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IL VIZIO DELLA SPERANZA di Edoardo De Angelis

vizio-della-speranzaVincitore del Premio del Pubblico BNL 2018, Il vizio della speranza di Edoardo De Angelis, in programma nella selezione ufficiale della Festa del Cinema.

Se si ha chiaro cosa si vuole comunicare si riesce ad arrivare all’essenziale. Il vizio della speranza non gira intorno, non si perde nella narrazione didascalica, proponendoci una modalità a cui purtroppo non siamo abituati.

Pochi cenni al passato della protagonista, quanto basta per darle concretezza, pochi dettagli su ciò che pensa, sulle motivazioni che la guidano.

L’azione determina il suo essere e così Il vizio della speranza è un’esperienza affidata allo spettatore, che ricostruisce in sé un universo dato per frammenti.

A volte questa mimesi del linguaggio è talmente estetizzata che si perde il significato complesso: resta un’immagine, un fotogramma stilizzato, carico di vibrazioni e intensità emotiva.

Un pezzo staccato è questa storia, un sentimento intenso, una visione particolare, che lo rende più acuto, ma anche più imperfetto rispetto a Indivisibili. Anche il tono è uno, serio, mancano i momenti divertenti, manca la forza esuberante che invece creava il ritmo del precedente lavoro. Qui non c’è spazio per il resto perché è talmente importante la lotta interiore di questa donna che non può scendere a compromessi la sua epica.

Purtroppo però non è facile mostrare la quotidianità con fare memorabile, rendere come ogni scelta è un marchio che scava sempre più in profondità. Eppure si percepisce come l’ovvio non sia scontato, come il gesto quotidiano di uno possa diventare l’eroica scelta dell’altro.

La protagonista fa fatica a lottare per il suo sogno di maternità perché il mondo che conosceva non percepiva né speranza, né sogno, né futuro. Ogni giorno, istante, sguardo: uguale a se stesso in un eterno presente, senza pensarci, senza scegliere. Forse è la sua prima scelta nella vita, la prima cosa che accade non perché sia una conseguenza di altro, ma perché lo vuole. Essere madre.

Eppure chi vive in regole ferree, poi senza di esse si smarrisce. Maria [Pina Turco], protagonista di Il vizio della speranza, si occupa delle prostitute che rimangono incinte. Le consegna per farle partorire e poi vendere i loro figli. Lo fa con naturalezza, perché quei bambini possano avere una vita migliore e a questo crede, finché non capita a lei di averne uno in grembo.

Quel sistema che ha sempre servito e l’ha illusa di vivere da privilegiata, ora la limita. Non è altro che una vittima come tutte, solo che finora non aveva nulla da difendere e niente da preferire. Per salvare il suo bambino dal mercato nero deve uscire da quella periferia ambientata a Castel Volturno. La società che ha rinnegato le ha fatto un torto più grande, l’ha privata della sua infanzia: quindi ora di chi fidarsi?

Basterebbe arrivare in città, chiedere aiuto, entrare in un ospedale: ma qual è il compromesso? Sicuramente perderebbe tutto ciò che ha: la sua libertà nella sua prigionia. Questo non può essere spiegato, ma trasmesso.Attraverso colori, primi piani, panoramiche sul vuoto pieno di immondizia, sporco, inutilità, acquista senso un’esistenza. Ai margini del mondo c’è un mondo che concede una possibilità e chi la coglie ne rimane ancorato come un’alga allo scoglio che il mare spazzerebbe via.

La forza di Il vizio della speranza è nel volto di Maria, che non a caso porta questo nome, e solo attraverso il suo punto di vista riusciamo a entrare nel film e dare senso a ciò che senso non ha.

Edoardo De Angelis sperimenta una comunicazione più verticale per portare sullo schermo l’ombra di un mondo che pochi conoscono, ma con cui tutti possono empatizzare. Dopotutto siamo sempre noi, esseri umani spaventati, persi in spazi troppo grandi, colpiti dal male, che impariamo a rialzarci con la forza dell’amore.

Federica Guzzon

IL VIZIO DELLA SPERANZA

Regia: Edoardo De Angelis

Sceneggiatura: Edoardo De Angelis, Umberto Contarello

Con: Pina Turco, Massimiliano Rossi, Marina Confalone, Cristina Donadio e con Marcello Romolo

Produzione:Tramp Limited e O’Groove

Distribuzione: Medusa

Uscita sala in Italia: giovedì 22 novembre 2018

Anno: 2018

Durata: 90’

InGenere Cinema

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