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BOX OFFICE 3D di Ezio Greggio

boxoffice1Esiste una comicità tutta italiana che ha volontariamente deciso di non evolversi, di restare caparbiamente attaccata a espedienti stra-conosciuti, gag già viste e battute scontate, per fare del banale non solo una bandiera, ma un linguaggio da  gestire in comune con un pubblico di fedelissimi, un bagaglio da condividere con appassionati che sanno già cosa aspettarsi dal film secondo un patto mentalmente contratto con l’autore. Così passano i decenni, gli autori/attori invecchiano, bloccati all’interno di un inceppato loop creativo che, allo stesso tempo, li condanna ad un sempiterno ripetersi di cose già fatte e dall’altro li eleva su un ovattato piedistallo di immortalità popolare.

Funziona così nei Generi: sentimenti come paura [per l’horror] o divertimento [per la commedia] si legano con doppio nodo a meccanismi di richiamo, a cause scatenanti che diventano modus operandi, atmosfere, cliché.

Ovvio, la cosa importante, lo scarto tra film e film, sta proprio nel riuscire a sfruttare l’atmosfera “sicura” perché già rodata, per riuscire a tirar fuori qualcosa di personale: cadere nel cliché non è di per sé negativo, nel Genere, ma che diventa un sotterfugio indifendibile se al suo interno l’autore non mette in atto un progetto organico di crescita creativa.

Nella commedia contemporanea italiana, ad esempio, si legge a chiare lettere un disonesto piano esclusivamente commerciale che, nel più totale disinteresse qualitativo, si immola ad un processo di serializzazione che causa la monotona ripetitività in “episodi” inutili l’uno più dell’altro, o in emuli di una finta e svanita giovinezza artistica.

Che un film come Box Office 3D [2011] abbia aperto [fuori concorso] l’ultima edizione del Festival del Cinema di Venezia, sarebbe stata, di per sé, un buon segno di apertura al cinema disimpegnato che da qualche anno sta puntellando il programma del festival lagunare.

Quello che lascia profondamente delusi è che Box Office 3D non sia affatto un film meritevole di tanto afflato: figlio diretto di altri parodia-movie firmato dallo stesso Ezio Greggio [Il silenzio dei prosciutti, 1994], auto-elevatosi a più grande parodia cinematografica [forse per numero di titoli parodiati, ma ci sarebbe da metterlo a confronto coi tanti epigoni made in USA, che vengono annualmente sfornati con lo stesso scopo] e fregiatosi [chissà perché] del traguardo di primo film italiano [di questa nuova ondata] girato in tre dimensioni.

boxoffice2Tirando le somme, l’idea di una iper-parodia cinematografica italiana, che nascondesse all’interno di rifacimenti filmici un substrato culturale nostrano e che fosse ragionata risposta alle imperanti parodie alla Scary Movie [Keenen Ivory Wayans, 2000]e simili, sarebbe stata un interessante caso da supportare.

Al check-in, però, arriva un film costruito come contenitore di fake-trailer e spezzoni parodiati [anche questa idea non male] stracolmo, però, di citazioni calcistiche e televisive, battute scatologiche [con il sesso in prima fila] talmente scontate da aver perso ogni aspetto ludico, e un po’ di auto-citazioni di battute di Greggio direttamente importate, anche stavolta, dalla tv.

In Box Office 3D trovano spazio classici contemporanei [Harry Potter, Il codice Da Vinci, Il Gladiatore, Avatar] al fianco di titoli più datati [Il padrino, Zorro] e si mescolano attori comprimari come Maurizio Mattioli, Enzo Salvi, Antonello Fassari, Gigi Proietti e un’Anna Falchi che ancora gioca a far la giuliva, stuzzicando gli appetiti dei machi tracollati.

Tra i classici siparietti di nomi pronunciati in maniera errata [e compromettente]e il pierinesco personaggio di Harry Sfotter, eternamente rimandato agli esami di magia, la parodia che, in potenzialità, sarebbe potuta essere la più riuscita, è anche quella più volgare: Viagratar, in cui le creature blu del pianeta Panduro, vivono evoluzioni erotiche, osannando il Bunga Bunga, ormai dipendenti dalle compresse bluastre che crescono sugli alberi. Peccato si tratti di una breve parentesi, senza uno sviluppo narrativo.

Per i fan più inossidabili, della comicità italica anni ’80, Moviemax distribuisce Box Office 3D, in edizione DVD e Blu-Ray. All’interno del BD, sono presenti le edizioni in alta definizione in 2 e 3D, oltre ad un breve backstage e ad una collezione di spot e trailer del film.

Luca Ruocco

 

Regia: Ezio Greggio

Con: Ezio Greggio, Maurizio Mattioli, Enzo Salvi, Antonello Fassari

Durata: 102’

Formato: High Definition Widescreen 1.85:1 1920X1080

Audio: Italiano DTS-HD High Resolution 5.1

Distribuzione: Moviemax Media Group [www.moviemax.it]

Extra: Include le versioni 2D e 3D del film; Speciale TV; Spot TV; Trailer Cinema

InGenere Cinema

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