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NOI CE LA SIAMO CAVATA di Giuseppe Marco Albano

Che la straordinaria Lina Wertmuller potesse incutere timore ai bambini ci sembrava cosa alquanto improbabile, fino a quando i bambini protagonisti del suo conosciutissimo Io speriamo che me la cavo [1992], ora adulti, non ce lo hanno raccontato in Noi ce la siamo cavata, documentario di Giuseppe Marco Albano, regista che abbiamo avuto il piacere di conoscere.

Noi ce la siamo cavata, nato da un’idea dello stesso regista con Adriano Pantaleo, che in Io speriamo che me le cavo interpretava lo spassoso Vincenzino, e scritto da entrambi con Andrej Longo, è un tributo al cult cinematografico di Wertmuller, a distanza di circa trent’anni dalla sua uscita al cinema, tanto fortunata.

Pantaleo, alla guida di un pulmino giallo, si mette in cammino per andare a incontrare, dopo tanti anni, quei bambini che componevano la classe terza B della scuola elementare di Corzano, in provincia di Napoli, per fare con loro un bilancio della loro vita fino ad oggi. Se la saranno realmente cavata?

Non c’è nulla di banale in questo documentario. Pantaleo e Albano, oltre a rievocare con gli ex bambini del cast il loro ricordo personale di quell’esperienza che li rese tanto famosi, si raccontano spontaneamente e riflettono sui cambiamenti che non solo le loro vite, ma la società intera ha fatto da quel lontano 1992.

Esclusi Pantaleo e Ciro Esposito [quest’ultimo il Raffaele del film], gli altri ex piccoli attori non hanno proseguito la carriera cinematografica, per seguire percorsi diversi, compiendo anche errori a causa dei quali hanno vissuto l’esperienza del carcere. Sentirli parlare, oggi, ricordandosi com’erano, mette una certa nostalgia, ma quello che si evince in ognuno di loro è una continua ammirazione per la regista italiana più famosa al mondo, la compianta Lina che, prima di lasciarci nel 9 dicembre 2021, aveva espresso apprezzamento per l’idea del documentario esposta da Albano e Pantaleo.

Noi ce la siamo cavata comprende, infatti, un breve contributo della Wertmuller nel corso di un incontro con Pantaleo in un locale, e repertori con le dichiarazioni sue e di Paolo Villaggio, che proprio con Io speriamo che me la cavo riuscì a mettere da parte il personaggio del ragionier Fantozzi, vestendo i panni del professor Marco Tulio Sperelli, un uomo solo che si trova a gestire una classe di bambini molto problematici con cui crede di non sapersi relazionare – lui che viene da una relazione di coppia finita e per cui continua a soffrire.

Proprio le problematiche sue e dei bambini, però, faranno da filo conduttore alla storia, e li uniranno fortemente, fino all’addio che tutti, o quasi, conosciamo.

Ai repertori relativi al backstage sul set, e alle testimonianze di Villaggio e della Wertmuller, si aggiungono gli interventi di parte del cast tecnico e artistico del film, come gli attori Isa Danieli e Paolo Bonacelli [nel film rispettivamente la preside e Ludovico, colui che ospita Sperelli in casa propria, dove vive con sua madre], del produttore Ciro Ippolito, che racconta l’esegesi del film rivelando aspetti molto interessanti.

Non vogliamo rivelarvi null’altro su questo documentario che, proprio perché segue una linea semplice e ordinata, riesce a catturare la curiosità dello spettatore. C’è molta umanità in questo lavoro, che ricorda con ammirazione, dolcezza e profondo rispetto la Lina nazionale, severa e per questo temuta dagli allora bambini, che ricordano ancora oggi la sua forte personalità e la determinazione con cui prendeva alcune decisioni. E poi c’è il ricordo di Villaggio, che tutti i bambini associavano a Fantozzi, arrivando a chiedergli di interpretare proprio quella sua maschera nelle pause tra una scena e l’altra.

La nostalgia per la propria infanzia è un sentimento che accomuna un po’ tutti, ma per i bambini di Io speriamo che me la cavo l’infanzia è stato anche un bellissimo sogno, perché la popolarità li ha fatti sentire importanti e invincibili. Poi la vita continua, e si fanno i conti con le proprie scelte, forze e debolezze. Forse è ancora presto per dire se se la sono cavata, ma una cosa è certa: Albano e Pantaleo con questo film se la sono cavata benissimo!

Dopo il debutto al Torino Film Festival, il documentario è stato presentato il 5 gennaio 2022 al Cinema Vittoria di Napoli [e non poteva essere diversamente], e intraprenderà un percorso distributivo gestito da Lo Scrittoio, e distribuito on demand CG Entertainment sulle principali piattaforme CG tv, iTunes, Apple Tv, Prime Video, Chili, Google Play, Rakuten.

Gilda Signoretti

NOI CE LA SIAMO CAVATA

Regia: Giuseppe Marco Albano

Con: Adriano Pantaleo, Margherita Pantaleo, Andrej Longo, Stefano Amatucci, Ciro Ippolito, Ciro Esposito, Anna Rita D’Auria, Mario Bianco, Marco Troncone, Riccardo De Luca, Pietro Bontempo, Pierfrancesco Borruto, Luigi Lastorina, Mariarosaria Caracciolo, Salvatore Terracciano, Carmela Pecoraro, Gigio Morra, Marinella Esposito, Ida Anastasio, Luana Pantaleo, Dario Esposito, Isa Danieli, Paolo Bonacelli, Manuela Nori, Arturo Esposito

Uscita in sala in Italia: giovedì 5 gennaio 2023

Sceneggiatura: Giuseppe Marco Albano, Adriano Papaleo, Andrej Longo

Produzione: Mediterraneo Cinematografica e Terranera

Distribuzione: Lo Scrittoio

Durata: 72’

Anno: 2022

InGenere Cinema

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