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CHRONICLE di JoshTrank

chronicle1Andrew [Dane DeHaan] è un liceale molto introverso e con diversi problemi relazionali, dovuti ad una famiglia non proprio ideale. La madre, gravemente malata, è costretta a passare la vita bloccata nel letto, mentre il padre, del tutto impotente rispetto alla sofferenza della moglie, e dopo essere stato esonerato dal corpo dei Vigili del Fuoco a causa di un incidente, è sprofondato nella spirale dell’alcolismo.

Un po’ per contrastare i violenti assalti del padre, che in preda all’alcol non riesce a trattenersi dallo sfogare fisicamente la sua insoddisfazione sull’unico figlio, un po’ per concretizzare quella distanza incolmabile che da sempre lo separa dagli altri suoi coetanei, rendendolo sempre e comunque “sguardo esterno”, Andrew acquista una videocamera e inizia a filmare una sorta di video-diario.

Matt [Axel Russel], cugino di Andrew e suo unico amico, deciso ad aiutarlo ad uscire dal suo guscio, una sera lo trascina ad un rave. Andrew si presenta con l’immancabile videocamera, ormai diventata un’irrinunciabile estensione di sé, che, però, fa prendere al suo approccio alla mondanità svolte non proprio positive.

chronicle2Mentre il giovane introverso è intento a leccarsi le ferite, Andrew e Steve [Michael B. Jordan], il giovane e rampante giocatore di baseball candidato alle elezioni di rappresentante degli studenti del liceo, lo invitano a seguirlo per filmare la strana scoperta fatta all’interno di un fosso poco distante dall’edificio dove si svolgeva il rave.

Da quello che ha tutto l’aspetto di una sorta di marchingegno extraterrestre, scaturisce, all’improvviso una forte luce che, dopo aver investito i ragazzi, li fa crossare in terra privi di sensi.

Consumato questo primo step del lungometraggio d’esordio di Josh Trank, si entra nel vivo del film. I tre giovani, infatti, condivideranno da quel momento un segreto importante che cambierà il corso delle loro esistenze. La luce esplosa dal manufatto alieno li ha, infatti, trasformati: Andrew, Matt e Steve non sono più tre giovani studenti o, almeno, non sono più soltanto questo, perché l’incidente ha donato loro smisurati poteri di telecinesi, che i tre dovranno imparare ad utilizzare e, soprattutto, a dominare.

Chronicle: arriva nelle sale l’ennesimo found footage. Inutile, ormai, tentare di cronicizzare i titoli che dal The Blair Witch Projetc – Il mistero della strega di Blair, del 1999, hanno portato all’affermazione di quello che è ormai diventato un Genere cinematografico a sé stante, e che proprio con il fantastico ha trovato un molto favorevole accordo.

Quello che, forse, è più utile, è tentare di notificare quali sono i punti di innovazione che il Chronicle di Trank è riuscito a regalare ad un Genere così inflazionato.

Innanzitutto quel che prima arriva del film è il senso di freschezza, il tentativo di dare originalità ad uno dei modus operandi più alla moda del momento [soprattutto nell’ambito dell’indie e del low budget]: Chronicle è la rielaborazione dell’arte del mockumentary fatta da uno staff di giovani autori [lo sceneggiatore Max Landis, figlio del regista di Un lupo mannaro americano a Londra, 1981], e interpretata da un cast della stessa generazione.

Innovazione che i due autori trovano percorrendo la via dell’ibridazione [secondo punto a favore]: il found footage si unisce per certi versi al cinecomix: i tre giovani si ritrovano depositari di immensi poteri che li porteranno a diventare padroni della materia e dello spazio. Ma tra la possibilità di spostare e agire materialmente su oggetti ed esseri viventi con la sola forza del pensiero, e la possibilità di levitare e spiccare il volo, i tre protagonisti dovranno decidere come e quanto sia giusto utilizzare queste facoltà.

chronicle3Matt, Andrew e Steve non intraprendono la classica via del supereroe che si auto-elegge a protettore della comunità ma, almeno inizialmente, provano solo ad usare le nuove qualità per migliorare il loro status di vita. Due cose, però, Chronicle eredita dalle più classiche storie di superuomini, due verità che si racchiudono nei motti “supereroi con superproblemi” e “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”.

Il film di Trank racconta cosa potrebbe succedere se questi super venissero ereditati da giovani incapaci di raccogliere queste responsabilità, e lo fa utilizzando un linguaggio meta-cinematografico, amplificando l’ossessione per l’auto-documentazione e per il reality video che è propria delle nuove generazioni.

Anche a livello di utilizzazione della telecamera diegetica, Chronicle tenta di compiere un passo alternativo, decidendo di puntare anche su movimenti di macchina più armoniosi e studiati di quelli classici della macchina a mano, isterica o volutamente amatoriale, puntando sulla possibilità che hanno i tre giovani di muovere la stessa macchina da presa con i loro poteri medianici.

Nell’ultima parte del film, quella che ricorda più da vicino un altro found footage, il Cloverfield del 2008, si aprono le danze del più dissoluto e incontrollato sfogarsi di quei poteri troppo importanti per essere contenuti nei corpi di tre giovani teenager. Molto buona la prova di Simon Hansen, supervisore dei più che riusciti visual special effects.

Luca Ruocco

 

Regia: Josh Trank

Con: Dane DeHaan, Michael B. Jordan, Alex Russell

Uscita in sala in Italia: mercoledì 9 maggio 2012

Sceneggiatura: Max Landis

Produzione: Adam Schroeder Productions, Davis Entertainment

Distribuzione: 20th Century Fox

Anno: 2012

Durata: 83’

InGenere Cinema

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