Tales from the Script, la rubrica di InGenere dedicata al mondo degli sceneggiatori, torna a rivolgere lo sguardo verso il mondo del cinema indie! Abbiamo incontrato Filippo Santaniello…
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Quando scrissi la prima sceneggiatura neanche sapevo cosa fosse una sceneggiatura.
Ero piccolo. Avrò avuto dodici o tredici anni, mi nutrivo di film dell’orrore a ogni ora del giorno, mio padre aveva una vecchia videocamera e decisi di girare un cortometraggio truculento con protagonisti mia zia, mia nonna, i miei genitori e qualche amico. Improvvisai una storia, la suddivisi in scene e organizzai un montaggio in camera.
Una schifezza colossale, con affetto ricordo ancora la scena in cui mia zia viene ammazzata e col dito sporco di ketchup cerca di scrivere il nome dell’assassino sul pavimento. La storia però mi piaceva, su carta funzionava [almeno secondo me], quindi decisi che non avrei più girato nulla e mi sarei concentrato sulla scrittura. Per non guastare la magia della lettura e il potere della fantasia che uno esercita quando legge, non so se mi spiego.
Sono passati più di quindici anni e resto dell’idea che gestire un set non faccia per me. Troppe pressioni, gente ovunque. Preferisco scrivere, architettare storie, modellare personaggi e farli dialogare. Mi piace molto farli dialogare. Fanno compagnia.
Tra le mie esperienze lavorative più importanti ci sono sicuramente i quattro anni trascorsi a Milano presso una società di produzione audiovisiva. Ho sceneggiato format tv, puntate di cartoni animati e ho scritto testi commerciali e pubblicitari. Poi sono tornato al cinema. Ho sceneggiato e co-prodotto l’ultimo film di Domiziano Cristopharo, Bloody Sin.
Bloody Sin è un progetto ambizioso che definire horror è riduttivo in quanto abbiamo voluto creare un mondo gotico e spettrale in netto contrasto con ciò che ci si aspetta da una storia di spettri e dimore infestate. Nel film predominano i colori accesi, sgargianti, le atmosfere pop, erotiche e un gusto per l’immagine che strizza volontariamente l’occhio a un grande maestro quale Maria Bava. In questo senso il lavoro sulla sceneggiatura è stato fondamentale per delineare una serie di personaggi dalle caratteristiche comportamentali e psicologiche molto forti, fumettistiche, al limite del grottesco e come accadeva negli horror di venti, trenta anni fa, non mancano nella storia momenti dove orrore ed elementi sovrannaturali si intrecciano a situazioni ironiche e spiazzanti. Non a caso il film è stato etichettato glam horror e al mondo non mi pare ci siano altre pellicole che possano fregiarsi di questa definizione.
Qui il trailer del film:
Da mie sceneggiature sono stati prodotti diversi cortometraggi tra cui Undicesimo Comandamento di Daniele Santamaria, Fata Morgana di Giordano Trischitta e Satana è in gran forma di Manuel Lopez tratto da un mio racconto pubblicato da Nero Press Edizioni.
La storia è molto divertente: Gregory Menichini ha 30 anni ed è uno scrittore pulp acclamato. Satana è in gran forma è il suo nuovo romanzo, ma ha deciso di pubblicarlo con un altro nome: Skull Crasher, che a questo punto ha bisogno di un volto per il retro copertina. Gregory si rivolge così al suo caro amico Gianluca Rentoni, uno con la faccia giusta, ma depresso dalla disoccupazione e succube della fidanzata che vive a Milano. Da questo momento in poi una serie di coincidenze porteranno il protagonista a vivere un incubo decisamente pulp.
Mi preme sottolineare la collaborazione col regista romano Giuseppe Peronace per il quale ho scritto i cortometraggi Zio Fil e Sarcophaga mentre portavamo avanti un progetto molto stimolante coi bambini di una scuola elementare di Roma coi quali abbiamo girato Il primo giorno di Giorgio. Lo trovate su Youtube e vi consiglio di darci un occhio! È tra le cose più divertenti che abbia mai realizzato.
Sarcophaga, invece, è un progetto al quale sono affezionato per diversi motivi. Prima di tutto l’idea mi frullava in testa da parecchio tempo e ormai mi ero rassegnato a non vederla realizzata. Poi ho incontrato il regista Giuseppe Peronace, gliene ho parlato e insieme abbiamo organizzato una campagna di crowd funding per trovare i soldi necessari a produrre il cortometraggio. Il sito utilizzato per lanciare la colletta è stato www.produzionidalbasso.com e in un mese abbiamo raccolto la cifra che ci ha permesso di trasformare la mia sceneggiatura in cortometraggio.
Sarcophaga racconta l’incredibile storia d’amore tra una mosca e una ragazza di nome Rita che, per realizzare un book fotografico, finisce nelle mani di Claudio, uno squilibrato che ama immortalare il terrore negli occhi delle sue vittime.
Quindi sì, è un horror, ma è al tempo stesso una love story come non se ne sono mai viste. Se vi va di vederlo lo trovate qui:
Non ci sono aneddoti particolari sul mio ultimo film scritto, a parte la bella esperienza alla Samain du cinema Fantastique a Nizza per l’anteprima di Bloody Sin dove ho avuto il piacere di rispondere alle domande di un pubblico genuinamente appassionato di horror, a dimostrazione che è un Genere che anche se in Italia non ha più il peso di una volta, non si estinguerà mai.
Attualmente in pentola bolle un trattamento di una ventina di pagine. È una commedia nera, un film corale dove si intrecciano più storie e accade veramente di tutto. Lo sceneggerò a breve. Se qualche produttore che sta leggendo l’articolo decide di farsi avanti…
Luca Ruocco
Roma, dicembre 2013