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KING ARTHUR – IL POTERE DELLA SPADA di Guy Ritchie

Quando il padre del piccolo Artù viene assassinato, suo zio Vortigern si impadronisce del trono. Privato dei diritti che gli spetterebbero per nascita e senza sapere chi sia realmente, Artù riesce a sopravvivere nei vicoli oscuri della città. Solo quando estrae la mitica spada dalla roccia la sua vita cambia radicalmente ed è costretto ad accettare l’eredità che gli spetta di diritto.

Il nuovo film di Guy Ritchie, a due anni di distanza da Operazione U.N.C.L.E. [2015] e ben sei dal secondo capitolo su Sherlock Holmes [Gioco di ombre, 2011], ripropone in salsa post-moderna le avventure di Re Artù, di cui ricostruisce storia, origini e mito, tracciando il solco per una possibile saga.

King Arthur – Il potere della spada rientra pienamente nella fascia media dei blockbuster che siamo abituati a vedere, ma l’approccio produttivo e di realizzazione permette di fare alcune riflessioni aldilà del risultato finale.

L’intento di Guy Ritchie e di Lionel Wigram è di mescolare le caratteristiche dell’epica e del fantasy puro con quelle di crime movie/gangster movie/black comedy [che fanno parte del DNA del regista sin dagli esordi], in particolare nel modo in cui vengono raccontati i personaggi, i volti scelti per interpretarli, nell’uso della macchina da presa, nel montaggio e in alcune gag.

Il tutto è farcito da un uso smodato di effetti speciali fracassoni al punto giusto [anche se nelle scene di combattimento mostrano evidenti limiti] e da un uso del 3D di cui si poteva fare tranquillamente in meno [come purtroppo succede nel 90% dei casi].

Questa commistione da vita ad uno strano ibrido e ne rappresenta sia il punto di forza che di debolezza.  In alcuni momenti sembra che il film non sappia bene che strada prendere, nonostante riesca ad intrattenere in maniera adeguata.

Ma forse è proprio questo doppio [o triplo] binario visivo a rendere godibile un film che altrimenti ci farebbe addormentare dopo pochi minuti.

Eppure bisogna chiedersi se tutto ciò rappresenti una strategia vincente. In questo caso non del tutto.

Al netto di tutto, rimane comunque un guilty pleasure divertente, un film d’intrattenimento puro che rischia in tanti momenti di strabordare oltre i limiti, nonostante abbia alle spalle un’idea non banale

Per fare un paragone con un altro fantasy, il tanto bistrattato Warcraft [Duncan Jones, 2016] è un film migliore di questo. Ciò non toglie che un approccio del genere possa produrre delle belle sorprese anche nel futuro prossimo.

Egidio Matinata

KING ARTHUR – IL POTERE DELLA SPADA

Regia: Guy Ritchie

Con: Charlie Hunnam, Astrid Berges-Frisbey, Eric Bana, Jude Law, Annabelle Wallis, Katie McGrath, Aidan Gillen, Millie Brady, Djimon Hounsou, Poppy Delevingne, Mikael Persbrandt, Peter Ferdinando

Uscita in sala in Italia: mercoledì 10 maggio 2017

Sceneggiatura: Joby Harold, Guy Ritchie, Lionel Wigram

Produzione: Safehouse Pictures, Village Roadshow Pictures, Warner Bros.

Distribuzione: Warner Bros.

Anno: 2017

Durata: 126’

InGenere Cinema

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