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RITORNO AL DELIRIO di Antonio Tentori

Giù, nel delirio è un romanzo del 1991 scritto da una delle voci più autorevoli della nostra narrativa a tinte oscure: Alda Teodorani.

La protagonista della storia è Grazia Greuter, una pittrice che dipinge quadri inquietanti e macabri, in qualche modo affascinanti ma innaturalmente carichi di crudeltà. Al suo fianco c’è Antonio Giordani, un fotografo. L’uomo ha una visione del mondo molto simile a quello della pittrice e, anche se filtrandole attraverso le lenti della sua macchina fotografica, si ritrova a ritrarre nei suoi scatti scene violente e sanguinarie. I due sono accomunati, quindi, da un’inclinazione verso l’oscuro, un magma oscuro che li trascina nello stesso recinto creativo, ma anche all’interno di una relazione molto fisica e di dipendenza, anche se per certi versi non canonica o ufficiale. Una tragica storia d’amore tra due personaggi borderline.

A distanza di oltre trent’anni Antonio Tentori, sceneggiatore per alcuni dei più grandi maestri dell’horror italiano [da Lucio Fulci a Dario Argento] che dal romanzo della Teodorani è sempre stato affascinato, decide – dopo aver proposto più volte all’autrice e sua storica amica di dare un seguito alla storia della pittrice e del fotografo – di avvicinarsi a sua volta al delirio teodoraniano per prendere le redini delle vite di Antonio e Grazia.

Ne viene fuori Ritorno al delirio, un thriller che mescola arte e criminalità, creatività e droga, morte e sesso. Antonio Giordani è morto a causa della sua dipendenza dagli stupefacenti, ma la sua dipartita potrebbe non essere stata accidentale. Il romanzo breve di Tentori racconta proprio il cammino di Grazia sul viale della vendetta, mentre elimina uno alla volta i responsabili della scomparsa del suo amore, per arrivare in cima e far fuori un boss spietato e inumano: Iguana.

Il bodycount di Tentori pur essendo molto realistico e concreto non è, però, privo di momenti di visionarietà e di pause sensuali, anzi, durante il suo cammino solitario Grazia ha modo di avvinarsi a un’affascinante ragazza, modella ed ex amante del suo Antonio. Tra le due scatta una complicità totale, fatta di attrazione e furia.

Ritorno al delirio è un davvero un esperimento narrativo sui generis: innanzitutto perché oltre ad essere legato al romanzo di Teodorani è di certo figliato anche dal cinema di Genere, anni ’70 e ‘80. Perché a firmarlo è uno sceneggiatore e saggista come Tentori, certo. Proprio dal cinema, più che dalla narrativa, sembra arrivare il suo modo di presentarsi come sequel, di aver atteso tempi maturi prima di far ritornare sulle pagine i due personaggi, guidati stavolta da una mano differente da quella che li aveva creati.

Ma l’essenza filmica di Ritorno al delirio non si esaurisce qui, perché Tentori non può che raccontare la messa in atto del piano di vendetta della Greuter proprio come se lo stesse visualizzando. Non abbondando in descrizioni-orpello, ma muovendosi con la chirurgia di uno sceneggiatore che sa quali sono le indicazioni utili per far arrivare quanto vuole agli occhi di chi legge.

Bastano pochi momenti di riflessione per capire che il sequel della tormentata storia d’amore tra una pittrice del tormento e un fotografo dell’oscurità non poteva che essere raccontato per immagini [da uno sceneggiatore dell’orrore], perché è proprio l’immagine ad essere stata sempre al centro delle vite di Grazia e Antonio.

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Luca Ruocco

RITORNO AL DELIRIO

Autore: Antonio Tentori

Editore: CatBooks Danze Macabre [Amazon Publishing]

Pagine: 122

Illustrazioni/Foto: No

Costo: 9,36 euro

InGenere Cinema

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