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QUALCOSA STRISCIA NEL BUIO di Mario Colucci

Tre annni dopo Vendetta per vendetta, del 1968, Mario Colucci si cimenta nella realizzazione del suo secondo e ultimo film, Qualcosa striscia nel buio, 1971.

Si tratta di un film assolutamente particolare, intanto perché vive molto di impressioni, in secondo luogo perché è un film difficile da decifrare, a metà tra un film psicologico e una ghost story.

A fare da protagonisti alla storia diversi personaggi che vanno da una coppia, a un medico e al suo assistente, a un ispettore e al suo vice, insieme con un criminale che hanno appena fermato, al proprietario di una villa e alla sua compagna. La storia prende corpo nel momento in cui tutti questi personaggi saranno costretti a passare la notte in una villa di campagna, in seguito alla caduta di un ponte.

La villa, imponente e spettrale, fu abitata in passato da una giovane donna, il cui spirito si aggira ancora negli ambienti dell’abitazione, e i cui ritratti e foto sono esposti ovunque.

Tutti i protagonisti, con l’intento di far passare senza troppe noie il tempo, decidono di fare una seduta spiritica e stabilire un contatto con la defunta. Sarà l’inizio di un gioco macabro, nel quale ognuno dei personaggi sarà invischiato in un mondo opaco, allucinogeno, fatto di urla strazianti e respiri preoccupanti, sessualità ossessiva e istinti omicidi.

Il cast del film si compone di nomi famosi, quali Lucia Bosè, Giacomo Rossi Stuart, Farley Granger, a nomi sconosciuti uniti con altri che con la recitazione hanno poco a che fare, come, ad esempio, lo stesso Angelo Francesco Lavagnino, nei panni del professor Lawrence, e che anche curatore delle musiche del film, e Dino Fazio, che interpreta l’ispettore Wright, e che il produttore del film.

Qualcosa striscia nel buio non è di certo un cult, ma non è neanche un film da bistrattare, perché, se privo di una sceneggiatura forte e di una vera azione che faccia da spina dorsale al tutto, riesce ad impressionare molto per le atmosfere che contiene, che appaiono stranianti e ad ogni modo ambigue. Il film esprime bene la sua personalità attraverso le musiche allarmanti di Lavagnino, e la macchina da presa sembra assumere le vesti della defunta abitante della villa, che si manifesta attraverso diversi movimenti, a volte lenti, a volte rapidi.

Qualcosa striscia nel buio può definirsi un film sensoriale, che non sfrutta l’impianto horror di cui, forse, vorrebbe vestirsi, motivo per il quale appare più come un giallo incompreso che come un vero film d’orrore.

La grave assenza della sceneggiatura [firmata da Colucci, così come il soggetto] viene sostituita da continui silenzi e sguardi ammiccanti tra i protagonisti, su cui Colucci adagia troppo, provocando perciò monotonia.

Il film è distribuito in DVD [sulla cui copertina appare l’ingannatrice scritta “Se volete avere paura, guardate questo film”]da CG Home Video, che contiene fra gli extra  una bella sezione, “Something weird”, nella quale hanno parte Manuel Cavenaghi, Roger A. Fratter e Davide Pulici, che si esprimono sul film e, a seguire, il trailer del film.

Gilda Signoretti

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QUALCOSA STRISCIA NEL BUIO

3 Teschi

Regia: Mario Colucci

Con: Giacomo Rossi Stuart, Lucia Bosè, Farley Granger, Angelo Francesco Lavagnino, Dino Fazio, Mia Genberg, Franco Beltramme

Durata: 90’

Formato: 16/9  1.66:1

Audio: Dolby Digital 2.0

Distribuzione: CG Home Video – CineKult [www.cghv.it]

Extra: Something weird; Trailer

InGenere Cinema

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