Il regista finlandese Jalmari Helander non deve aver mai avuto un buon rapporto con Santa Klaus e, probabilmente memore di deludenti veglie natalizie davanti al camino o sotto l’albero illuminato, una volta inforcata l’arma-macchina da presa, non ha certo tardato a cercare vendetta.
Se poi, come si dice, la vendetta è un piatto che va gustato freddo, deve essere anche bello, di tanto in tanto, ritornare sul già detto, riaprire vecchie ferite con armi da taglio.
Di certo Babbo Natale non potrà mai dimenticarsi di quel bambino che probabilmente deluse in tenera età, e che diventato adulto e iniziata la carriera registica, marchiò a fuoco il suo odio sul grosso uomo rosso vestito, traducendo rabbia in fiaba nera, in cortometraggi e, infine, in film.
Tutto ha inizio nel 2003, quando Helander realizza il cortometraggio Rare Export Inc. [lo trovate qui: http://www.youtube.com/watch?v=Ei69bYwwCvc&feature=player_embedded], in cui inizia a spargere indizi su quel Babbo Natale ferino, terrorizzante, riproposto due anni dopo nel The Official Rare Export Inc. [lo trovate qui: http://www.youtube.com/watch?v=xkyqODDF-LU&feature=player_embedded], e poi definitivamente cristallizzato nel lungometraggio da questi figliato, Trasporto eccezionale – Un racconto di Natale [2010].
Strutturato come una fiaba classica, Trasporto eccezionale racconta di un insolito uomo nero, occupato in una consueta mansione: il desueto spauracchio è quello che, tradizionalmente, sarebbe dovuto essere il più grande alleato di ogni suo piccolo ammiratore, Babbo Natale, e il suo scopo è proprio quello di punire i bambini più cattivi.
Proprio quel Babbo Natale che avrebbe dovuto coprirli di doni o, al massimo manifestare la propria insoddisfazione riempiendo calze di pezzi di carbone, ora si trasforma in una sorta di demone nordico. Peggio ancora: il Santa Klaus grosso e rubicondo, bardato di rosso Coca-Cola e armato di sacco di doni e slitta con renne volanti non è mai esistito; è solo una sorta di copertura commerciale per tentare di nascondere e far dimenticare la vera natura dell’icona natalizia: un essere gigantesco dotato di enormi corna caprine che semina terrore nelle terre scandinave e si ciba prevalentemente di bambini disobbedienti. Nel film di Helander non ci è permesso di vedere la creatura nella sua fisicità [Babbo Natale è rinchiuso fin dall’inizio in uno spesso blocco di ghiaccio da cui fuoriescono solo le corna arcuate], ma ci vengono mostrate delle illustrazioni, raccolte in un libro che il bambino cattivo con ambizioni eroiche, Pietari [Onni Tomila], sfoglia mentre tenta di far venire al pettine tutti i nodi di una intricata vicenda che, a pochi giorni da Natale, sta prendendo piede nel suo piccolo e innevato paese, dove iniziano a scomparire ogni forma di stufa, termosifone e forno.Un’importante opera di scavo in un ghiacciaio montano pare abbia riportato alla luce un importante quanto imponente reperto da trattare con il massimo riserbo, e una terribile strage di renne, loro unica fonte di sostentamento, ha messo in ginocchio l’economia della piccola comunità.
Le ricerche di Pietari lo porteranno non solo a scoprire la reale identità di Babbo Natale, ma anche a scontrarsi con una mandria di elfi feroci e scatenati, suoi assistenti, nudi e barbuti con occhi ferini e denti e unghie affilati.
Trasporto eccezionale è il sabotaggio dei soliti melensi filmoni natalizi, pur rimanendo nell’ambito della fiction classica dalla marcata discendenza fiabesca: intelligente e d’intrattenimento, cattivo e ben strutturato. Il film obbligato per il passatempo festivo.
Niente miracoli sulla 34a strada. Per nessuno!
Luca Ruocco
Regia: Jalmari Helander
Con: Onni Tommila, Jorma Tommila, Tommi Korpela
Sceneggiatura: Jalmari Helander, Juuso Helander, Petri Jokiranta, Sami Parkkinen