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RICHARD JEWELL di Clint Eastwood

Durante le Olimpiadi estive di Atlanta del 1996, Richard Jewell, una guardia di sicurezza, trova casualmente uno zaino contenente un ordigno. Il suo intervento tempestivo salva numerose vite, rendendolo un eroe. Ma in pochi giorni, l’uomo diventerà il sospettato numero uno dell’FBI, vilipeso di fronte all’opinione pubblica, circondato dai sospetti, con l’immagine infangata e costretto a combattere contro il governo con pochi alleati alle spalle.

Il film si inserisce perfettamente nell’ultima parte della filmografia di Clint Eatwood, che parte dal 2016 con Sully, comprende Ore 15:17 – Attacco al treno e The Mule, e che va a prendere storie vere per raccontare e riflettere sulla contemporaneità.

Se gli ultimi due erano stati dei film zoppicanti e più deboli [soprattutto 15:17], Richard Jewell è quello che per qualità e per vicinanza umana tende di più a Sully, il film con Tom Hanks che ha iniziato questo ciclo e che per ora ne rimane il capitolo migliore.

Lì il capitano Chesley Sullenberger effettuava un atterraggio di emergenza col suo aereo nelle acque del fiume Hudson, salvando la vita ai suoi 155 passeggeri. Nonostante gli elogi dell’opinione pubblica e dei media, le autorità avviarono delle indagini che minacciarono di distruggere la sua reputazione e la sua carriera.

La somiglianza tra le due storie è subito evidente: la facilità con cui un uomo possa passare da essere considerato un eroe all’accusa di essere un soggetto pericoloso e un nemico della patria. In questo senso, l’accusa del film non si rivolge al singolo, alla comunità, al buonsenso e al giudizio della gente comune [che assiste sostanzialmente inerme alla vicenda] ma si scaglia totalmente sugli organi di potere in gioco: l’FBI e la stampa.

Se questi due organi vengono raccontati in maniera fin troppo semplicistica, racchiudendoli solo e soltanto nei personaggi di Jon Hamm e Olivia Wilde [la sola dei due che capirà i propri errori], il cuore, il centro e la parte anche più riuscita del film sta nel racconto del protagonista [il fenomenale Paul Walter Hauser] e del suo rapporto di amicizia con l’avvocato che prende le sue difese [il sempre ottimo Sam Rockwell]. E si capisce che il film voglia andare in quella direzione fin dall’incipit, in cui assistiamo al loro primo incontro: i personaggi scoprono le loro carte, ne comprendiamo le caratteristiche e vediamo delle dinamiche che ritroveremo nel resto del film.

Nel raccontare una storia fatta essenzialmente di tensione, Eastwood e lo sceneggiatore Billy Ray lasciano spazio anche all’ironia, ma soprattutto [e in particolar modo nella seconda parte] vogliono creare un racconto che abbia al suo centro l’empatia. E da questo punto di vista possiamo dire che l’obiettivo è stato centrato.

Egidio Matinata

RICHARD JEWELL

Regia: Clint Eastwood

Con: Paul Walter Hauser, Sam Rockwell, Olivia Wilde, Jon Hamm, Kathy Bates, Nina Arianda, Ian Gomez

Uscita in sala in Italia: giovedì 16 gennaio 2020

Sceneggiatura: Billy Ray

Produzione: 75 Year Plan Productions, Appian Way, Misher Films, The Malpaso Company, Warner Bros.

Distribuzione: Warner Bros. Pictures

Anno: 2020

Durata: 129’

InGenere Cinema

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