria cinematografica sceglie degli attori che possano aumentare il prestigio dei cortometraggi e utilizza molte maestranze in produzione, raggiungendo così degli standard cinematografici che gli permettono, assieme alle ottime sceneggiature, di vincere il Nastro d’argento nel 2018.

Un investimento produttivo di trentamila euro, una cifra giusta per due cortometraggi che seguono le normali logiche di produzione, ma folle se consideriamo che nel nostro paese il cortometraggio ha vita breve.

Deluso dalle aspettative dell’industria cinematografica e dalle false promesse dei produttori, Luca parrebbe vivere un momento di crisi artistica, ma proprio nei momenti tristi, gli artisti diventano proliferi e come regalo di Natale sforna un libro che già dal titolo è tutto un programma: Prepara il tuo funerale in dieci semplici mosse [2020].

Un manuale divertente che aiuta il lettore a prepararsi all’inevitabile senza rimanere deluso al suo addio. Il primo capitolo è interamente dedicato all’organizzazione del proprio funerale da parte di un funeral planner.

La lettura di questo capitolo necessita una partecipazione attiva da parte del lettore. Il libro è ricco di illustrazioni a tema, ed è articolato come una vera esercitazione. Passo dopo passo il lettore delinea a proprio piacimento, seguendo le indicazioni dell’autore, il proprio funerale.

Il capitolo centrale è invece dedicato ai riti funebri più strani al mondo come la sepoltura del cielo tibetana o El Dia de los Muertos messicano.

Il terzo e ultimo capitolo è quello nettamente più interessante. Dedicato a ciò che accade dopo la funzione o cerimonia che sia; Vecchi illustra ampiamente tutte le alternative presenti nel mondo [comprese quelle sperimentali] alla tumulazione e alla cremazione.

Quello che ne emerge è un vademecum completo sul rito funebre che offre con sarcasmo e ironia degli spunti interessanti per chi voglia sperimentare qualcosa di diverso rispetto la classica sepoltura; ma soprattutto per chi voglia evitare di lasciare il proprio funerale nelle mani del gusto altrui.

Ci auguriamo che questo autore possa al più presto rimettersi alla regia di un suo scritto perché il cinema italiano ha bisogno di registi così finemente ironici e allo stesso tempo dannatamente malinconici.

La speranza è l’ultima a morire.

Prepara il tuo funerale in dieci semplici mosse, intanto, vi aspetta qui: https://idee-regalo.storeden.com/

Giulio Golfieri [RATS]

InGenere Cinema

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