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HARRY BROWN di Daniel Barber

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Siamo in Inghilterra, South London, in una periferia degradata del nostro secolo, dove microcriminalità e paura regnano sovrane e dove un piccolo uomo, ormai anziano, Harry brown [Michael Caine] è costretto a fronteggiare le angherie di una banda di teppistelli che minano la tranquillità del quartiere dove egli vive .

Harry è un veterano di guerra, egli ha vissuto il dolore per la perdita degli amici cari, ha patito la fame e ha visto cose che raramente la fantasia umana riuscirebbe a partorire, sia nel bene ma in special modo nel male. Vedere cadere le persone come mosche non deve essere certo stato piacevole e l’unico monito ricavato da un’esperienza cosi assurda come la guerra è che la violenza non risolve certo i problemi.

Allo stesso modo Harry non riesce a capire come sia possibile che giovani ai quali la vita ha concesso una famiglia, un’istruzione, un tetto dove dormire e un tenore di vita paragonabile solo a quello delle famiglie più ricche della sua gioventù possano compiere atti di violenza così gratuiti.

Harry sopporta stoicamente ogni vessazione da parte di questa baby gang e fa tutto quello che un uomo per bene dovrebbe fare, si rivolge alla polizia, nella fattispecie a due agenti che stanno cercando di arginare il fenomeno della criminalità giovanile, ma non trova risposte adeguate al problema, anzi sembra quasi che la polizia sia connivente con il fenomeno e quando anche il suo più caro amico Leonard viene ucciso per un banale litigio Harry decide che è giunto il momento di riprendere in mano le armi e rispolverare i vecchi rudimenti di sopravvivenza e guerriglia e compie, suo malgrado, una lotta senza quartiere per difendere la propria vita e quella del suo vicinato.

Gary Young [sceneggiatore dell’opera] ripropone il genere adattandolo alle esigenze dei nostri giorni descrivendo una periferia che purtroppo possiamo trovare in qualsiasi città del mondo e lo fa con lo stile di uno Scerbanenko dei nostri tempi. Micheal Caine ha completato l’opera dando volto ed anima ad Harry Brown caratterizzandolo con la sua solita leggerezza e rimettendosi in gioco alla sua veneranda età al servizio del giovane regista inglese Daniel Barber, alle prese con la sua opera prima [del 2009, se si esclude il mediometraggio The Tonto Woman del 2007].

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Siamo di fronte ad un prodotto costato 7.3 milioni di dollari che almeno per il momento non è ancora arrivato in Italia ma che dovrebbe essere preso a modello come esempio di stile e di come il genere possa rifiorire anche nella nostra penisola.

C’è di tutto in questi 103 minuti di pellicola, c’è il dramma giovanile di ragazzi pieni di disinteresse e disillusione riguardo il loro futuro al quale dovrebbero guardare con speranza e gioia, ma c’è anche la solitudine di un uomo che ha perso tutto, non ultima sua moglie stroncata dal cancro e che nonostante ciò non si arrende ma continua a lottare per salvare il suo piccolo mondo perché è il solo che ha e quindi il solo per cui vale la pena lottare e morire.

Una nota: tra i produttori figura Matthew Vaughn che ha diretto KickAss [2010], il famoso film basato sull’omonimo fumetto.

Paolo Corridore

 

Regia: Daniel Barber

Con: Michael Caine, Emily Mortimer, Ben Drew

Sceneggiatura: Gary Young

InGenere Cinema

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