Diciamolo subito: Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick, non è un film basato sul capolavoro di Herman Melville, bensì sulla vicenda realmente accaduta del naufragio della nave Essex, che ne ispirò il libro.
Tuttavia, Ron Howard riesce a restituire tutto il fascino epico ed avventuroso del romanzo di Melville, utilizzando la sua grande abilità di intrattenitore – in senso hollywoodiano, s’intende – e la sua estetica calda e roboante.
Nell’inverno del 1820, la baleniera del New England Essex viene attaccata da una creatura incredibile: una balena dalle dimensioni e dalla forza elefantiache, con un senso quasi umano di vendetta.
Il disastro marittimo, realmente accaduto, avrebbe ispirato Herman Melville a scrivere Moby Dick; l’autore, però, ha descritto solo una parte della storia. Il nuovo film del regista di Rush rivela le conseguenze di quella straziante aggressione: di come i superstiti dell’equipaggio della nave si spingono oltre i loro limiti, costretti a compiere l’impensabile per poter sopravvivere. Sfidando le tempeste, la fame, il panico e la disperazione, gli uomini mettono in discussione le loro convinzioni più profonde, dal valore della loro vita alla moralità dei loro scambi, mentre il capitano cerca di riprendere la rotta e il suo primo assistente tenta ancora di sconfiggere la grande balena.
Chi ama le storie marinaresche di uomini sperduti nell’oceano costretti ad affrontare creature straordinarie come sirene o draghi marini – come chi scrive – forse resterà un po’ deluso dall’ultima fatica di Howard, che punta decisamente a smorzare l’aspetto fantastico di questa vicenda, concentrandosi con forza su quello epico e tragico.
Moby Dick, la terribile balena bianca, il demonio dell’oceano, è quasi paragonabile nella pellicola ad una catastrofe atmosferica, una tempesta o un uragano che si abbatte sull’equipaggio della Essex. Il focus spiega il modo con cui l’uomo si relaziona alla natura, sulla sfida che continuamente le lancia al fine di dominarl, o più semplicemente per alimentare l’illusione di un possibile controllo.
Attraverso un linguaggio filmico sempre più riconoscibile, il regista diminuisce i campi lunghi sulla nave che solca l’oceano, preferendo piani stretti o addirittura dettagli sugli oggetti o sui volti che popolano quella stessa nave. Il piccolo, prima del grande. Il particolare, prima dell’universale. E forse questo è l’aspetto più riuscito di Heart of the sea – Le origini di Moby Dick, l’utilizzo che il direttore fa delle dimensioni e delle prospettive.
Di fronte alla gigantesca balena o successivamente all’attacco, all’immensità dell’oceano, la percezione da parte dello spettatore dei protagonisti del film è sempre più ridotta. Quello che al principio sembrava enorme, ovvero la saggezza e la forza del primo ufficiale, piuttosto che l’ostinazione e la perseveranza del capitano della Essex, appaiono mille volte più piccole con l’incedere del racconto ed al cospetto della natura.
Magnifiche le sequenze dell’incontro/scontro con Moby Dick, ma anche eccellenti quelle che mostrano con straordinaria efficacia la macellazione di un capodoglio e l’estrazione dell’”oro” che questo custudisce nella sua testa.
Un’avventura affascinante e potente con momenti di grande cinema, senza dubbio il tipo di operazione che ci fa riconciliare con Hollywood, nonostante tutte le sue contraddizioni.
Paolo Gaudio
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HEART OF THE SEA – Le Origini di Moby Dick.
Regia: Ron Howard
Con: Chris Hemsworth, Brendan Gleeson, Cillian Murphy, Michelle Fairley, Ben Whishaw, Charlotte Riley, Tom Holland
Uscita in sala in Italia: giovedì 3 dicembre 2015
Sceneggiatura: Charles Leavitt
Produzione: Cott Productions, Enelmar Productions, A.I.E., Imagine Entertainment
Distribuzione: Warner Bros.
Anno: 2015
Durata: 121′