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CIRCUITO CHIUSO EXTREME di Giorgio Amato

circuitochiuso1Cubovision.it sembra davvero voler dare una scossa all’iter distributivo del mondo underground del cinema indie, e dimostra, sinora, una particolare attenzione al Genere.

Abbiamo seguito, anche intervistando uno dei produttori/sceneggiatori [qui l’intervista], il caso del film True Love, e ritorniamo alla base per un altro horror indipendente, il POV, costruito con frammenti di video rubati da ideali videocamere nascoste, circuito Chiuso Extreme di Giorgio Amato.

Roma, 2010. Francesca Pardi, una ragazza di 23 anni, sparisce nel nulla. I suoi amici, Claudia [Francesca Cuttica, volto ormai ultra-noto nei film dei Manetti Bros., che qui curano la produzione esecutiva] e Daniele [Guglielmo Favilla], riescono a scoprire il luogo del probabile ultimo appuntamento preso dall’amica sparita nel nulla: una casa nella periferia di Roma, dove la giovane si era recata rispondendo ad un annuncio per baby-sitter.

I due improvvisati investigatori sono convinti del coinvolgimento del padrone di casa, David De Santis [il sempre convincente Stefano Fregni], nella sparizione di Francesca e, insinuandosi nell’appartamento, cercheranno, con l’ausilio di cinque piccole telecamere a circuito chiuso, di raccogliere prove e informazioni a carico dell’uomo da consegnare in mano al magistrato che ha seguito le indagini e, come spesso accade, prematuramente chiuse, archiviando il caso.

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Sceglie la strada del mockumentary, il regista Giorgio Amato, ma non si affianca del tutto alla moda del POV a tinte paranormali lanciata da Il mistero della strega di Blair, e sottolineata con marchiatura a fuoco dal blando Paranormal Activity di Peli, che nell’indie italiano hanno trovato eco nell’apripista Road to L. – Il mistero di Lovecraft, e in film come The Gerber Syndrome o End Roll.

Amato applica la grammatica del found footage ad un dramma nero e realistico di violenza carnale perpetrata da un orco reale ai danni di numerose e innocenti vittime.

Quella che Amato vuol ricreare, attraverso le immagini ferme, fredde e angolate di Circuito Chiuso Extreme, è una paura morbosa, malata e opprimente [che è facilmente richiamata dall’argomento stesso trattato nel film, ma altrettanto facilmente può scadere in una per niente interessante concatenazione di fatti violenti fini a sé stessi che non arrivano a smuovere altro che la pazienza dello spettatore [vedi il caso di The bunny game].

circuitochiuso3Circuito Chiuso Extreme, inutile negarlo, per certi aspetti risponde a schemi narrativi simili, ma non eccede nel tentativo di spettacolarizzare il lato torture, lavorando un po’ di più sullo sviluppo di un tappeto drammaturgico sorretto, per quanto utile, da un trio d’attori ben conosciuti nell’ambito del panorama indipendente italiano, anche se i “siparietti” dei due giovani improvvisati detective sembrano volutamente stonati, irreali, per certi aspetti comici.

Il fatto stesso di affidarsi unicamente a video-camere nascoste in luoghi scomodi, gioca a favore di un certo grado di immedesimazione, ingabbiando lo spettatore negli stessi luoghi, nelle stesse stanza, negli stessi angoli in cui vediamo interagire vittime e carnefici, ma allo stesso tempo il fatto di ruotare all’interno delle stesse location, sempre inquadrate dai medesimi punti, scatena, soprattutto nella prima parte del film, quando le camere a circuito chiuso riescono ad inquadrare unicamente scene di vita quotidiana del presunto mostro, anche un certo senso di ripetitività.

Ripetitività che tende a dileguarsi nella seconda parte, quando, abbandonata la riproposizione di momenti di vita quotidiana del mostro [il ritorno a casa dal lavoro, il cambio dei vestiti, la doccia, la birra, l’attesa delle aspiranti baby-sitter in prova], il film, i suoi protagonisti e lo spettatore sprofondano all’interno di un’altra spirale di ripetitività molto più sporca e oscena fatta dei tentativi più o meno mascherati di approccio sessuale dell’orco nei confronti delle sue ospiti, di violenza, nudità e morte.

circuitochiuso4Un lavoro dalla doppia valenza, una prova che convince ma non del tutto, ma è segno comunque di uno sviluppo, duro e molto realistico, di un personale modo di intendere il found footage.

Dalle didascalie che spezzano, di tanto in tanto l’andamento del materiale registrato a circuito chiuso, il video di Amato si veste della maschera di veridicità di materiale video archiviato dalla Procura della Repubblica di Roma, ma poco credibili ed a sé stanti risultano le continue didascalie che entrano sull’immagine a presentare personaggi e a dettare la temporalità degli eventi.

Luca Ruocco

CIRCUITO CHIUSO EXTREME

2 Teschi

Regia: Giorgio Amato

Con: Stefano Fregni, Francesca Cuttica, Guglielmo Favilla, Gaia Insegna

Uscita in sala in Italia: /

Sceneggiatura: Giorgio Amato

Produzione: Manetti Bros. Film

Distribuzione: Cubovision.it

Anno: 2011

Durata: 86′

Trailer:

InGenere Cinema

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