Covenant è una nave spaziale impiegata in una missione di colonizzazione planetaria. Nel pieno del proprio viaggio, una tempesta di neutrini rischia di mandare in avaria gran parte degli impianti, per questo il computer centrale e il membro sintetico dell’equipaggio, Walter, decidono di risvegliare capitano, piloti e squadra al comando.
Durante le manovre messe in atto per riportare la situazione alla norma, l’equipaggio intercetta un messaggio proveniente da un pianeta abitabile molto più vicino rispetto a quello scelto come destinazione.
Quando parte dell’equipaggio scende sulla superficie del pianeta, una spaventosa e minaccia biologica non tarda palesarsi. Ma non è la sola sorpresa ad aspettarli: gli uomini del Covenant ritrovano un velivolo alieno schiantato e le tracce del passaggio della nave spaziale Prometheus… In poco tempo i nuovi arrivati verranno rintracciati da David, l’androide della nave misteriosamente scomparsa, un modello precedente a quello di stanza sul Covenant, ma di identico aspetto esteriore [doppia parte, quindi per Michael Fassbender, che si trova anche a gestire una scena che potrà far sbocciare qualche sorriso]. Già… Prometheus…
Nel precedente capitolo della saga, Ridley Scott e gli sceneggiatori Jon Spaihts e Damon Lindelof erano riusciti ad ingrandire l’universo narrativo di Alien, ad allargarlo in maniera smisurata, rischiosa addirittura.
L’inserimento di teorie creazioniste, dei famosi Ingegneri, aveva fatto traballare il microcosmo narrativo forte proprio perché chiuso e riconoscibile. L’aveva reso instabile, ma anche nuovo e affascinante.
Ma il ritrovarsi all’interno di un qualcosa allo stesso tempo conosciuto e irriconoscibile, aveva frazionato in due parti il pubblico di fan dello xenomorfo. Non una perfetta metà, perché le reazioni del pubblico tesero più a rimarcare con nostalgia la distanza che separava Prometheus dal resto della saga.
Di certo per rispondere a questa frangia poco convinta, Alien: Covenant vuole apparentarsi ad Alien più che al suo capitolo predecessore. Non può, certo, dimenticare il viaggio della nave Prometheus o la mitologia degli Ingegneri, ma non vuole porre l’accento su quello. Non per niente nel titolo torna ad essere specificata la parola “Alien”.
Ridley Scott fa, quindi, qualche passo indietro. Lo fa bene, e con mestiere. Ma per chi aveva amato il precedente allargarsi dell’orizzonte narrativo, il ritorno ad una storia più piccola può creare qualche attimo di stordimento.
Alien: Covenant non punta sul nuovo e, anzi, rielabora atmosfere e situazioni conosciute, proprio per riagganciare un pubblico un po’ disaffezionato, ma allo stesso tempo cerca di rimettere in ordine alcune delle cose lasciate in giro da Prometheus. Prova a dare veloci risposte ai quesiti sospesi, che tanto amari erano risultati alla bocca dei più, ma allo stesso modo prova a chiudere in modo veloce, e in alcuni casi noncurante, alcune aperture forse troppo spinte. Il dubbio è se sia una marcia decisa o no, se qualcosa possa essere ripescato e riaffrontato nella prossima storia, visto il finale lasciato molto aperto.
Per quanto riguarda il lato sci-fi e le creature, il lavoro fatto sugli xenomorfi è davvero buono negli esemplari adulti, un po’ meno convincente nei cuccioli, e buono anche nella presentazione di altri esseri, esemplari ibridi che l’equipaggio di Covenant si troverà ad affrontare sul pianeta sconosciuto.
Nonostante il buon lavoro tecnico fatto, l’operazione di recupero che comunque riesce a scatenare bene il meccanismo dell’effetto nostalgia, di certo Alien: Covenant sceglie volutamente di non puntare sulla sorpresa, e qualche volta inciampa in un senso del prevedibile che potrebbe giocargli a sfavore, e per far partire la realmente la parte interessante della storia ci impiega qualche anno luce!
Luca Ruocco
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ALIEN: COVENANT
Regia: Ridley Scott
Con: Michael Fassbender, Katherine Waterston, Billy Crudup, Danny McBride, Carmen Ejogo, Amy Seimetz, Jussie Smollet, Callie Hernandez
Uscita in sala in Italia: giovedì 11 maggio 2017
Sceneggiatura: John Logan, Dante Harper
Produzione: Brandywine Productions, Scott Free Productions
Distribuzione: 20th Century Fox
Anno: 2017
Durata: 122’