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IL MEGLIO DEL CINEMA DI GENERE DEL 2022

Amiche e Amici dell’Horror, anche questo 2022 è giunto al termine e in redazione si torna a stilare la classica lista di titoli che, per un motivo o per l’altro, sono riusciti a metter radici più profonde nei nostri cuori.

La formula rimane quella dello scorso anno: abbiamo, quindi, scelto i Generi o i temi più importanti fra quelli trattati sulla nostra Gazzetta, e per ognuno di questi vi proponiamo quello che per noi è stato il miglior film, andando a scegliere sempre [dove è possibile] tra i titoli che hanno avuto una distribuzione [anche piccola] in sala.

All’interno de Il Meglio del Cinema di Genere del 2022 troverete le nostre proposte di Miglior Horror, Miglior Sci-fi, Miglior Fantastico, Miglior Bizzarro e Miglior Indie di Genere dell’anno. Buona lettura e, ancor di più, buone visioni. Come sempre, siamo curiosi di sapere quali sono i film che vi hanno fatto innamorare durante quest’anno di agognato ritorno nelle sale. Sapete già come farcelo sapere…

A tutti voi, amiche e amici di InGenereCinema.com, un felice 2023! Sigla!

Miglior Horror: X – A SEXY HORROR STORY di Ti West

Ambientato nel 1979, X – A Sexy Horror Story racconta dell’arrivo in una vecchia tenuta in Texas di una strampalata troupe indipendente che, all’insaputa della coppia di anziani che la ospita nella dependance della sua casa di campagna, è lì per girare un porno d’autore.

Ti West eredita una struttura classica e già visitata dagli amici dell’horror [la casa isolata, fuori dal centro urbano e abitata da una famiglia decisamente degenere].

Ma si sa, per un racconto orrorifico la “tradizione” può essere un punto a favore, se ben sfruttata. E West lo fa insaporendo il tutto con il piccante delle performance erotiche degli interpreti del film nel film e, quindi, con un gioco metacinematografico palese e dal mood ironico e deciso.

Oltre ad aver definitamente scolpito il nome di Mia Goth tra quelli delle scream queen contemporanee [e ad avere nel cast Jenna Ortega, la Mercoledì Addams di Netflix], il film mette in scena una macabra danza di eros e thanatos, che sono poi specchio e metafora dei due ruoli [attrice giovane e disinibita e vecchia laida e fuori di senno] interpretati dalla stessa Goth. In Italia distribuito, sia in sala che in home video, da Midnight Factory, che non si è lasciata sfuggire la possibilità di inserire in catalogo un titolo interessante e riuscito, che ha già figliato il secondo capitolo di una trilogia: Pearl.

Miglior Sci-fi: CRIMES OF THE FUTURE di David Cronenberg

A otto anni di distanza da Maps to the Stars, il maestro David Cronenberg torna al body horror [e in sala] con un titolo ereditato dal suo secondo lungometraggio [del 1970] e con un progetto entrato in pre-produzione circa 20 anni fa, e poi ritornato in vita con nuova linfa e un nuovo cast.

Abbiamo scritto body-horror, ma lo premiamo come Miglior Sci-fi perché la storia che Cronenberg porta in sala è decisamente un oscuro film fantascientifico dalle venature orrorifiche, in cui ci viene presentato un mondo del futuro immiserito da inquinamento e cambiamenti climatici. Viggo Mortensen, ormai attore feticcio del regista di Videodrome, è un performer di una forma di body art davvero estrema. Soffre, infatti, di una malattia genetica disfunzionale che costringe il suo corpo alla continua creazione di nuovi organi dalla funzione sconosciuta.

Con la complicità dell’ex chirurgo Caprice [Léa Seydoux], l’uomo si sottopone a delle vere e proprie operazioni chirurgiche di asportazione delle “nuova carne” da sempre raccontata da Cronenberg e che ora ritorna a farsi viva e pulsante nella sua storia.

Sia chiaro che questa sarà solo la chiave da inserire nella serratura del portone di ingresso di Crimes of the Future che vuole essere profetico ritratto di un possibile futuro del mondo dell’uomo, ancor più che tassello di un manifesto di un sotto-Genere cinematografico: mostrare panorami sociali apparentemente troppo lontani e irreali, mettendo “a nudo” impensabili parti interiori.

Anche in questo caso Midnight Factory ci mette lo zampino, in questo caso nell’edizione home video che distribuisce in differenti e ricche versioni proprio durante il mese di dicembre. Abbiamo avuto modo di visionare il Blu-Ray Limited Edition che, tra gli extra, presenta: il trailer, l’intervista a Cronenberg e a Mortensen e il Making Of.

Miglior Fantastico: PINOCCHIO di Guillermo Del Toro

Anche in questo caso parliamo del progetto di una vita, anche se qui non si tratta di un sotto-Genere, ma di un film su cui l’autore – Guillermo Del Toro – ha fantasticato, lavorato, costruito e ricostruito davvero per tanto tempo prima di trovare il produttore pronto a concedere a un Autore con la “A” maiuscola tutta la fiducia [e il credito] che gli serviva per portare a compimento il Miglior Film Fantastico di quest’annata.

Parliamo chiaramente del suo Pinocchio, adattamento davvero libero e personale della storia di Collodi che da sempre Del Toro ha voluto raccontare attraverso la tecnica dell’animazione stop-motion.

Prodotto e distribuito da Neflix [quindi già da un po’ di giorni in piattaforma, correte a recuperarlo se ancora non lo avete visto!] Pinocchio è in tutto e per tutto un film di Del Toro, innanzitutto perché inserisce la storia collodiana all’interno di un contesto storico ben preciso, che non è solo una cornice estetizzante.

Ma lo è soprattutto perché smonta in piccoli pezzi la trama originale per ricostruirla dopo averne contaminato ogni parte con il suo DNA autoriale: facendo venire a galla in modo più evidente le venature più macabre e orrorifiche; modificando l’anima di alcuni personaggi, cancellandone alcuni e creandone altri di sana pianta; fornendo una sorta di origin story del burattino del tutto inattesa e drammatica.

Del Toro riesce a firmare qualcosa di totalmente nuovo e personale, rimanendo sempre rispettosamente legato al materiale originario da cui è partito il suo film del cuore. Non è questo il lavoro che dovrebbe sempre fare un Autore?

Miglior Bizzarro: VORTEX di Gaspar Noé

Sì, lo sappiamo il film è stato prodotto nel 2021, ma è arrivato in Italia affacciandosi in poche sale, solo nel 2022 e non poteva non attirare la nostra attenzione. Sia perché siamo da sempre molto sensibili alla narrazione di Gaspar Noé, sempre pronta a colpire nervi scoperti dell’animo umano; sia perché ha fra gli attori il nostro Dario Argento, nel ruolo di co-protagonista.

Il film è un dramma che racconta l’invecchiamento, l’inesorabile scorrere del tempo e i conseguenti problemi che si fanno prove sempre più inconfutabili del deterioramento fisico e psichico. A farsi esempi viventi di questo discorso che non fa sconti né per gli interpreti né per i protagonisti sono proprio Argento, e docente e saggista cinematografico, e Françoise Lebrun, sua moglie da sempre al suo fianco e da tempo smarrita nella nebbia di una demenza senile che le fa perdere sempre più spesso autonomia e lucidità.

Il film racconta in maniera spietata la quotidianità dei due anziani in un continuo split-screen che ne fotografa il punto di vista personale. A mostrarsi, come dicevamo, sono due corpi non più giovani, due menti che cercano di contrastare – ognuna a proprio modo – il tempo che passa [il primo con il continuo rincorrere una serie di situazioni che gli ricordano tempi migliori, l’altra abbandonandosi all’oblio dell’incoscienza], ma anche due interpreti capaci di donarsi completamente al film in modo totale. Con la performance precisa e convincente della Lebrun e con lo smarrimento tenero e divertito di Argento, che decide di mostrarsi in un ruolo artistico per lui inedito e di farlo in una lingua che non è la sua.

Il dramma si fa sempre più pesante e concreto e non a davvero sconti.

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Miglior Indie Ex Aequo: L’ANGELO DEI MURI di Lorenzo Bianchini + PIOVE di Paolo Strippoli

Per il posto di Miglior Indie abbiamo scelto di consigliarvi due titoli, opere di due registi di casa su InGenereCinema.com; entrambe opere che in qualche modo hanno segnato un passaggio di livello [a livello produttivo oltre che artistico], e che forse già si muovono un passo al di fuori del territorio dell’indie.

Si tratta de L’angelo dei muri di Lorenzo Bianchini e di Piove di Paolo Strippoli.

Se il primo è un thriller di grande suspense che si mescola a un dramma commovente e dolorosissimo sui fantasmi del rimorso, il secondo è una storia che mescola horror a un racconto puntuale del mondo di oggi, piagato da una rabbia sociale sempre più crescente e da un senso di incomunicabilità imperante che spesso parte proprio dai nuclei familiari.

Entrambi i film sono segni vividi di un’autorialità cosciente declinata nel Genere che ci sta più a cuore e che siamo certi potrà riservarci altre belle sorprese anche in futuro.

L’angelo dei muri è già disponibile in edizione home video con CGPiove ha lasciato da poco le sale cinematografiche e aspettiamo gli altri suoi passi distributivi.

Luca Ruocco

InGenere Cinema

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