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PARANORMAL STORIES: Intervista a Gabriele Albanesi

_MG_9344Il mese di luglio vede arrivare in sala due produzioni di Gabriele Albanesi, entrambe distribuite da Explorer Entertainment: Surrounded [già in sala da giovedì 3] e Paranormal Stories, in sala dal 10.

Abbiamo incontrato il regista de Il bosco fuori per parlare dei due film e degli altri progetti in cantiere

[Luca Ruocco]: Gabriele Albanesi: regista e ora anche produttore. Cosa ti ha convinto ad allargare da questo punto di vista il tuo ruolo nel cinema indie, creando la “Gabriele Albanesi Produzioni”?

[Gabriele Albanesi]: E’ sempre stata una mia ambizione quella di diventare anche produttore oltre che regista, per aiutare altri registi ad emergere e dare un mio personale contributo allo svecchiamento del cinema italiano. In America è cosa normale che un regista sia anche produttore, quello del producer è un ruolo creativo e determinante al pari di quello del regista e un autore può ricoprire alternativamente a volte un ruolo e a volte l’altro. Mentre in Italia solo alcuni grandi registi come Leone e Argento, ma anche Moretti, hanno avuto l’intelligenza di farsi anche produttori lanciando dei nuovi talenti e creando delle factory.

Gab[LR]: Anche da produttore il tuo impegno cinematografico più grande sembra essere rivolto ancora al Genere. Nel mese di luglio arriveranno in sala due film da te prodotti: un thriller home invasion, “Surrounded”, e un horror a episodi, “Paranormal Stories”. Eppure tanti altri producer italiani pensano che puntare sull’horror sia una mossa sbagliata…

[GA]: Sì, i due lungometraggi che ho prodotto sono di genere thriller e horror, ma nel mezzo ho prodotto anche un cortometraggio di genere drammatico/sentimentale [Shoot Me for Life di Laura Paj, posizionatosi nella top 15 dei corti più scaricati da iTunes]. L’horror ha il vantaggio che si può fare a basso costo e, se si adottano particolari accortezze come l’uso della lingua inglese con attori madrelingua e una buona confezione tecnica, consente un’ampia esportazione sui mercati esteri. I produttori italiani non puntano su questo genere perché il loro obiettivo è quello di farsi finanziare dal Mibac con film di interesse culturale, ed è in questa operazione che c’è il loro guadagno. Se e come il film venga poi commercializzato è per loro un fattore secondario. Per fortuna questo andazzo sta pian piano scomparendo e il futuro prossimo, per chi vuole sopravvivere in un mercato sempre più in crisi, è proprio quello del cinema di Genere low budget legato alle vendite estere, come nei gloriosi anni 60 e 70.

[LR]: Fermiamoci un attimo su “Surrounded”. Come nasce il progetto, e come ne sei entrato a far parte?

[GA]: Con Federico Patrizi, della coppia Patrizi e Girolami, ci conosciamo da molti anni e insieme abbiamo militato all’inizio del duemila come critici cinematografici tra le fila della rivista Zabriskie Point. In tempi più recenti mi hanno presentato la sceneggiatura del loro film, che da subito ho trovato dotata di molti punti forti e con un bel concept di fondo, e in seguito siamo riusciti a realizzarla, dopo aver reperito il budget necessario. Il film è una sfida, interamente ambientato in un’unica location e con una sola attrice protagonista, Tatiana Luter, che regge da sola il 90 per cento della durata del film. L’abbiamo realizzato in sole due settimane con una piccola troupe di persone motivate, che per due settimane hanno vissuto nella stessa casa dove si girava. E’ stata una bella avventura.

[LR]: “Paranormal Stories”, invece, ha una gestazione più lunga e particolareggiata… Ce ne vuoi parlare?

[GA]: Paranormal Stories è un progetto più travagliato che nacque in seno al laboratorio cinema dell’Università Tor Vergata di Roma, dove si conobbero i sei registi del film. Il film uscì l’anno scorso con il titolo Fantasmi ma solamente in DVD e in pochissime copie, cosa che ci lasciò l’amaro in bocca. Dopo aver rotto con questa distribuzione abbiamo conosciuto Giorgio Bruno della Explorer Entertainment, che è sempre stato un estimatore del film, il quale ci ha proposto di rieditarlo in sala con un nuovo titolo e dei nuovi contenuti realizzati per l’occasione, dato che secondo lui il film meritava molto di più a livello distributivo ed era un peccato che fosse finito in questa sorta di oblio. Così insieme abbiamo realizzato un prologo ed un epilogo, girati da me, ovvero una sorta di cornice agli episodi che prima mancava, e adesso lo stiamo rilanciando con il titolo di Paranormal Stories, portandolo finalmente al grande pubblico attraverso un’uscita in circa 30 sale che coprirà tutto il territorio italiano.

[LR]: “Paranormal Stories” anticipa e cavalca quella che attualmente è un modus operandi assai riconoscibile nelle produzioni horror sia italiane che estere: quello del film a episodi. Perché pensi che questa modalità stia facendo tanti proseliti? E’ solo un fatto di praticità produttiva?

[GA]: Sì, quello del film ad episodi è soprattutto un fatto di praticità produttiva, e difatti è un espediente che sta spopolando presso gli indipendenti. Fino a poco fa non c’era un grande mercato per i film ad episodi, mentre adesso è un format che sta tornando in auge grazie al boom del film americano V/H/S e relativi sequel, che ha dato il via al filone. In Italia sì, l’ex Fantasmi fu il precursore degli horror collettivi ad episodi, e all’epoca io mi ero ispirato principalmente agli horror asiatici ad episodi che andavano forte e con un occhio alla tradizione italiana degli anni ‘60 del film antologico che coinvolgeva frequentemente anche autori di serie A.

Gabriele Albanesi[LR]: “Paranormal Stories” si insinua trasverlamente anche nel filone della new-ghost-story tanto in voga negli ultimi anni, grazie ai film della Blumhouse [da “Paranormal Activity” alle opere di Wan]. Cosa pensi di questa riscoperta dei film con fantasmi?

[GA]: Oren Peli ha riesumato il Genere grazie al suo Paranormal Activity e poi alle sue intelligenti produzioni in collaborazione con Jason Blum e Steven Schneider. Sono film efficaci che testimoniano come ci sia ancora una grande richiesta di questo tipo di film, che tra l’altro a dispetto delle impressioni sono produzioni low budget [i due Insidious viaggiano sul milione di dollari circa ciascuno]. I produttori italiani dovrebbero svegliarsi e impegnarsi a realizzare buoni film di questo tipo piuttosto che stare attaccati alle mammelle del Mibac e di Rai Cinema.

[LR]: Sia “Surrounded” che “Paranormal Stories” sono distribuiti in collaborazione con la Explorer Entertainment. Come ti sei avvicinato a questa giovane realtà?

[GA]: Con Giorgio Bruno ci siamo trovati subito, condividiamo la stessa passione per il cinema di Genere e la stessa visione produttiva. Giorgio ha subito deciso di distribuire in sala i due film da me prodotti e la nostra collaborazione sta proseguendo anche sui prossimi progetti. La Explorer ha intercettato il grande fermento che c’è oggi in Italia nel cinema di Genere e si sta posizionando per far emergere questa realtà, colmando un vuoto distributivo che era stato causato negli anni dalla miopia di tutto il sistema cinema italiano.

[LR]: Parliamo dei tuoi progetti futuri, sia dal punto di vista produttivo che da quello registico…

[GA]: Come produttore ho in cantiere il thriller Stalking Eve di Joe Verni, altra opera prima, che gireremo ad ottobre. Mentre come regista dovrei realizzare subito dopo il tanto atteso Kid in the Box, che verrà prodotto proprio dalla Explorer Entertainment e che garantirà grandi emozioni.  E’ un film dalle altissime ambizioni, che non deluderà le aspettative di tutti quelli che hanno amato il teaser e che lo stanno aspettando.

 

Luca Ruocco

[Roma, luglio 2014]

InGenere Cinema

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