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CHERNOBYL DIARIES – LA MUTAZIONE di Brad Parker

chernobyl1Oren Peli [il creatore del tedioso fenomeno Paranormal Activity che dal 2007 continua a risorgere dalle proprie ceneri in forme differenti e sempre soporifere] traghetta Brad Parker al proprio esordio alla regia, sceneggiando [insieme ai fratelli Van Dyke] e producendo Chernobyl Diaries – La mutazione [2012], tratto da un suo soggetto originale.

Nel 1986 il quarto reattore della centrale nucleare di Chernobyl esplode. Gli abitanti della vicina cittadina di Pripyat, per la maggior parte operai della centrale e relative famiglie, sono costretti ad abbandonare nottetempo la propria casa, senza nemmeno riuscire a raccogliere i propri oggetti personali. In poche ore Pripyat diventa una città fantasma, e lo rimane ancora oggi, a più di venticinque anni di distanza dal disastro.

Diretti a Mosca, come culmine di un divertente viaggio nelle più importanti capitali europee, un gruppo di giovani si fa irretire dalla proposta di ingaggiare una guida specializzata in “turismo estremo”, per fare una capatina proprio nella città fantasma di Pripyat, e godere della macabra atmosfera apocalittica, all’ombra della centrale di Chernobyl.

Appena messo piede sul terreno radioattivo, i giovani scopriranno, loro malgrado, che la città è tutt’altro che disabitata, e saranno attaccati, in ordine sparso, da enormi pesci nuclearizzati, orsi bruni residenti negli stabili abbandonati, pericolosissimi cani randagi ucraini e da un esercito di mutanti, forse [il film non prova nemmeno a spiegarlo] impazziti per l’esposizione alle radiazioni.

chernobyl2L’esigua trama, come già succedeva in Paranormal Activity, è troncata di netto proprio al primo manifestarsi del pericolo, per poi abbandonare lo spettatore, per la restante parte del film, ad un continuo tentativo di rinverdire il senso di suspense esagerando con l’inserimento di infiniti momenti d’attesa che esplodono in più che scontati momenti panici.

La novità, allora, potrebbe essere l’assenza, strutturale, di un alibi da mockumentary o da P.O.V., ma Parker ci mette lo zampino, e forse per provare ad ingraziarsi la fortuna, decide di dare ugualmente una struttura di ripresa da documentario al film: abusando, quindi, di macchina a mano e in perenne movimento, la sostanza non cambia.

Altro punto a sfavore è, per il colpo al cuore riservato agli amanti dei monster movie che, pur avvicinandosi ad una pellicola incentrata su un’intera popolazione di mutanti radioattivi, non avranno la fortuna di vederne realmente neanche uno: il “male” è sempre inquadrato di sbieco, o con oggetti che si frappongono fra lui e l’isterica macchina da presa.

chernobyl3L’unico tentativo di smuovere lo spettatore dalla monotonia creativa si ha nel momento di trasformazione di Chernobyl Diaries – La mutazione da teen horror a film d’assedio, ma la novità dura poco, per poi precipitare nell’abisso della ripetitività.

Peli Parker tentano anche di citare Romero [soprattutto nel preambolo del finale], ma non si caricano degli importanti sottotesti del maestro, giacché di film senza trame e significati si parla.

Oren Peli è tornato… Assecondatelo anche stavolta, dategli ragione. Tanto non serve una storia per fare un buon horror.

Luca Ruocco

 

Regia: Brad Parker

Con: Jonathan Sadowski, Nathan Phillips, Jesse McCartney, Ingrid Bolsø Berdal, Olivia Durdley

Uscita in sala in Italia: mercoledì 20 giugno 2012

Sceneggiatura: Oren Peli, Carey Van Dyke, Shane Van Dyke

Produzione: 20th Century Fox, Giant Studios, Lightstorm Entertainment

Distribuzione: M2 Pictures

Durata: 90’

Anno: 2012

 

InGenere Cinema

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