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THOR: LOVE AND THUNDER di Taika Waititi

Taika Waititi e Chris Hemsworth tornano a far coppia nel Marvel Cinematic Universe con Thor: Love and Thunder, sequel di Thor: Ragnarok [2017] e ventinovesimo film della saga cinecomics più prolifica di sempre.

L’incipit del nuovo film incentrato sul Dio del Tuono si radica negli eventi narrati in Avengers: Endgame [2019] e, con una trovata narrativa semplice ed efficace [poi ripresa in più punti nella pellicola], ripercorre le tappe fondamentali della personale epopea dell’eroe, fino a ripresentarcelo nell’ultima versione che abbiamo conosciuto: entrato svogliatamente a far parte della formazione dei Guardiani della Galassia, prova a ritrovare sé stesso e un po’ di pace interiore andando in giro per l’Universo a salvare popolazioni aliene da altri popoli bellici e invasori.

La parentesi, però, dura poco all’interno della drammaturgia di questo nuovo film, perché Thor è richiamato nella sua città d’origine e alla sua essenza di divinità dall’entrata in scena di un villain da horror: Gorr, il macellatore di dei [Christian Bale], che dopo aver subito un brutto lutto e aver preso una cocente delusione da parte della divinità che avrebbe dovuto proteggerlo, si trasforma in una sorta di feroce anti-dio, un po’ come accadeva nel Dracula di Bram Stoker di Coppola.

Mentre questa presenza davvero oscura e sofferente inizia a far strage di esseri potenzialmente immortali, ad Asgard ricompare anche l’unico e grande amore di Thor: l’astrofisica Jane Foster [Natalie Portman], che sembra essere stata richiamata da una sorta di forza magnetica proveniente dai frammenti del Mjollnir del suo ex fidanzato.

Il suo arrivo in città, praticamente contemporaneo al ritorno all’ovile di Thor, non può essere una coincidenza. E in effetti non lo è, visto che il motivo profondo che muove il viaggio di Jane è anch’esso scolpito nella sofferenza fisica e morale [come succede per Gorr] e ancor più perché, come in una fiaba, la presenza della donna darà al martello divino la forza di ritornare integro e l’arma donerà a lei super poteri simili a quelli del suo innamorato, trasformandola nella Potente Thor [o Mighty Thor].

La squadra, completata dalla presenza di Valchiria [Tessa Thompson] e dall’alieno di roccia Korg [Taika Waititi], dovrà fermare a tutti i costi il macellatore di dei e non solo per mettere in salvo una sfilza di colleghi del protagonista del film. Gorr, infatti, non si fa scrupoli ed è pronto a compiere stragi di fedeli innocenti, mentre continua la sua scalata all’Olimpo delle divinità e più si avvicina al potere supremo, più ogni forma di vita dell’Universo rischia di scomparire, per provare a placare la furia che ormai ha consumato il cuore e l’anima di questa creatura.

Fratello [a nostro parere più riuscito] di Ragnarok, questo Love and Thunder eredita dal predecessore il tipo di ironia sfrenata e costantemente urlata e sopra le righe. Questo potrebbe essere il più grande deterrente alla fruizione del nuovo film: non ci sono mezze misure, come in altre saghe soliste della Marvel. Il duo Waititi/Hemsworth ha ormai scelto di avere come caratteristica riconoscibile del loro filone asgardiano proprio questo continuo ricorso ai toni demenziali, anche al nonsense, che a volte non riesce a sposarsi perfettamente con i toni derivanti dai miti nordici o con le orchestrazioni action da cinecomic, mentre altre volte regalano momenti di divertimento riusciti [senza entrare in allarme spoiler citiamo solo la presenza di due enormi capre urlanti e un rapporto a tre davvero combattuto tra Thor, la sua nuova arma molto gelosa e quella vecchia che pare averlo tradito con la sua ex].

A guardarlo bene e da vicino Love and Thunder è una grossa commedia romantica, che racconta l’amore tra due amanti, il suo sbocciare, il suo sviluppo, il suo declino e la sua fine. Ma racconta anche la sua possibile rinascita, il riscoccare di una scintilla rimasta sopita, ma mai spenta. Si tratta di un cinecomic che mette in secondo pieno il lato supereroistico, anche se ci presenta su schermo continui combattimenti con mostri enormi fatto di ombra e altre situazioni eclatanti. Ma l’importanza, l’accento, è posto sul sentimento. Sul cuore. E qui sta il bene e il male del film.

Perché Love and Thunder ci racconta l’amore anche da un punto di vista ben più tragico e struggente. Drammatico. Così come racconta la perdita della fede, il viaggio cieco nel buio assoluto e forse il ritrovamento di un principio di speranza, se non nell’assoluto, nel minuto e riscontrabile.

Il film, al riscontro di tutti gli ingredienti, suona come una forte stonatura. Non riesce a trovare equilibrio tra i battiti di questi suoi due cuori, entrambi importanti per gli autori e il regista.

Non amalgama mai l’aria da commedia scanzonata e demenziale con il cupissimo dramma che prende pieno possesso dell’opera nell’ultima parte. È una lotta interna, intestina, in cui non ci sono vincitori ma probabilmente escono tutti vinti.

Quando né la commedia né il dramma riescono a impossessarsi a pieno del timone del film, il messaggio che arriva  – subliminale – è che Waititi non ha ancora scelto di fare chiarezza fra le sue idee riguardo Thor: sceglierà di prendere sul serio l’epopea del Dio del Tuono nell’MCU o darà vita a un qualcosa di sempre più gigionesco e folle, così come sembrava voler fare durante l’assurda scena del concilio degli dei, con uno Zeus/Russel Crowe mattatore?

L’assumersi piena responsabilità di una scelta più precisa donerà alla saga ancor più corpo. Di certo l’avventura vissuta dovrebbe donare al personaggio una coscienza di sé e del mondo più adulta e matura.

Luca Ruocco

THOR: LOVE AND THUNDER

Regia: Taika Waititi

Con: Chris Hemsworth, Christian Bale, Tessa Thompson, Jaimie Alexander, Taika Waititi, Russell Crowe, Natalie Portman

Uscita in sala in Italia: mercoledì 6 luglio 2022

Sceneggiatura: Taika Waititi, Jennifer Kaytin Robinson

Produzione: Marvel Studios

Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures

Anno: 2022

Durata: 119’

InGenere Cinema

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