Home / Recensioni / Delicatessen / LA MATRIARCA di Pasquale Festa Campanile

LA MATRIARCA di Pasquale Festa Campanile

matriarca1

La matriarca [1968] è vera commedia sexy d’autore con una Catherine Spaak al massimo della forma che si spoglia con generosità. Il film si basa su un soggetto di Nicolò Ferrari sceneggiato da Ottavio Jemma, si ricorda per costumi, arredamento e vestiti di gran moda indossati dalla Spaak, ma soprattutto per i generosi nudi, insoliti per il periodo storico. Margherita [Spaak] resta vedova e comprende che il marito possedeva una casa segreta dove la tradiva con leggerezza. Decide di vendicarsi imitandolo e portandosi a letto un numero incredibile di uomini, primo tra tutti Gigi Proietti, miglior amico e collega del marito. A un certo punto incontra Carlo [Jean-Louis Trintignant], un medico che s’innamora davvero di lei. Tutto cambia nella vita di Margherita, che si dimostra femminista ma non troppo e finisce per rifugiarsi ancora una volta nel detestato matrimonio borghese. Pasquale Festa Campanile inneggia alla libertà femminile e alla trasgressione, inserendo nel personaggio di Margherita tutto l’animo ribelle della contestazione femminile, corretto con una buona dose d’ingenuità maliziosa.

Ottima commedia erotica, comunque la si voglia valutare, per la grande abbondanza di nudi quasi integrali di una stupenda Catherine Spaak. Vediamo una delle prime docce nella storia della commedia sexy, anche se il regista opta per coprire la parte centrale del corpo con una diversa colorazione della porta. I vestiti della Spaak sono ridottissimi, ammiriamo un sexy completo da tennista, un gioco di specchi mostra le gambe velate da calze nere, vediamo persino l’attrice denudarsi in auto e finire sculacciata dal futuro marito.

matriarca3

Le scene dei rapporti sessuali sono quasi sempre sfumate, ma nei sogni della Spaak sono presenti alcune depravazioni sessuali feticistiche e molte scene accennano rapporti sadomasochisti. Ricordiamo la visione di Philippe Leroy come un domatore mentre frusta la Spaak e un giovanissimo Renzo Montagnani che ama i rapporti a tre, gode di umiliazioni e dominazioni femminili. Luigi Pistilli, invece, è un amante sadico che strappa con violenza i vestiti dal corpo della Spaak, la picchia e la possiede dopo un rapido rapporto. Molte sono le scuse tecniche trovate dal regista trova per mostrare nuda la Spaak e per ingannare la solerte censura, persino le analisi mediche praticate da un bravissimo Trintignant. Una voce fuori campo – i pensieri della donna – caratterizza la scoperta di nuovi giochi erotici che il marito defunto, seguendo la morale corrente, non praticava con la moglie, ma solo con le altre. Catherine Spaak da vita a una moderna figura di donna che per vendicarsi di un marito puttaniere usa gli uomini come oggetti, si fa pagare come una prostituta e approfitta di loro secondo le sue voglie. La seduzione finale nei confronti diTrintignant riporta la Spaak sulla retta via del matrimonio, perché il nuovo amante è irremovibile e decide di sposarla persino se lei non sarà fedele. La matriarca sembra domata, anche se confessa il vizio più estremo: cavalcare nuda l’uomo della sua vita. Molto insolita e fantasiosa la scena finale durante la quale Margherita, completamente nuda, cavalca Carlo e lo incita a portarla a giro per casa. La regia nasconde il seno della Spaak con i lunghi capelli e riesce a far passare in censura un trasgressivo finale. La morale di questa divertente commedia sexy è nelle parole di Trintignant: “La vita è un gioco e nei rapporti sessuali servono fantasia e sincerità”.

Gordiano Lupi

 

Regia: Pasquale Festa Campanile

Con: Spaak, Jean-Louis Trintignant, Gigi Proietti, Luigi Pistilli, Renzo Montagnani

Sceneggiatura: Ottaviano Jemma

InGenere Cinema

x

Check Also

LUIGI PROIETTI DETTO GIGI di Edoardo Leo

Era quasi tutto pronto. Mancava poco per festeggiare gli 80 anni di ...