Home / Recensioni / In sala / PAURA dei Manetti Bros.

PAURA dei Manetti Bros.

paura3d1La monotona vita di tre ragazzi, residenti in uno dei quartieri periferici della Capitale, subisce una scossa sismica nel momento in cui il marchese Lanzi [Peppe Servillo] deposita la sua lussuosa auto nell’officina presso cui lavora Ale [Domenico Diele, già visto in A.C.A.B. – All Cops are Bastards], prima di partire per un weekend.

L’occasione di poter scorazzare per le vie suburbane con una “vera auto” è troppo ghiotta, soprattutto se ad accompagnarlo ci sono i due amici di sempre, il chitarrista spiantato Marco [Claudio Di Biagio, della web-serie Freaks! di cui vi abbiamo parlato qui] e il taciturno Simone [Lorenzo Pedrotti, attore protagonista del Krokodyle di Bessoni, qui, e del cortometraggio Versipellis di Della Pepa, qui], studente fuorisede, troppo noioso anche per riuscire ad impostare una relazione stabile con la ragazza di cui è invaghito.

I tre ragazzi trovano nel cruscotto dell’auto le chiavi di casa del marchese e, inebriati dall’idea di riuscire ad agguantare [anche per pochi istanti] uno status di vita profondamente differente da quello cui sono abituati, non resistono all’occasione di poter passare il weekend fra gli agi della sontuosa e isolata villa.

Scorazzando tra le inutilizzate collezioni di chitarre, videogiochi e auto d’epoca, e approfittando di cibo, champagne e altri confort, Ale, Marco e Simone non sanno di essere finiti nella tana dell’Orco. Inizieranno così bruciare tutte le tappe per diventare i suoi prossimi candidati ideali, iniziando con lo scendere le scale che dalla splendida casa portano alla cantina diroccata.

paura3d2Separatosi dal gruppo, infatti, Simone scoprirà, suo malgrado, che una ragazza è rinchiusa [Francesca Cuttica], nuda e malnutrita, all’interno di una stanza dalle pareti di muro grezzo. Ma proprio nello stesso istante il marchese farà improvviso ritorno a casa.

La sceneggiatura di Paura, scritta dai fratelli Manetti con Giampiero Rigosi e Michele Cogo, si muove sui toni del riconoscibile, per creare il terreno fertile al completo abbandonarsi dello spettatore, per poi coglierlo di sorpresa, virando bruscamente la traiettoria.

Il viaggio agli inferi proposto all’interno di questo loro primo titolo realmente horror ha una duplice valenza: c’è quello fisco dei tre amici che, per averne violato l’ingresso, sono condannati a rivivere la “casa dei loro sogni” come luogo di paura e di morte [in questo caso il tragitto di discesa/condanna è direttamente vissuto dal personaggio di Simone, l’unico a percepire il suono d’oltretomba che proviene oltre la stiva di bottiglie di vino], e c’è quello tutto mentale, iniziatico, della giovane reclusa, che si troverà, dopo una vita passata sottoterra, all’interno di quattro pareti, a doversi rapportare con il mondo esterno, bypassando il filtro/gabbia del marchese.

paura3d3Proprio per il meccanismo di discesa in un mondo altro sconosciuto e di risalita verso una quotidianità che sarà irrimediabilmente macchiata dal nero sfuggito dal mondo sotterraneo [con incluso il capovolgimento dell’identità filmica del personaggio fulcro], Paura ricorda molto da vicino L’arrivo di Wang [2011, qui la nostra recensione], film scritto e lavorato dai Manetti a distanza davvero ravvicinata, e che di pochi mesi l’ha preceduto in sala.

Va da sé che la struttura è stata stavolta caricata di stilemi, richiami e magma appartenenti alla cultura horror.

Si va dagli omaggi a Mario Bava, che si fa materia universitaria analizzata dal “docente” Antonio Tentori, ad un incipit in stile Argento, per poi caricare il tutto della veridicità estrapolata da vicende di cronaca vera, l’attorialità di un giovane cast perfettamente in parte [dai romaneschi Di Biagio e Diele, a Lorenzo Pedrotti, che più degli altri compie un’evoluzione di personaggio, da insicuro e rimuginante a temerario vendicatore, a Francesca Cuttica, già protagonista in Wang, qui impegnata in una performance difficile ed estrema], e a quella di un irriconoscibile Servillo, incarnazione più riconoscibile del male, allo stesso tempo rifugiato e bloccato nei buchi neri della sua mente [ancor più che le sue azioni violente, agghiacciante è il suo modo di parlare senza riuscire a guardare dritto negli occhi l’interlocutore].

001028-pauraQuello che funziona meno è, invece, un meccanismo troppo trito e poco credibile di rinviare i destini dei giovani protagonisti a sempre più imminenti tristi conclusioni, attraverso le classiche irreali scelte tipiche del body count da slasher movie. Ma, forse per la trama più malata e credibile [perché ambientata all’interno di una precisa situazione sociale e perché trasuda ancora della realtà della cronaca che ne è stata ispiratrice], forse perché si ritorna sullo stesso tasto più e più volte, all’interno di Paura risultano posticci e ingenui intoppi che, pur senza arrivare a rovinare la catarsi, vengono registrati come errori di percorso.

Molto buona, invece, la prova registica, e in più punti anche l’esperimento della terza dimensione, usata per rafforzare spazi e situazioni e non come fattore puramente ludico.

Bella anche la sequenza animata dei titoli di testa, a cura di Sergio Gazzo.

Il film esce nelle sale italiane in 220 copie 3D.

Luca Ruocco

 

Regia: Manetti Bros.

Con: Peppe Servillo, Francesca Cuttica, Lorenzo Pedrotti, Domenico Diele, Claudio Di Biagio

Uscita in sala in Italia: venerdì 15 giugno 2012

Sceneggiatura: Manetti Bros., Giampiero Rigosi, Michele Cogo

Produzione: Manetti Bros. Film, Pepito Produzioni, Dania Film, Vision Project

Distribuzione: Medusa Film

Durata: 108’

Anno: 2012

InGenere Cinema

x

Check Also

Horror News [17-23 marzo 2023]

FINAL DESTINATION: BLOODLINES: SFUGGIRE ALLA MORTE UNA MISSIONE [IM]POSSIBILE Le telecamere si ...