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NO – I GIORNI DELL’ARCOBALENO di Pablo Larraín

no1È il primo agosto 1989, e tramite un referendum, seguito ad una forte pressione internazionale che dopo 15 anni ridava al popolo cileno la libertà di decidere da chi essere rappresentato in politica, la dittatura di Pinochet termina il suo corso. Nel corso della campagna politica cilena due opposte faziosi, quella del “SI”, a favore della prosecuzione della dittatura di Pinochet per i successivi otto anni, e quella del “NO”, che chiedeva la sua fine e il ritorno alla democrazia, hanno lavorato sodo per propagandare i loro ideali politici.

Per la prima volta nella storia del Cile i mezzi di comunicazione, in particolare la tv, sono stati i veri centri di propulsione e di propaganda intorno ai quali si è combattuta la campagna politica.

 A condurre la campagna per il NO è René Saavedra [Gael Garcìa Bernal], giovane pubblicitario ben inserito nel marketing, figlio di un attivista politico oppositore alla dittatura di Pinochet, e ora esiliato.

René è ancora molto innamorato di sua moglie, Verònica [Antonia Zegerz], una fervente oppositrice del regime di Pinochet, e perciò spesso vittima delle violenze dei militari del dittatore, continuamente chiamata in commissariato. René vive in casa con suo figlio, un bambino ancora piccolo, che, proprio per via degli impegni politici della madre, cresce con lui.

no3Ma la sua tranquillità viene meno quando si fa portavoce della campagna per il “NO”, ricevendo, man mano, minacce sempre più pesanti e pressioni molto forti dagli uomini di Pinochet. Guzmàn [Alfredo Castro], uno dei più intransigenti uomini del partito di destra cileno, spinge da anni per entrare nelle grazie del dittatore, per elevare la sua posizione, ed è un uomo molto pericoloso, che cercherà infatti di screditare il lavoro dei rappresentanti della coalizione del “NO2.

Ogni sera, per quindici minuti, i promotori del “NO” e i promotori del SI, attraverso un programma tv, possono parlare ai cittadini cileni e spiegare le proprie ragioni, presentando una pubblicità che riesca a conquistare la fiducia della gente.

René e la sua squadra, per riuscire nell’intento di deporre la dittatura di Pinochet, lavoreranno ad una campagna politica non mirata all’odio e al rancore per un passato terribile e angosciante, ma ad una riscoperta dell’ottimismo e dell’allegria, per ottenere il consenso delle masse e incitare i cileni a credere che il domani che verrà sarà libero.

no4Pablo Larraín, con No – I giorni dell’arcobaleno, chiude una trilogia, cominciata con Tony Manero e proseguita con Post Mortem, che consideriamo davvero esemplare, dedicati proprio ai 15 anni della dittatura di Pinochet, dai suoi inizi fino alla fine. Stavolta, però, il regista cileno non firma la sceneggiatura, che affida invece a Pedro Peirano.

Larraín inserisce nel film diverse immagini d’archivio: manifestazioni di massa, scene di campagna politica, ma soprattutto i video pubblicitari mandati in onda in tv, con il ritornello tormentone“Cile, l’allegria già viene”, ideato dalla squadra del “NO”. Per dare continuità visiva all’immagine, quindi, Larraín utilizza lo stesso formato e le stesse telecamere analogiche anni ’80, e in questo modo non ci si accorge della differenza visiva tra il girato di allora e le riprese del film.

Larraín, lo sappiamo, ama i tempi lunghi, e infatti No – I giorni dell’arcobaleno comincia molto lentamente. Il regista sembra accompagnare lo spettatore nel contesto storico descritto con discrezione, e il film prende corpo quando si entra nel cuore della vicenda, nel pieno della campagna politica. Larraín è un abile narratore, incisivo e delicato.

no5I suoi film, come anche No – I giorni dell’arcobaleno, [peraltro tratto dall’opera teatrale Referendum, di Antonio Skarmeta], sono accompagnati contemporaneamente da un sottile umorismo e da una profonda tristezza, che qui è insita nel personaggio di René, un uomo riflessivo e triste, e Guzman, frustrato e tremendamente solo.

No – I giorni dell’arcobaleno non ha la stessa forza e la stessa drammaticità di Post Mortem,  perché segna una rottura, un cambiamento politico positivo, una rivincita della democrazie e del popolo cileno.  Gli interpreti sono encomiabili, e ai suoi attori feticcio, Alfredo Castro e Antonia Zegers, Larraín affianca un convincente Gael García Bernal [La mala educación di Almodovar].

Gilda Signoretti

NO – I GIORNI DELL’ARCOBALENO

3.5 Teschi

Regia: Pablo Larraín

Con: Gael Garcìa Bernal, Alfredo Castro, Antonia Zegerz

Uscita in sala in Italia: giovedì 9 maggio 2013

Sceneggiatura: Pedro Peirano

Produzione: Fabula, Participant Media, Canana

Distribuzione: Bolero Film

Anno: 2012

Durata: 110’

InGenere Cinema

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