Uscirà giovedì 16 febbraio l’opera prima di Colm Bairéad, regista irlandese.
Distribuito da Officine Ubu, The Quiet Girl è una piccola sorpresa cinematografica, un film che parte da una storia sicuramente non innovativa, che però viene sviluppata in modo molto personal dal regista, che firma anche la sceneggiatura.
Cáit [Catherine Clinch] è una bambina di nove anni che vive in una famiglia difficile, con un padre negligente [Michael Patric] e sempre assente, e una madre [Kate Nic Chonaonaigh] gelida, che sembra aver perso ogni forma di sensibilità. Cáit è una bambina molto timida e taciturna. A dispetto delle sorelle che la ignorano, è molto riflessiva e soffre per la situazione che vive in casa ogni giorno. Sua madre è in procinto di partorire il suo quinto figlio e la gravidanza l’ha resa ancora più distante dalle figlie e soprattutto da Cáit, che in famiglia tutti considerano problematica. In vista delle vacanze estive, i genitori decidono di mandare la piccola dalla cugina Eibhlín [Carrie Crowley], che vive con il marito Seán [Andrew Bennet] in una fattoria in un piccolo comune. La coppia, che ha perso un figlio da qualche anno, si mostrerà amorevole verso la bambina, e i due, semplicemente con il loro modo di essere, sapranno stimolarla ad aprirsi, ad avere fiducia nelle sue capacità e a non aver paura di esprimere un pensiero.
The Quiet Girl racconta una storia di sofferenza, una storia in cui il dolore è sempre taciuto, tenuto a bada da tutti i protagonisti, quasi fosse una vergogna. Cáit è “la vagabonda”, come la definisce il padre, eppure si stenta a riconoscerla in questo aggettivo. Nel momento in cui il padre consegna la bambina a Eibhlín e Seán, ci tiene a sottolineare loro che la sua bambina non è di buona compagnia e che non spiccica una parola. Una volta giunta nella casa della coppia, Cáit si sente finalmente capita. Il silenzio della campagna, in piena sintonia con i suoni della natura, rendono finalmente le sue azioni e il suo parlare istintivi, non più – o meglio non solo – ragionati; non ha più bisogno di nascondersi né di avere timore di sbagliare. Proprio i lavori in campagna, il rapporto con l’ambiente, le ore in cucina a preparare le torte, occupano le sue giornate. In The Quiet Girl, tratto dal racconto Foster di Claire Keegan, i gesti sono molto misurati, c’è molta ritrosia nello stabilire le relazioni, come si nota già solo nell’incontro tra i genitori della bambina e la coppia che la accoglierà. La freddezza e la rigidità sono alla base di questa storia, c’è una dolcezza di fondo che parla con gli occhi, nei silenzi e nei gesti di Cáit, Eibhlín e Seán. I dialoghi sono ridotti all’essenziale, perché a parlare sono le situazioni e la solitudine dei protagonisti. Se inizialmente si può pensare che la protagonista sia Cáit, ci si rende conto poco dopo che ogni personaggio funge da protagonista, perché in fondo, nonostante le diversità, si somigliano molto.
Colpisce la cura e l’attenzione della scenografica [firmata da Emma Lowney] per il paesaggio, su sui ci si sofferma molto, con una concentrazione anche per i suoni della natura, ma anche al rumore dei mezzi agricoli o semplicemente del secchio riempito di acqua. Siamo di fronte ad un film che vaga nella profondità dell’animo. Molto suggestiva la fotografia di Kate McCullough, che ci regala immagini seducenti. I primi piani sono pressocché assenti in questo film, che predilige i campi larghi, come a rispettare la distanza tra i personaggi.
“Fai tesoro delle parole, troppe persone non hanno taciuto al momento opportuno, e dopo hanno pagato un prezzo molto alto.” – È questa la prima frase da padre adottivo che Seán dice a Cáit; lui che inizialmente, a differenza della moglie, non era riuscito a lasciarsi andare con lei, nonostante le avesse dimostrato amore attraverso gesti apparentemente banali, come lasciarle un dolce sul tavolo.
Davvero una bella prova per Bairéad, che dirige un film dal ritmo lento e naturale, che non lascia indifferenti.
Gilda Signoretti
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THE QUIET GIRL
Regia: Colm Bairéad
Con: Catherine Clinch, Michael Patric, Kate Nic Chonaonaigh, Carrie Crowley, Andrew Bennet
Uscita in sala in Italia: giovedì 16 febbraio 2023
Sceneggiatura: Colm Bairéad
Produzione: Dublino Inscéal
Distribuzione: Officine Ubu
Anno: 2022
Durata: 95’