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KLAUS di Segio Pablos

Non è un mistero che il cinema d’animazione e i cartoni animati occupino uno spazio speciale nel cuore di chi scrive. La fantasia che si veicola attraverso questa tecnica, vecchia quanto il cinema, è poderosa e riempie la mente e l’anima di ogni spettatore, grande o piccolo che sia. È un puro gesto artistico quello che filmmakers, produttori e animatori compiono per realizzare e donare stupore e meraviglia e quando questo sforzo riesce la soddisfazione è enorme e vincente sul tempo che passa.

La sensazione che si ha guardando Klaus è proprio questa, quella di trovarsi di fronte a un’opera che resisterà resiliente al passare degli anni e che conquisterà il cuore e l’intelligenza di molte generazioni.

Jesper è il peggiore studente dell’Accademia delle Poste. Per redimere la sua pessima reputazione gli viene offerta un’opportunità: consegnare la posta in uno sperduto villaggio, Smeerensburg, sito su un’isola ghiacciata del freddo nord, al di là del Circolo Polare Artico. Qui nessuno ha voglia di scambiare lettere né qualche chiacchiera, anzi gli abitanti del posto sono molto schivi. Jesper sta per desistere nella sua ricerca, quando incontra Alva, un’insegnante locale che gli offre il suo aiuto, e conosce il falegname Klaus, che conduce la sua esistenza in una baita, dove realizza giocattoli.

L’amicizia nata tra Jesper e il falegname riporterà l’allegria nel posto e la nascita di una nuova tradizione, fatta di magia e generosità. È così che in un paesino dove i sentimenti sembrano ghiacciati, le persone scopriranno che a un semplice atto di bontà ne consegue sempre un altro più grande.

È già un classico questo delizioso disegno animato dal look anni novanta e dalla regia ispirata e riconoscibile. Lo spagnolo Sergio Pablos costruisce un universo cupo e rancoroso, predisposto e abituato alla scortesia, alla violenza e all’egoismo. Ogni abitante di Smeerensburg appartiene a un clan e in nome di esso da sfogo alla miseria umana più miserabile. Il bene non è un’opzione in questa comunità che si regge sull’odio e l’incomprensione. Tuttavia, anche in un posto come questo la speranza agisce per vie misteriose. Infatti, il più improbabile degli eroi, un egocentrico e privilegiato “figlio di papà”, consente al bene una chance e tutto cambia.

Una splendida favola sulla genesi di Babbo Natale – Santa Klaus, se preferite – che intrattiene, diverte e commuove fino alla lacrime. Con un tratto animato estetico e sorprendente, che unisce con grazie e inventiva la computer grafica all’animazione tradizionale. C’è amore nel film di Pablos: quel tipo di amore che ti fa sopportare la fatica, la frustrazione e la stanchezza che solo i cartoonist conoscono. C’è abnegazione alla ricerca della bellezza, del gusto e della misura. C’è la pazienza di chi sa che deve donare se stesso per ricevere qualcosa di più grande in cambio: l’arte. C’è il cinema in Klaus. E poco importa, ahimè, se gli spettatori non lo vedranno in sala questo gioiello. Ciò che importa è che una pellicola così sia stata prodotta in questo periodo storico avaro di iniziative originali. Dove la paura di ciò che appare differente atterrisce e impedisce ogni iniziativa nuova o realmente sincera. Klaus è una buona notizia, che possa dare seguito ad altre ancora più grandi? Ce lo auguriamo con tutto il cuore.

Paolo Gaudio

KLAUS

Regia: Segio Pablos

Con le voci di: Marco Mengoni, Francesco Pannofino, Ambra Angiolini, Carla Signoris, Neri Marcorè, Jason Schwartzman, J.K. Simmons, Joan Cusack, Rashida Jones, Norm MacDonald, Will Sasso

Uscita streaming in Italia: venerdì 15 novembre 2019

Sceneggiatura: Sergio Pablos, Jim Mahoney, Zach Lewis

Produzione: Netflix, SPA Studios e Artesmedia Cine

Distribuzione: Netflix

Anno: 2019

Durata: 98’

InGenere Cinema

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