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Festa del Cinema di Roma 2017: Panoramica sul Genere!

hostilesDa pochi giorni ci siamo lasciati alle spalle la dodicesima Festa del Cinema di Roma e noi, com’è consuetudine ormai, siamo andati a caccia dei film di Genere più interessanti proposti dalla kermesse romana.

Tuttavia, il format di questo report sarà un po’ diverso dal solito: a differenza degli altri anni, divideremo i film che abbiamo visto in due categorie, ovvero, ‘il meglio’ e ‘il peggio’ del Genere alla Festa.

Chiarite le regole d’ingaggio, non ci resta che mandare la…

SIGLA!

 

 

IL MEGLIO:

HOSTILES di Scott Cooper

Un vecchio West ipnotico e sospeso nel tempo, tra montagne, foreste e canyon per una storia violenta e disperata. Hostiles di Scott Cooper guarda al western classico per affrontare un tema sempre molto delicato per la cinematografia americana: il rapporto con i nativi.

Ambientato nel 1892, il film racconta la storia di un leggendario capitano dell’esercito che accetta di scortare un capo Cheyenne e la sua famiglia fino alle terre della sua tribù. Nel viaggio da un isolato avamposto dell’esercito in New Mexico fino alle praterie del Montana, i due ex nemici incontrano una giovane vedova la cui famiglia è stata assassinata. Insieme, devono unire le forze per sconfiggere il paesaggio spietato e le ostili tribù Comanche che incontrano lungo il cammino.

Elegante, silenzioso, rigorosissimo, violento e attuale, Hostiles, dimostra come il western possa ancora essere utilizzato per raccontare l’America di oggi. I suoi vizi, le sue speranze e le tantissime contraddizioni che da sempre la rende il più cinematografico dei territori.

IN UN GIORNO LA FINE di Daniele Misischia

In una Roma congestionata dal traffico e dal malumore, un potente speculatore rimane imprigionato, da solo, nell’abitacolo di un ascensore, subito dopo averlo bloccato per molestare una impiegata nello stesso spazio. La disperazione per un importante appuntamento mancato si trasforma di minuto in minuto in un’angoscia più letale e drammatica: dal cellulare con la moglie e dalle news, gli arrivano i segni di qualcosa di mostruoso e assurdo che ha invaso la città – e anche i corridoi del suo ufficio.

Prodotto dai Manetti Bros., il film di Daniele Misischia colpisce per ambizione e capacità di rinnovare il più classico degli zombie movie. Alessandro Roja, protagonista impeccabile, è posto per l’intera pellicola al centro dell’azione, eppure ne resta lontano, chiuso e protetto dalle porte semichiuse di un grande ascensore. Osserva l’orrore degli ‘infetti’ che divorano la carne di colleghi e malcapitati che disperatamente gli chiedono aiuto. Richiesta impossibile da accogliere, ma che segnerà profondamente l’animo di quest’uomo. Con un finale un po’ derivativo, In un Giorno la Fine, è un progetto da sostenere e proteggere, con la speranza che il Genere possa vestire stabilmente il tricolore.

IL PEGGIO:

ADDIO FOTTUTI MUSI VERDI di Francesco Ebbasta

Dalla rete al cinema. Passaggio che sta diventando sempre più frequente per i Youtuber nostrani, ma che fin ora, ha prodotto scarsissimi risultati. Questa volta a cimentarsi con questa rischiosa reincarnazione è toccato ai The Jackal, collettivo comico napoletano seguitissimo sui social che vanta milioni di visualizzazioni e likes. Tuttavia, da Facebook alla Fantascienza il passo è davvero chilometrico…

Il giovane Ciro Priello, grafico napoletano ultra-qualificato, non riesce a trovare un impiego che lo soddisfi e valorizzi. Dopo aver inviato il curriculum praticamente ovunque, non gli resta che mandarne una copia anche nello spazio. Si troverà così a lavorare per una società aliena fondata su competenza e meritocrazia, concetti estranei al mercato italiano, dove riceverà finalmente l’attenzione che gli spetta.

Pasticciato, discontinuo, fragile e troppo poco divertente – si ride davvero di rado – AFMV si accosta alla Fantascienza e alla parodia con il passo incerto di chi ha tanta paura di fallire. Paura che ha costretto i giovani comici a esasperare atteggiamenti e attitudini apprezzati nei loro video, oltre che a rifugiarsi nella CGI più mainstream possibile e non richiesta.

La recitazione sopra le righe, barocca e cartoonesca – Priello per l’intera pellicola si comporta come Ace Ventura sotto effetto di mescalina – allontana lo spettatore che non riesce a sospendere l’incredulità, rifiutando ogni messa in scena o avvenimento. Gli omaggi al cinema di Edgar Wright sono molto vicini al plagio e la comicità sci-fi risulta superficiale e scontata. Bisogna amare il Genere per prenderlo in giro, altrimenti la finzione diventa menzogna.

MAZINGA Z INFINITY di Junji Shimizu

Le aspettative erano alle stelle per il ritorno del “Robottone” più amato da grandi e piccini. Il cartone animato che più di tanti altri ha rappresentato motivo di fantasia e immaginazione per intere generazioni, era atteso alla Festa con la stessa gioia che riempie il cuore di un bambino il giorno di Natale. Sarà stato troppo per Mazinga Z Infinity? Forse sì…

Dieci anni dopo la sconfitta dell’Impero Sotterraneo, Koji Kabuto ha riposto la tuta da pilota in un cassetto per seguire le orme di suo nonno, il dottor Juzo Kabuto. Nelle compassate vesti di scienziato, Koji si imbatte in una sconvolgente scoperta che lo pone di fronte a un dilemma: restare spettatore dei catastrofici eventi che si preannunciano, o mettersi ancora una volta alla guida del potente Mazinga Z e salvare l’umanità dalla minaccia del perfido Dottor Inferno.

Animazione classica mista alla CGI, il presente che omaggia il passato, riportando in auge robot giganti che fanno a botte con mostri terribili e feroci. Ma se le scene di battaglia –  con tanto di pugni rotanti e raggi fotonici – ci riconnettono con l’infanzia ormai andata, la trama forzatamente adulta e seriosa riducono molto l’entusiasmo di questo ritorno. Il regista di serie come YuFGiFOh, Gashbell!!, One Piece e Pretty Cure, omaggio il mondo fantastico e nostalgico di Gō Nagai, scivolando, tuttavia, su di una trama esageratamente ambiziosa nel suo tentennante e criptico sviluppo. Un vero peccato.

Paolo Gaudio

InGenere Cinema

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