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QUI RIDO IO di Mario Martone

“Qui rido io” era la frase goliardica che Eduardo Scarpetta aveva voluto fosse incisa in ferro battuto sull’ingresso principale della sua abitazione al Vomero, come riporta Peppino De Filippo in Una famiglia difficile, un’autobiografia che all’epoca della sua pubblicazione, era il 1976, fece molto scalpore, acuendo tensioni familiari già conosciute.

Qui rido io è ora anche il titolo scelto da Mario Martone per la sua ultima fatica, reduce dal successo ottenuto al Festival del Cinema di Venezia dove è in concorso, prodotta da Indigo Film con Rai Cinema e distribuita da 01 distribution.

Di cosa rideva Scarpetta? Come afferma Peppino De Filippo nella sua preziosa biografia, rideva dei fatti seri della sua vita privata e di quelli comici, all’interno della villa del Vomero di cui tanto andava fiero, luogo di incontri con personalità del mondo del teatro e dello spettacolo in generale, nonché di ritrovi dei membri di una grande famiglia allargata in cui ognuno aveva un ruolo, ma in cui tutti, in qualche modo, subivano la pesante autorità di Scarpetta.

Martone scrive e dirige un film che, partendo da una disputa giudiziaria tra Scarpetta, la SIAE e Gabriele D’Annunzio – nata a seguito della messa in scena nel 1904 della parodia del dramma La figlia di Iorio, intitolata Il figlio di Iorio nella versione scarpettiana – offre l’occasione per raccontare Scarpetta e il mondo dentro al quale egli vive, vita privata e pubblica.

Fedele ai fatti così come sono stati tramandati, e di conseguenza alle fonti storiche, Martone realizza un film magistrale, per niente facile, non solo perché il protagonista è uno degli attori italiani più importanti di fine ottocento e inizi novecento, ma perché quella di Scarpetta è una vita complessa, dentro cui ruotano tante figure che hanno avuto un ruolo pubblico notevole, pensiamo solo ai suoi figli, legittimi e non.

Attraverso la personalità forte, superba ed egocentrica di Scarpetta, Martone racconta quanta vita c’era nel teatro del tempo, rappresentando la quotidianità di tutti i suoi membri nel teatro stesso, con Edoardo e Titina che, tra una prova e l’altra, si dedicano ai compiti dietro le quinte, ad esempio, e dove si insidiano i primi malumori da parte di Vincenzo Scarpetta [interpretato da Eduardo Scarpetta, pronipote dell’Eduardo qui raccontato], che porterà avanti [così come i suoi discendenti] la compagnia di famiglia, che sente il peso di questa eredità teatrale, accontentando il sogno di Scarpetta che vedeva il lui il suo successore, nonché l’erede della maschera di Felice Sciosciammocca, figlia della commedia dell’arte e di quel teatro dialettale che era stata la scuola di ]Scarpetta, che fu allievo dell’attore e drammaturgo Antonio Petito.

Difficile per Vincenzo Scarpetta, come viene mostrato nel film, provare a modernizzare il teatro fino a quel momento portato avanti dal padre, cosa che invece faranno i fratelli De Filippo, seppur partendo, almeno inizialmente, da una base comune.

La causa giudiziaria intentata contro Scarpetta in qualche modo segnerà anche il suo declino professionale. Martone infatti ci mostra le sofferenze di un uomo che inizia ad avere consapevolezza del tempo che passa, tanto da cominciare ad affidare la maschera di Sciosciammocca al figlio Vincenzo e a temere che la sua produzione teatrale non possa essere da lui tramandata nel modo tradizionale con lui l’ha portata avanti.

I tre anni, questa la durata del processo giudiziario iniziato nel 1906 e conclusosi nel 1907, segnarono profondamente Scarpetta nell’animo, tanto che Martone lo mostra mentre piange durante un incontro con Benedetto Croce, suo perito durante il processo.

Eccellente, ma non poteva essere diversamente, l’interpretazione di Toni Servillo, che si cala nei panni di Scarpetta in parte cercando di riprodurre fedelmente le sue movenze, in parte amplificando la sua maestosità mostrandocelo mentre mangia voracemente gli spaghetti accompagnandoli con il pane, o mentre cammina in strada quasi dondolandosi, o ancora mentre entra in scena nei panni di Sciosciammocca, ingresso in seguito al quale il pubblico applaudiva con vigore.

Diversi i momenti comici, davvero esilaranti, in particolare le sedute in tribunale, o lo scompiglio portato in casa De Filippo da un Peppino che, affidato ad una balia per alcuni anni, mostra subito il suo lato ribelle in una famiglia in cui deve adattarsi dopo i primi anni trascorsi in campagna e che si trova, volente o nolente, a vivere la vita del teatro per poi diventarne nel tempo protagonista. Esilarante anche l’incontro di Scarpetta e dell’attore Gennaro Pantalena [interpretato da Gianfelice Imparato] con un sofisticato D’Annunzio [Paolo Pierobon].

Peccato per il ricorso ad alcune esagerazioni poetiche che rovinano la naturalezza della trama, quasi come a voler enfatizzare ancora di più la personalità eccentrica di Scarpetta.

Da sottolineare la presenza nel cast Iaia Forte, un’attrice che è sempre una garanzia.

Qui rido io offre molti spunti di riflessione, sulla società patriarcale dell’epoca narrata, ad esempio, dove un uomo come Scarpetta poteva scegliere di avere di più donne pur tradendo i principi morali di una società per lo più cattolica, continuando a portare avanti la vita coniugale con la moglie.

Martone punta l’attenzione su donna Rosa De Filippo [Maria Nazionale], moglie di Scarpetta, e su Luisa De Filippo [Cristiana Dell’Anna], sua pronipote, due donne diverse, forse entrambe vittime di un abbaglio che le univa, quella dipendenza passionale da un uomo che tutti amavano e che le faceva tanto sentire desiderate, e tutte caratterizzate da un carattere deciso.

Scarpetta viene raffigurato sia attraverso la sua personalità estrosa, forte, prorompente, ma anche attraverso le sue insicurezze, come nella scena in cui quasi capitola a causa dei fischi e degli insulti ricevuti durante la rappresentazione della parodia dannunziana, in cui l’attore comincia a sentire realmente i primi segni di fallimento nella sua vita di uomo e di artista, perché anche Scarpetta, come gli tutti uomini, cade.

Gilda Signoretti

QUI RIDO IO

Regia: Mario Martone

Con: Toni Servillo, Cristiana Dell’Anna, Maria Nazionale, Paolo Pierobon, Antonia Truppo, Eduardo Scarpetta, Gianfelice Imparato, Iaia Forte, Gigio Morra

Uscita in sala in Italia: giovedì 9 settembre 2021

Sceneggiatura: Mario Martone

Produzione: Indigo Film con Rai Cinema

Distribuzione: 01 Distribution

Anno: 2021

Durata: 133’

InGenere Cinema

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