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WOLF MAN di Leigh Whannell

Leigh Whannell, uno dei creatori della saga di Saw, è un  vero esperto di horror. Coinvolto nel processo di modernizzazione dei classici Monsters della Universal secondo il modus operandi Blumhouse, Whannell ha guidato abilmente l’aggiornamento del primo degli iconici personaggi orrorifici circa quattro anni fa. In quel caso si trattava probabilmente del personaggio più complesso da affrontare, L’uomo invisibile [2020], e il regista sceneggiatore è riuscito a confezionare un film che ha rappresentato un adattamento efficace della storia nata dalla penna di H.G. Wells; una realizzazione cinematografica moderna, concreta e credibile. L’invisibilità, invece di essere il risultato di un processo chimico dovuto alla monocaina, è stata reinterpretata come frutto del progresso tecnologico, grazie alla creazione di una tuta ultra hi-tech dall’aspetto fantascientifico. Inoltre, la trasformazione del protagonista originario in un antagonista — uno stalker invisibile e crudele — ha conferito al personaggio una veste nuova e attuale.

Proprio nelle prime settimane 2025, il secondo capitolo dei nuovi Universal Monsters arriva in sala. Si tratta del Wolf Man, uno dei protagonisti più amati degli horror classici, che già nel 2010 aveva avuto una seconda vita cinematografica nel remake nel 2010 diretto da Joe Johnston [Wolfman].

Anche in questa occasione, l’obiettivo principale di Whannell è stato quello di trasferire una storia caratterizzata da elementi paranormali su un piano di realtà assai più concreto e riconoscibile. In questo caso, la vicenda ruota attorno a una coppia in crisi, alla loro figlia e a un lutto da affrontare.

La licantropia, chiaramente, è al centro di questo processo narrativo, ma l’autore-regista mira a reinterpretare la tradizionale maledizione della luna piena, concentrandosi esclusivamente sull’aspetto infettivo del morbo. La licantropia rappresentata nel nuovo Wolf Man, infatti, è una vera e propria patologia, un’infezione che riesce a trasformare in modo straordinario i comportamenti e l’aspetto degli individui colpiti.

Per quanto riguarda il processo di contagio e la conseguente trasformazione, ci troviamo di fronte a un fenomeno ben studiato, che non enfatizza eccessivamente gli aspetti visivi e grafici, se non nell’ultimissima parte, ma sceglie di evidenziare la radicale mutazione della percezione sensoriale dei soggetti. Naturalmente, sono presenti anche mutazioni corporee che alterano permanentemente l’aspetto degli infetti. Il regista ha dichiarato di essersi ispirato a La mosca di Cronenberg per creare la sua creatura e questa influenza, fortunatamente, si percepisce.

Whannell combina elementi topici dei film epidemici con quelli d’assedio, mettendo madre e figlia in una situazione di isolamento a causa di due minacce: una sconosciuta al di fuori della casa/rifugio; l’altra conosciuta e ancor più spaventosa, dentro la dimora. La tensione aumenta costantemente con sequenze ben orchestrate dentro e fuori dall’ambientazione principale, tuttavia manca quell’elemento chiave che aveva reso L’uomo invisibile un esperimento del tutto riuscito. Parliamo della capacità di trasformare l’inspiegabile in qualcosa di concreto ma altrettanto spaventoso, utilizzando il Genere per descrivere ferite sociali reali. In questo caso, anche se la licantropia viene trattata come una malattia ematica, non vi è alcuna metafora o sottotesto evidente. Il precedente film di questo “universo” ha avuto problemi distributivi a causa della pandemia, ma un virus in questo nuovo contesto non riesce a sostenere la forza narrativa necessaria per replicare la riuscita dell’adattamento che Whannell aveva realizzato nel 2020. Non da buttare, chiariamo, ma dopo un primo momento così a fuoco e con una creatura così iconica tra le mani, era giusto aspettarsi maggior mordente.

Nel Blu-Ray distribuito da Universal Pictures con il supporto dai grandi amici dell’horror di Plaion Pictures diversi contenuti extra: si parte dal classico commento al film del regista e co-sceneggiatore, per passare a una serie di piccoli speciali, tutte featurette di breve durata. In “Scatenare un mostro”, si racconta proprio la visione di Whannel di uno dei più amati Monsters della storia del Cinema.  In “Progettare l’Uomo Lupo” regista e il designer Arjen Tuiten si addentrano negli studi sul trucco prostetico che ha dato vita al nuovo Wolf Man. In “L’orrore a portata di mano” si esaminano le sequenze di maggiore tensione e azione del film, insieme a cast e troupe. In “Incubi e passaggi sonori”, invece, si approfondisce il lavoro fatto sul sound design, anche e soprattutto nei momenti in cui si è andato a sposare con i VFX di trasformazione dell’Uomo Lupo.

Luca Ruocco

WOLF MAN

Voto film: 

Voto Blu-Ray: 

Regia: Leigh Whannell

Con: Christopher Abbott, Julia Garner, Matilda Firth, Sam Jaeger

Durata: 103’

Formato: 2.39:1 Widescreen

Audio: Inglese Dobly Atmos; Francese, Italiano Dolby Digital Plus 7.1; Inglese 2.0 Dolby Digital

Distribuzione: Universal Pictures [www.universalpictures.it], Plaion Pictures [www.plaionpictures.it]

Extra: Commento al film con il co-sceneggiatore e regista Leigh Whannell; Scatenare un nuovo mostro; Progettare Wolf Man; L’orrore a portata di mano; Incubi e paesaggi sonori

InGenere Cinema

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