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WOUNDS di Babak Anvari

Anche in periodo di quarantena, la nostra passione per il Genere non è venuta meno ed è per questo che oggi vi parliamo di Wounds, horror originale Netflix, seconda fatica del regista iraniano Babak Anvari, già famoso al grande schermo per Under the Shadow [2016] con cui si era già cimentato nelle atmosfere orrorifiche che tanto ci piacciono.

Incuriositi dal cast di tutto rispetto [Armie HammerDakota Johnson e Zazie Beetz] e da un pitch niente male – un barista recupera uno smartphone smarrito da alcuni ragazzi e da quel momento inizia per lui un incubo da cui sarà difficile svegliarsi – ci siamo lasciati sedurre e abbiamo affrontato la visione.

Scarafaggi, ferite e discesa dell’uomo nella follia sono indubbiamente gli ingredienti principali di questa pellicola.

Will [Armie Hammer] è un uomo senza aspirazioni né desideri. Lavora in un pessimo bar di New Orleans e si consola affogando continuamente i suoi molti dispiaceri nell’alcool. Ha una compagna che non ama, Carrie [Dakota Johnson] e preferisce passare le nottate a cercare di corteggiare Alicia [Zazie Beetz] che, anche lei fidanzata, non sembra voler cedere alle sue lusinghe. Una notte, durante una rissa, alcuni ragazzi lasciano al bar uno smartphone che Will recupera con l’intento di restituirlo ai legittimi proprietari. Ma, fin da subito, inizia a ricevere degli strani messaggi, nonché foto e video decisamente inquietanti.

L’idea che il male passi attraverso la tecnologia, e nello specifico lo smartphone, oggetto di cui nessuno di noi al giorno d’oggi riuscirebbe a fare a meno, è indubbiamente interessante e potenzialmente ricca di grandi spunti narrativi.

Purtroppo, però, Anvari non ne riesce a sfruttare le potenzialità e questo appiglio viene subito messo da parte [letteralmente: Will perderà il telefono molto presto] per scadere invece in tutti i più banali cliché del genere: la tensione lascia spazio a stucchevoli e ridondanti jumpscare, strane visioni si sostituiscono all’orrore tangibile di cui il telefono era portatore, inspiegabili riti satanici irrompono nei perché dello sconvolgimento nella vita di Will. La regia, che prova a strizzare l’occhio a un prodotto più autoriale, non è assolutamente all’altezza delle sue ambizioni e spesso finisce per stagnare nel canonico, nell’ordinario, senza donare nulla in più a una storia già di per sé esile e poco sviluppata.

Le ferite di cui parla il titolo sono indubbiamente ferite reali, gonfie e sanguinolente, che però strizzano l’occhio alle ferite profonde dell’animo umano, decisamente più difficili da riconoscere e, di conseguenza, da curare: sono le ferite di Will, che vive un’esistenza inutile, vuota, sporca come il suo bar e la sua coscienza. Gli scarafaggi sempre presenti simboleggiano chiaramente il sudiciume dell’animo umano, la sporcizia che si cela in ognuno di noi e che, prima o poi, non importa quanto tentiamo di nasconderla, nella vita uscirà fuori. E, molto spesso, i nostri sudiciumi si riversano ingiustamente, più che su di noi, sulle persone che ci amano e che ci stanno accanto.

Nonostante le tematiche siano potenzialmente un trampolino di lancio per un ottimo prodotto cinematografico, il vero motivo per cui Wounds non si allontana dalla mediocrità, è un enorme problema di sceneggiatura e di scrittura dei personaggi. Questi non agiscono mai secondo urgenze dettate da motivazioni reali, anzi sembrano sempre muoversi in balia del caso. Nemmeno la paura riesce a guidarli attraverso comportamenti che sarebbero sì, probabilmente folli e sopra le righe, ma quantomeno giustificati dalla poca lucidità del momento.

I personaggi, insomma, sono scritti male, talmente male che il cast ne esce decisamente sprecato per una pellicola del genere. Nessuno dei tre attori principali riesce veramente, non a brillare, ma quantomeno a regalarci un’interpretazione degna della propria carriera. Non ci si immedesima mai in nessuno di loro, tanto da scadere in quel meccanismo tipico degli horror brutti per cui si arriva a sperare nella lenta e dolorosa dipartita dei protagonisti.

Insomma, per concludere, Wounds ci è sembrato un film pieno di ottime premesse [l’idea, le tematiche, il cast] purtroppo tutte sviluppate nella maniera peggiore possibile.

Nella speranza che Anvari possa risollevare le sue sorti con la prossima pellicola, magari concentrandosi sulla regia e lasciando a uno sceneggiatore il compito più importante e troppo spesso sottovalutato: scrivere il film.

Irene Scialanca

WOUNDS

Regia: Babak Anvari

Uscita Netflix in Italia: sabato 18 ottobre 2019

Sceneggiatura: Babak Anvari

Produzione: Annapurna Pictures, Two & Two Pictures, AZA Film

Distribuzione: Netflix

Anno: 2019

Durata: 94’

InGenere Cinema

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