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SOGNI DI GLORIA di John Snellinberg

sogni-di-gloria_1Può un nome condizionare l’esistenza di un individuo? Se credete che la risposta sia negativa, potreste ricredervi dopo la visione del secondo lungometraggio del collettivo toscano John Snellinberg che arriva in sala, a tre anni di distanza dalla riuscitissima opera prima [La banda del brasiliano], con una commedia a due episodi tenuti insieme da un nome, Giulio, che accomuna i due protagonisti: un giovane toscano cassaintegrato [Gabriele Pini] e un immigrato cinese [Xiuzhong Zhang], studente fuoricorso.

Se nel precedente lungometraggio i giovani filmakers toscani avevano voluto omaggiare con ironia e fresca libertà creativa il Genere poliziottesco, con il loro Sogni di gloria, gli Snellinberg si adagiano su un terreno molto meno caratterizzato [ma forse più fertile, commercialmente parlando], costruendo una commedia garbata e soave, con sbordate dai toni quasi melodrammatici e maliconici, più che adatti all’Italia contemporanea, in cui il film è organicamente ancorato.

sogni-di-gloria_2La storia raccontata nel primo episodio racconta, appunto, di Giulio, un ragazzo come tanti, con problemi di continuità lavorativa. L’azienda per cui lavora è quasi sul lastrico, e può permettersi di far lavorare uno solo dei suoi cassaintegrati per volta, estrandone grottescamente il nome da un cestello del tutto simile a quelli usati per i numeri del lotto.

Il ragazzo, costretto a vivere a casa degli zii proprio a causa delle ristrettezze economiche, reagisce all’ennesimo mese di disoccupazione con un atto di disperato nichilismo: la perdita della fede. Pur cosciente che il ribellarsi ad un dio invisibile non potrà fornirgli un impiego, Giulio non vede perché continuare a sperare nell’aiuto di quello che la bigotta zia gli descrive come un’entità bonaria e caritatevole, ma che, fino a quel momento, non sembra né averlo preso a cuore, né aver apprezzato i suoi sforzi nel sorbirsi le messe “speciali”, della durata di qualche ora, caldamente consigliatele dalla parente.

sogni-di-gloria_3Sbattezzarsi è la presa di posizione del giovane contro un mondo a cui non sente di appartenere più o, meglio ancora, a cui lui non appartiene più… Peccato che proprio questa suo atto di ribellione scateni l’ira della zia, che mette subito in atto, sfruttando le brame attoriali del marito, una farsa per far sì che il nipote ritorni sui suoi passi, rinunciando alla pratica di sbattezzo.

Ma proprio partendo da questa messa in scena la realtà inizierà a prendere una piega sempre più cupa e irreale.

L’altro Giulio, quello orientale per cui questo è ovviamente solo un nome di adozione, potrebbe essere [e per certi versi è] l’abitante di un altro Paese, di un altro Mondo, pur se racchiuso all’interno dei confini della stessa città dell’altro. I due non avranno mai direttamente a che fare, se non nel grottesco epilogo, eppure la loro unione si spinge fino al piano psicologico, esulando la sola omonimia.

Anche il Giulio cinese è un outsider, inadatto al mondo contemporaneo e inetto. Contrariamente all’altro, lui è uno studente fuoricorso, che rifiuta del tutto la possibilità di trovare un lavoro, illudendosi di avere un alibi più che concreto per pesare sulle finanze famigliari. Il ragazzo entrerà casualmente nella cerchia di Maurino [un ottimo Carlo Monni, incallito giocatore di carte e filosofo del quotidiano], che deciderà di puntare su di lui come suo nuovo adepto nell’intento di sconfiggere, una volta per tutta, il suo rivale di sempre e il suo socio, un giovane siciliano allupato soprannominato “Il Disumano”, per le sproporzionate doti sessuali.

sogni-di-gloria_4Proprio attraverso gli insegnamenti bassi e concreti del vecchio, Giulio inizierà a sentirsi meno inutile e sempre più parte della realtà che lo ospita, ma non per questo troverà una sua collocazione produttiva all’interno del mondo reale, sposando il modello di eterno bambino del suo maestro adottivo.

Se ne La banda del brasiliano gli Snellinberg invitavano ad una risata di pancia, ancor più spanciata per i nerd del Genere affrontato, con Sogni di gloria si punta al sorriso di supporto e di complicità, dal sapore concreto e un po’ amaro.

Il tutto risulta un po’ meno esplosivo, a livello immediato, ma, pur nella scontatezza di alcune situazioni proposte, Sogni di gloria invita alla riflessione, cosa assai utile per una commedia contemporanea.

sogni-di-gloria_5Il film si inserisce, trasversalmente, anche all’interno dell’attuale momento di riscoperta, all’interno dell’indie italiano [soprattutto] horror, dei film a episodi, e propone ugualmente alcuni caustici rimandi al Genere [un incontro tra il parroco cittadino e uno dei suoi giovani parrocchiani, prima di un funerale, girato come il prologo di un duello western].

All’interno del cast anche Giorgio Colangeli e il cameo, nella parte del becchino, del punker Dome La Muerte, mentre la colonna sonora è curata dai Calibro 35.

Luca Ruocco

SOGNI DI GLORIA

3 Teschi

Regia: John Snellinberg

Con: Gabriele Pini, Xiuhong Zhang, Carlo Monni, Giorgio Colangeli, Alessandro Guariento

Uscita in sala in Italia: giovedì 15 maggio 2014

Sceneggiatura: Patrizio Gioffredi, Lorenzo Orlandini

Produzione: Elisa Baldini, Laura Mongillo

Distribuzione: CG Home Video

Anno: 2013

Durata: 94’

Trailer:

InGenere Cinema

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