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LA CATTIVA STRADA di Paola Barbato

Abile autrice di disturbanti thriller, Paola Barbato è una narratrice doc di storie oscure, essendo davvero da tanto tempo anche una delle penne più appuntite dello staff fisso di sceneggiatori di Dylan Dog, di certo una di quelle capaci di far sanguinare di più [e meglio] l’indagatore dell’incubo. Cosa non da poco, se si pensa che proprio al sanguinamento – neanche troppo figurato – dell’autore [oltre che del personaggio], il creatore Tiziano Sclavi ha legato la possibilità di uno scrittore di raccontare bene una storia dell’old boy.

La cattiva strada è l’ultimo romanzo della Barbato, in libreria già da qualche mese. Ancora una volta un thriller che stravolge una situazione di normale quotidianità di provincia, appropriandosi degli stilemi di un Genere, per trasformare in maniera radicale una vita attraverso il sangue, appunto.

Stavolta abbiamo fra le mani una storia piccola, un’intuizione davvero buona e la capacità di una narratrice di destrutturare la sua storia, di frammentarla e raccontarla – in contemporanea e parallelamente – due volte, senza annoiare. Ovviamente utilizzando due punti di vista diversi, diametralmente opposti e capaci di fornire dettagli differenti, ma anche e soprattutto una contrapposta lettura delle azioni.

Il Genere che l’autrice accosta al thriller è quello del romando on the road, perché la storia raccontata ne La cattiva strada si svolge quasi completamente in autostrada, di notte, fra caselli e autogrill, macchine e furgoni.

Il protagonista è Giosciua Gambelli, svogliato e immaturo figlio ultimogenito di una normale famiglia piccoloborghese di Milano. I genitori e i fratelli non riescono a smuoverlo dal torpore e dal disinteresse, nemmeno allontanandolo da casa e dalla piccola attività famigliare, dopo averlo sorpreso per l’ennesima volta a rubacchiare. L’unico lavoro che pare riuscire a tenersi è quello di saltuario corriere per un piccolo delinquente locale. Anche se nessuno è mai stato esplicito a riguardo, che sia qualcosa di poco chiaro e illegale è sicuro; forse piccoli quantitativi di droga o di soldi. Una cosa che, insomma, non gli sembra troppo rischiosa: le consegne non richiedono un grande impegno e le regole che il misterioso capo gli dà non sono troppo difficili da seguire. Questo fino a quando non gli viene consegnato da un nuovo e sconosciuto collaboratore uno strano pacchetto da consegnare a Orte. Quel suo viaggio da corriere lo cambierà profondamente, costringendolo ad abbandonare quell’animo da eterno fanciullo nell’unico modo per lui possibile: attraverso il trauma della perdita.

Adrenalinico e davvero rapido da leggere, il nuovo libro di Paola Barbato è davvero una di quelle storie che riescono a rapirti perché pretendono [e permettono, cosa non scontata] una lettura tutta d’un fiato. I personaggi non arrivano subito a essere granitici e perfettamente scolpiti, ma si costruiscono poco a poco davanti agli occhi del lettore, attraverso le pennellate che l’autrice regala con passaggi rapidi. Alcuni rimangono un po’ più indefiniti fino alla fine, come quelli che occupano la linea parallela a cui abbiamo accennato prima. Si tratta, però, di testimoni, una squadra di polizotti che attraverso video a circuito chiuso e interrogatori cerca di mettere ordine nella notte più oscura della vita di Giosciua. Forse, quindi, è anche giusto che rimangano un po’ ectoplasmatici, per non attirare sguardi e interessi.

Col titolo di una bella canzone di Fabrizio De André, quello scritto dalla Barbato è un viaggio cupo, dal ritmo che si fa via via più incalzante. Un passaggio ad uno stato di esistenza più maturo e cosciente, ma non questo illuminato. La conquista di una consapevolezza adulta che arriva giusto in tempo per riconoscere la soglia dell’inferno, mentre si è già sul punto scendere il primo gradino e tornare indietro è impossibile.

Ancora una volta nel catalogo Piemme!

Luca Ruocco

LA CATTIVA STRADA

Autore: Paola Barbato

Editore: Piemme [www.edizpiemme.it]

Pagine: 320

Illustrazioni/Foto: No

Costo: 19,90 euro

InGenere Cinema

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