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LATER + NUOVE MAPPE DEL PARADISO +IL DEMONE DI MASCON

Il giovane protagonista di Later, l’ultimo romanzo di Stephen King vede “la gente morta”. Nessuna novità, anzi, qualcosa di già sentito per gli amici dell’horror. Ma quando a raccontare è il Re, spesso [non sempre, ma molto spesso] anche il conosciuto acquista suoni, colori e sapori diversi. Ed è quello che succede anche in Later, dove King riesce a mettere a segno due gol da fuoriclasse. Il primo lo segna riscrivendo completamente le regole del “vedere-la-gente-morta”. King sa che un horror per funzionare bene ha bisogno di regole semplici e dirette, che il fruitore possa comprendere al volo e accettare come assiomi.

Le regole di Later sono proprio facili facili: 1) un morto appare nei pressi del luogo del decesso o in un luogo a lui molto familiare; 2) la vita “da fantasma” di un morto non è molto duratura. Lo spettro, infatti, inizia a consumarsi rapidamente e la prima cosa a scomparire lentamente è la sua voce; 3) un morto deve sempre rispondere a una domanda con un verità. Non può mentire.

Armato di queste regole Stephen King tira su una storia interessante che mescola le vicende e le tensioni di una famiglia sull’orlo di una grave crisi economica con poliziotti corrotti, trafficanti di droga e attentatori e con le dinamiche di una editor letteraria. Al centro di tutto il piccolo protagonista e i suoi morti.

Il secondo gol ha a che fare con la “mitologia” creata dalla sterminata produzione del Re, che ama intersecare romanzo con romanzo, anche per creare una sorta di gioco nerd/intellettuale con i suoi fedeli lettori. Succede, in grande, anche in Later dove si vanno a scomodare addirittura il “rito di Chud” e le luci dei defunti, quando il giovane protagonista avrà a che fare con uno spettro che sembra non sottostare a nessuna delle regole che aveva imparato a conoscere.

Una lettura piacevole, un King agile e intrigante. Forse un po’ fiacco nella chiusa. Edito da Sperling & Kupfer.

Autobiografia? Sì, ma una pensata, scritta e disegnata alla maniera di Marco Makkox Dambrosio.
Cioè come? In maniera ucronica.
Ucronica? Addirittura?!?
Si tratta di Nuove mappe del Paradiso che è un resoconto dei momenti più salienti di vita e d’arte che hanno formato l’autore Makkox, quello che oggi è co-autore del programma TV Propaganda Live e che un tempo è stato tante altre cose – da traslocatore a grafico, da guardiano di una cava a fenomeno del web – rimando sempre legato alla sua piccola ossessione: il disegno. Ossessione coltivata per lungo tempo puramente come passatempo, passione personale e neanche lontanamente pensata come futuro lavoro.

Nuove mappe del Paradiso è anche un manuale che parla di un mestiere, il mestiere di una vita: la storia di una vita legata al disegno e l’approdo quasi casuale [e rimasto obliquo, trasversale] alla satira politica, ma anche il lungo corteggiamento con il ruolo allo stesso modo più ingombrante e meno definito di “autore” TV e non solo.
Ci sono grandi incontri e collaborazioni [oltre Diego Bianchi anche Luca Bizzarri e Beppe Grillo…], ma ci sono soprattutto tante piccole “luccicanze”. Idee che danno corpo al libro.
Due sono queste: la prima è quella di accostare l’autobiografia ad uno dei suoi amati romanzi sci-fi dell’Urania [da qui la grafica, ma soprattutto l’ucronia del sottotitolo e della chiusa del libro].

La seconda, ancora più interessante è il riportare il disegno ad un fatto quasi tribale, sostituendo le pareti delle grotte abitate dagli uomini primitivi con quelle di un bagno di scuola, anzi, di quello della scuola frequentata dal giovane Marco Dambrosio.

Il suggerimento che Makkox da al suo lettore è proprio quello di guardare ai tanti disegni [vignette o sequenze che più che strisce ricordano le animazioni di Propaganda Live] presenti nel volume proprio come fossero disegni sulle pareti di un bagno scolastico e che, quindi, per loro natura devono essere:
– rapidi ed efficaci [essere quindi realizzati nel minor tempo possibile, ma avere un effetto eclatante sui fruitori];
– avere una durata precisa [prima della successiva imbiancatura della parente e dei disegni che poi torneranno a coprire il bianco. Un po’ come succede – anche in questo caso – sugli schermi di Propaganda].
Edito da People.

Da buoni amici dell’horror avrete di certo sentito parlare di demoni e di poltergeist.
Ne avrete anche visto le terribili gesta [ricostruite, certo] all’interno di film horror più o meno riusciti. Nella saga The Conjuring creata da James Wan e dedicata ai coniugi demonologi Warren, ad esempio.
Ma forse, come il sottoscritto, finora non siete mai incappati nella storia del demone che infestò per qualche mese la casa di un pastore ugonotto nella Francia del 1612. E vi assicuro: è un’esperienza che non dovete trascurare.
A venirci incontro per permetterci di colmare la nostra lacuna è Golem Libri che ha da poco portato in libreria un piccolo libretto di meno di 60 pagine che, però, racchiude l’intero resoconto di quei mesi di infestazioni, raccontati in prima persona dal padrone di casa, il pastore François Perrault.

Nelle pagine del libro sono raccontati fenomeni paranormali a cui film e racconti ci hanno abituati [oggetti che scompaiono e riappaiono, coperte tirate via dal letto durante il sonno, pietre o altri oggetti contundenti lanciati contro i malcapitati abitanti della casa], ma c’è qualcosa di assai più particolare e interessante. Il demone che ha deciso di prendere momentanea residenza a casa Perrault non si limita a far sottintendere la sua presenza, ma si palesa nel modo più esplicito che mi sia mai capitato di leggere: inizia a intavolare discorsi serali con il padrone di casa e con gli altri abitanti della comunità che, giorno dopo giorno, andavano a dar supporto alla famiglia. Dialoga, dimostra di conoscere i segreti di tutti i presenti, li schernisce, li minaccia, racconta fatti verificabili avvenuti a Mascon o nei comuni limitrofi… arriva a spacciarsi per un altro demone [un suo servo] o a promettere ricchezza in cambio di un po’ di benevolenza.

Insomma, mai letto di un demone così loquace, ma quel che è più interessante e – ovviamente – calare quanto riportato nel resoconto [anche grazie alle note] nella cultura dell’epoca e al folklore, all’ossessione inquisitoria per stregoneria e demonologia.

Il Demone di Mascon – Un poltergeist tra gli Ugonotti fa parte della collana Folk-Lore, in cui Golem Libri raccoglie testi interessanti a tema paranormale [dalla stregoneria ai demoni, ma anche fate].

Luca Ruocco

InGenere Cinema

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