Home / Recensioni / In sala / IL MIO AMICO MASSIMO di Alessandro Bencivenga

IL MIO AMICO MASSIMO di Alessandro Bencivenga

Se fosse ancora in vita Massimo Troisi  avrebbe quasi 70 anni, e chissà in questi anni quante altre meraviglie, comiche e drammatiche [pensiamo a Il postino, ad esempio, suo ultimo film diretto con Michael Radford, ispirato al romanzo Ardiente paciencia di Antonio Skarmeta, in cui Troisi firmava anche la sceneggiatura, oltre a ricoprire un ruolo da protagonista], ci avrebbe regalato.

«L’amicizia è più impegnativa della passione e dell’amore.»

Questa considerazione dell’ attore/regista sull’amicizia, più vera che mai, introduce l’inizio e chiude la fine di Il mio amico Massimo, docufilm diretto da Alessandro Bencivenga distribuito nelle sale italiane dal 15 al 21 dicembre, distribuito da Lucky Red e prodotto da Piano B produzioni, co-prodotto da Lambda, produttori associati Spaghetti Picture e Screen Studio.

Il mio amico Massimo è un tributo sincero a Troisi, che racconta la vita artistica di questo attore, regista e sceneggiatore indimenticabile; uno dei pochi artisti che riesce a mettere d’accordo tutti, che tanto ha dato al teatro [pensiamo solo al trio La Smorfia, che certo non ha bisogno di presentazioni], e poi al cinema, ma anche alla televisione.

Nonostante Troisi sia apparso poco in TV, le sue comparsate sono tutt’oggi ricordate come eventi unici, memorabili. Pensiamo alla sua partecipazione ad una puntata di Indietro tutta, o a Domenica In, solo per citarne alcuni. A distanza di quarant’anni, ci si continua a rammaricare per gli screzi tra il trio La Smorfia e la Rai prima dell’esibizione dei comici al Festival di Sanremo del 1981, esibizione annullata a causa di presunte rigidità da parte di Rai in merito agli argomenti che Troisi avrebbe voluto trattare, con Lello Arena e Enzo Decaro. Un vero peccato.

Bencivenga trae molto materiale dalle Teche Rai e non solo, materiale prezioso e ricco, che esalta la figura dell’artista ma anche la sua personalità. Viene fuori infatti la dolcezza, la tenerezza e la timidezza di un uomo molto modesto, quasi imbarazzato dal suo successo.

Questi suoi lati caratteriali vengono sottolineati da Carlo Verdone, che ricorda in uno dei suoi interventi nel docufilm le uscite con un pigro Troisi per Roma in cerca di cinema di periferia, dove poter guardare un film evitando la folla. Molti sono gli interventi presenti, da Clarissa Burt, che ricorda alcuni aneddoti giocosi con l’attore, a Cloris Brosca, che recitò in Ricomincio da tre [1981], e che ricorda quell’esperienza così importante e sottolinea, citando alcuni aneddoti, la semplicità e generosità di Troisi. A questi poi si aggiungono gli interventi di Maria Grazia Cucinotta, del maestro Renzo Arbore, di Nino Frassica, ed estratti di interventi di Pippo Baudo che, tra le altre cose, riflette sulla novità che l’artista napoletano aveva rappresentato nel mondo dello spettacolo in generale, televisione compresa, basti pensare alle sue interviste televisive che erano dei veri e propri siparietti spassosi.

A fare da viaggiatore in un questo docufilm Gerardo Ferrara, che nel 1979, a Sapri, incontrò per la prima volta Troisi con Decaro e Arena in un loro spettacolo, e che ricorda quel momento così importante nella sua vita, e quella amicizia con Troisi che si fece sempre più solida e fraterna. C’è un momento nel documentario davvero toccante, in cui Ferrara si commuove nel parlare dell’amico, e ricorda la sua presenza ne Il postino come controfigura del protagonista, malato da tempo e che di lì a poco ci avrebbe lasciato.

Da sottolineare il contributo di Lello Arena e Cloris Brosca, voci narranti del film, che ripercorrono i momenti salienti della vita artistica di Massimo Troisi.

Il mio amico Massimo è un docufilm semplice, piacevole da vedere, che ha però il difetto di condensare in circa 80 minuti la carriera teatrale e cinematografica di un artista davvero molto sfaccettato, parte della sua biografia, repertori sui suoi spettacoli, spezzoni di film, incursioni televisive, interventi e anche una parte fiction. Proprio quest’ultima risulta essere un di più, e inoltre è anche un po’ forzata, soprattutto nei dialoghi. Peccato che negli interventi manchino le dichiarazioni dello stesso Arena, di Decaro, di Benigni [di cui nel docufilm è inserito un piccolo inserto], o di altri artisti che hanno collaborato con lui. Interessante sicuramente è la ricostruzione degli inizi di Troisi nel mondo del teatro, con il teatro parrocchiale a San Giorgio a Cremano che è stata un po’ la sua scuola, per poi creare prime compagnie e conoscere il successo con La Smorfia.

Il mio amico Massimo è un lavoro che pone al centro del racconto, prima che l’artista, un uomo perbene, di grande sensibilità e carisma.

Gilda Signoretti

IL MIO AMICO MASSIMO

Regia: Alessandro Bencivenga

Uscita in sala in Italia:  dal 15 al 21 dicembre 2022

Sceneggiatura: Alessandro Bencivenga

Produzione: Piano B produzioni, Lambda

Distribuzione: Lucky Red

Anno: 2022

Durata: 86’

InGenere Cinema

x

Check Also

Sergio Bonelli Editore presenta DYLAN DOG – MATER MORBI – Nuova Edizione

Dal 26 aprile torna in libreria e fumetteria uno dei titoli più ...