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IL LUPO di Stefano Calvagna

illupo1Franco Scattoni [Massimo Bonetti], detto “Il lupo”, bandito latitante da due anni, vive come un randagio per le strade cercando di fuggire alla polizia che cerca di braccarlo. Il lupo non ha avuto un agevole cammino di vita: suo padre [Claudio Angelini] era schizofrenico e si tolse la vita. Così, dopo aver freddato con un colpo di pistola il figlio di un carabiniere, cerca rifugio dalla sorella Sara [Antonella Ponzani] mentre impazza la caccia all’uomo condotta dal colonnello Franchini e padre del milite ucciso [Enrico Montesano], con il sostegno dal maresciallo Piparo [Maurizio Mattioli].

Personaggio decisamente sui generis Stefano Calvagna: da più di 10 anni ostinato alfiere di un cinema del tutto indipendente, si è spesso tuffato nel cinema-verità occupandosi di alcune pieghe a tinte forti della società. Usura, malavita, pedofilia e altro hanno costellato i suoi film fin dal 2000, anno dell’uscita del suo primo lavoro Senza paura.

Il lupo, 2007, costituisce forse la sua pellicola più conosciuta; un po’ perché fu tributato di una certa attenzione della stampa di allora, un po’ per aver ospitato nel cast Montesano e Mattioli, un po’ perché il regista è stato condannato alla galera per una brutta questione legata alla produzione della stessa [un colpo d’arma di cui Calvagna fu vittima all’uscita da un teatro].

illupo3Il lupo registra, con tenore decisamente acre, il consolidato e tante volte dibattuto dualismo fra il malavitoso e i tutori dell’ordine. Azione, dramma e riflessione sociale vengono mixati per una proposta che, se non di altissimo livello, ha il merito di sorreggersi su un buon ritmo, l’ottima prova attoriale di Massimo Bonetti nei panni del protagonista e per le musiche stupende di Riccardo Della Ragione [suadenti, profonde ed espressive come in diversi film di Calvagna].

I fatti narrati ripercorrono quelli tristemente noti di una storia vera, quella di Luciano Liboni, malvivente che nel 2004 uccise l’appuntato Alessandro Giorgioni e mise in scacco Roma con una lunga e spettacolare fuga in cui eluse più volte le mosse della polizia per poi essere ucciso dalla stessa. Calvagna parte dalla realtà prendendosi però delle licenze, in taluni casi esagerando e calcando la mano; ne consegue un prodotto palesemente schierato nel dipingere Liboni come un eroe sfortunato per le peripezie cui l’esistenza l’ha sottoposto e falcidiato da uno stato di polizia arcigno, cinico e disonesto. Difficile sostenere diversa tesi, prendendo oggettivamente in considerazione il personaggio di Montesano, simbolo dello stato. Costui è delineato deliberatamente in modo da suscitare antipatia; Liboni invece lo si vede camminare lemme lemme nei bassifondi della città incorniciato da un tappeto musicale empatizzante, si vedono scritte sui muri inneggianti la sua persona, per non parlare delle corone di fuori al suo funerale.

illupo2Il lupo soffre anche di alcuni limiti in fase di montaggio, per cui le scene di pura azione rimangono troppo compresse e inefficaci. Calvagna ce la mette tutta, comunque, e gli va dato l’assoluto merito di girare con passione e con pochi mezzi il cinema che più gli piace.

Calvagna appare nel film con un piccolo ruolo di un coatto boss di quartiere che dà una mano al lupo.

E’ da apprezzare la sua attitudine nel percorrere pervicacemente le lande così poco battute dal nostro cinema di Genere.  Il DVD è uscito per la Pokerfilm, casa indipendente guidata dallo stesso regista Calvagna.

Alessio Bacchetta

 

Regia: Stefano Calvagna

Con: Massimo Bonetti, Stefano Calvagna, Enrico Montesano, Antonella Ponzani, Maurizio Mattioli

Sceneggiatura: Stefano Calvagna

IL LUPO di Stefano Calvagna

InGenere Cinema

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