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LUPIN III – THE FIRST di Takashi Yamazaki

Adrenalina. Azione. Comicità. Battute ingenue, ma in fondo sempre divertenti. Gli ingredienti vincenti di un’ottima ricetta non si cambiano mai, dice il buon senso e la buona strategia di vendita e di franchise. E infatti questo The First, fiammante nuovissima pellicola d’animazione dedicata al più buffo, simpatico, astuto, fortunato e svicolante eroe-antieroe nato dalla mente di quel genio di Monkey Punch, li conserva e mette in campo con cura tutti, sfoggiando uno dietro l’altro un arsenale tirato a lucido di battute, mirabolanti inseguimenti, colpi di mano oltre l’inverosimile [ma come tutti i veri fan sanno bene, per una storia di Lupin III questo è un vanto, oltre ad essere un’inconfondibile firma], come pure lo sono i mille travestimenti divertenti e improbabili, tranelli nei quali solo gli sciocchi e ottusi antagonisti del nostro amato Arsenio nipote possono abboccare. Insomma, parliamo degli stilemi di un classico della cultura pop a tutti gli effetti, presentati con cura quasi maniacale ogni volta che la storia ne offre l’opportunità.

Storia costituita, in questo caso da una base semplice e assolutamente godibile: un diario perduto, quello del famoso archeologo Bresson, sogno irraggiungibile del nonno Lupin I, si riaffaccia al mondo, facendo immediatamente gola al nostro beniamino.

Questo diario, tuttavia, ha una storia avventurosa, essendo stato, all’epoca, nelle mire di un’organizzazione nazista devota al Fuhrer, in un intreccio da fanta-storia che non ha niente da invidiare al miglior Indiana Jones. E infatti, è proprio una giovane, Laetitia [Joy Saltarelli], il cui più grande sogno è quello di diventare archeologa, a trovarsi sulla strada di Lupin III, oggi, pur contro la sua volontà; il nonno della giovane, infatti, malvagio studioso frustrato dal desiderio di fama, caduto in disgrazia, è il manipolatore delle sue azioni, costringendola a diventare una ladra lei stessa, con il ricatto dell’iscrizione della ragazza alla più prestigiosa facoltà di archeologia del mondo, cosa che coronerebbe il grande sogno della giovane.

E così, tra frammenti del passato, leggende, nazisti che vogliono far rinascere il reich e vocazioni ereditarie del nostro Lupin che sogna di arrivare dove suo nonno non è mai riuscito, seguiamo le rocambolesche e avventurose vicende della vecchia banda al completo: oltre allo stesso Lupin III [Stefano Onofri], infatti, tornano anche Daisuke Jigen [Alessandro Maria D’Errico], Goemon Ishikawa [Antonio Palumbo], Fujiko Mine [Alessandra Korompay], ai quali si aggiunge, incredibilmente, anche l’amato ispettore “Zazà” Zenigata [Rodolfo Bianchi], che davanti alla minaccia nazista, non esita non solo a seppellire momentaneamente l’ascia di guerra con il suo acerrimo nemico, ma addirittura a mettere in comune anche le forze dell’Interpol, pur di sconfiggere i cattivi per eccellenza.

Fin qui tutto regolare. Se non fosse che, per la prima volta, i nostri amati eroi di una vita li vediamo non più disegnati con il classico stile cui siamo abituati da ormai cinquant’anni, ma in 3DCG; e questo, effettivamente, da tutta un’altra prospettiva alla visione di queste avventure. Come se realmente ci trovassimo davanti alla prima avventura [come da titolo] di una nuova era. Tutto quello che sapevamo ci viene puntualmente ricordato e servito, in modo da garantire il nostro comfort e il nostro agio di spettatori affezionati, eppure tutto sembra nuovo, rivoluzionario, diverso, fresco. Tipico e perfetto esempio di questa ventata di novità è il rendersi conto di un dettaglio, semplice eppure sconvolgente: la classica giacca rossa sventolante del nostro eroe è di pelle. Lo è sempre stata? Abbiamo mai avuto modo di notarlo, dalle precedenti animazioni? È importante saperlo? Difficile rispondere ad almeno alcune di queste domande, eppure qui, ora, in questa nuova incarnazione lo vediamo, in maniera evidente e incontrovertibile. E questo basta per inserire, all’interno di un quadro che avrebbe rischiato di essere fin troppo famigliare, un punto di vista nuovo, che ci mostra storie, contesti, avventure e idee da un’angolazione inaspettata: se posso accorgermi di un dettaglio simile, quanti altri elementi possono essere finalmente mostrati e resi evidenti, attraverso una vividezza diversa, un guizzo animato, una grande fluidità di animazioni.

Lupin III é sempre stato caratterizzato da animazioni di altissimo livello, soprattutto pensate appositamente per la sua narrazione, fluide, allungate, quasi a generare delle pennellate che si inseguono su una tela, quindi di certo non possiamo parlare di salto evolutivo: ma senza dubbio possiamo parlare di cambiamento, di svecchiamento e di innovazione, applicata però in maniera decisamente organica al racconto e all’anima pop del personaggio stesso, senza stravolgimenti.

Lo stesso Monkey Punch [che fin dall’inizio ha creduto nello sviluppo dell’ambiente digitale per il disegno dei suoi personaggi, compatibilmente con lo sviluppo delle capacità grafiche dei PC dell’epoca] è stato, negli anni, il primo presidente dell’Associazione Manga Digitali; per lunghi anni, ha sempre detto con impazienza “Lo voglio vedere”, a proposito di un Lupin III in 3DCG [come ad esempio in occasione dell’uscita del film Lupin III vs. Detective Conan, in cui ha commentato scherzosamente: “La prossima volta lo voglio vedere in 3D”].

Il progetto ha rappresentato una notevole macchina produttiva, da quando nell’autunno del 2015 si è aggiunto il regista Takashi Yamazaki; la sceneggiatura viene riscritta per ben dodici volte nell’arco di un anno e per la prima volta per un lungometraggio nipponico viene realizzato uno Story Reel [storyboard legati insieme a formare un video] sul quale vengono montate le voci originali dei protagonisti, che doppiano senza conoscere i movimenti effettivi, dunque, e dando vita loro stessi a quelle che saranno le animazioni vere e proprie nella fase successiva del lavoro [dando vita, naturalmente, a creativi momenti di improvvisazione, alcuni dei quali mantenuti nella pellicola finale].

Insomma, l’ambizione, lo sforzo, la cura e l’innovazione ci sono tutti, come un franchise di questo calibro merita; come pure il rispetto di tradizione e canoni. E forse proprio questo, per quanto ci garantisca una comfort-zone nostalgica e accogliente, lascia lo spettatore più smaliziato con un desiderio non del tutto soddisfatto, alla fine della visione: riconosciamo le battute, ma sorridiamo soltanto; ci ritroviamo negli inseguimenti surreali, ma il nostro respiro varia appena; vediamo volare via il nostro eroe, e abbozziamo solo una smorfia di nostalgia, aspettandoci forse qualcosa in più, che non riusciamo a scovare davvero, fra le pieghe della storia. Qualcosa che, invece, quelle immagini tirate a lucido, patinate, innovative, forse pretenderebbero.

Federico Moschetti

LUPIN III – THE FIRST

Regia: Takashi Yamazaki

Con: Stefano Onofri, Alessandro Maria D’Errico, Antonio Palumbo, Alessandra Korompay, Rodolfo Bianchi

Uscita in sala in Italia: giovedì 27 febbraio 2020

Soggetto: Monkey Punch

Sceneggiatura: Takashi Yamazaki

Produzione: Marza Animation Planet, TMS Entertainment, TOHO Animation

Distribuzione: Koch Media

Anno: 2019

Durata: 93’

InGenere Cinema

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