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…E ORA PARLIAMO DI KEVIN di Lynne Ramsay

kevin0Quello fra madre e figlio è il più stretto fra i rapporti, qualcosa di talmente organico, interno, sanguigno, da essere stato al centro di numerosissime opere, dalla letteratura, al teatro, al cinema. Parlarne è come parlare di dio, del principio creatore, e non se ne può fare a meno. E se da un lato l’Edipo di Sofocle fu scintilla creatrice di un sequela infinita di parallele analisi riguardanti l’affezione morbosa tra figlio e genitrice, meno numerosi sono i casi di narrazioni che si concentrano sul fenomeno opposto: un rapporto compromesso tra madre e progenie, partito col piede sbagliato e evolutosi nell’odio più freddo e raziocinante.

E’ questo il caso di …e ora parliamo di Kevin [2011], di Lynne Ramsay [Movern Callar, 2002], tratto dal romanzo di Lionel Shriver [Dobbiamo parlare di Kevin, 2006, edito in Italia da Piemme], film apparentabile con altre opere drammatiche accentrate su casi di gioventù violenta o, magari, ispirati a casi mediaticamente eclatanti come la strage di Columbine [Elephant di Gus van Sant, ad esempio], ma che si distanzia da tutti i suoi cugini proprio per aver decentralizzato l’evento finale [la strage].

…e ora parliamo di Kevin è un film che mette a fuoco la nascita e lo sviluppo di un rapporto malato, che denuncia un’educazione pericolosamente squilibrata della prole, da parte di genitori forse inadatti, ma non per forza assenti o violenti.

kevin1Eva [un’emozionante Tilda Swinton vincitrice del premio come Miglior Attrice all’European Film Awards 2011 e candidata al premio come Miglior Attrice Protagonista in un Film Drammatico al Golden Gobes 2012, proprio grazie a questo ruolo] è una giovane madre che sceglie, un po’ controvoglia, di mettere da parte tutte le sue ambizioni di vita, per vivere in funzione del figlio primogenito, Kevin. Una scelta decisamente condizionata dal marito Franklin [John C. Reilly] ciecamente innamorato dell’idea stessa di essere padre, tanto da annullarsi completamente in funzione del primogenito.

Il colpo definitivo alla stabilità emotiva di Eva è dato dallo stesso Kevin, che sin dalla nascita sembra sviluppare un’innata insofferenza verso la madre, un bassa considerazione che, negli anni, degenererà in disprezzo.

L’assistere alla crescita di Kevin, vuol dire, parallelamente, partecipare all’evolversi delle sue malefiche provocazioni e cattiverie: dal pianto continuo al rifiuto di proferir parola in età prescolare, dalle menzogne alle ingiurie alla madre, fino al causare pericolosi incidenti che coinvolgono la sorellina e che termineranno nella lucida strage scolastica, preceduta dall’acquisto di catene di sicurezza per bloccare le porte di uscita. Intanto, la sua passione, il tiro con l’arco, iniziata dopo la lettura della storia di Robin Hood e sempre fomentata dal padre, è ancora viva.

kevin2L’accento sull’innata cattiveria del personaggio di Kevin [interpretato da adulto dall’efficace Ezra Miller], nuovo Damien de Il presagio [Richard Donner, 1976], ma con un demone interno che altro non è che un ego marcatamente freddo e cinico, è messo dalle dichiarazioni che lo stesso giovane assassino fa, sguardo in camera, in uno dei flashback che tormentano le notti della madre: “Voi non fate notizia”, afferma satirico verso il suo pubblico, “Le persone in TV guardano persone come me.”.

Molto interessante il montaggio frammentario che, mescolando sogno, ricordi e realtà, ricostruiscono, nella mente di Eve, i ricordi di una vita ormai in brandelli.

Luca Ruocco

 

Regia: Lynne Ramsay

Con: Tilda Swinton, John C. Reilly, Ezra Miller

Uscita in sala in Italia: venerdì 17 febbraio 2012

Sceneggiatura: Lynne Ramsay, Rory Stewart Kinnear

Produzione: BBC Films, UK Film Council

Distribuzione: Bolero Film

Anno: 2012

Durata: 112’

InGenere Cinema

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