Prendete l’ironica rielaborazione del Genere operata da James Gunn nello sci-fi sopra le righe Slither [2006], la parodia e la smitizzazione della figura del supereroe già presente nel Kick-Ass di Mattew Vaughn [2010] e irrorate tutto con un tripudio di exploitation “trash&gore” in puro stile Troma, e avrete minimamente intuito su che binari si muove quella meraviglia che è Super [2010].
Frank [Rainn Wilson] si ritiene un uomo mediocre: fin da giovane non ha mai provato lo stimolo di reagire alle tante umiliazioni che la famiglia e gli amici sembravano voler concentrare su di lui, così facendo si è rintanato nel suo guscio di inadeguatezza e asocialità. Un lavoro alienante [arrostisce hamburger in una tavola calda] per venire incontro alle esigenze quotidiane, ma la coscienza di aver avuto nella vita almeno due momenti felici: il primo fu il giorno del suo matrimonio con Sarah [Liv Tyler], cameriera nello stesso locale con problemi di tossicodipendenza; il secondo quando avvistando un rapinatore che fuggiva in un vicolo, ruppe il muro del suo silenzio indicando ad un poliziotto la direzione dell’uomo in fuga.
Ma se nella sua campana di vetro Frank ci sarebbe volentieri rimasto in eterno, così non sembra essere per sua moglie che, ricaduta nel tunnel della droga, di punto in bianco, diventa l’amante di uno grosso spacciatore [Kevin Bacon] e va via di casa.
In quel preciso istante Frank perde la sua piccola vita felice e inizia a prendersela con quel dio in cui crede ciecamente e che, se ci fosse stato, avrebbe di certo dovuto impedire la fuga di sua moglie.
Quello che Frank, però, non si aspetta è che il suo dio si degnerà di dargli una risposta, all’interno di una delirante visione in cui dei tentacoli apparsi dal nulla gli asporteranno la calotta cranica per permettere all’enorme indice divino di trasmettere un po’ della sue energia nel cervello dell’eletto.
Insomma, dio ha scelto Frank o per lo meno c’è una probabilità che questo sia successo; nessuna sicurezza perché già in passato l’uomo si era trovato a vivere dei bizzarre deliri mistici, ma poco importa, perché Frank si sente finalmente uno degli eletti, uno di coloro che lavorano per conto di dio per far rispettare le regole che son state dettate tanto tempo fa e che non devono cambiare, per nessun motivo.
Ispirato da un eroe dei fumetti davvero grottesco, il Santo Vendicatore, sorta di mascherato ninja del signore che propaganda in modo becero versetti sacri, e armato di una chiave da idraulico, Frank si trasformerà nella Saetta Purpurea e pattuglierà le strade della sua città per contrastare il male che giorno per giorno prende la forma di spacciatori, ladri, molestatori, ma anche quelle più melliflue di vandali e usurpatori disposti in fila davanti al cinema.
Super è per James Gunn la liberazione di un progetto creativo che covava da anni: nel 2003, tre anni prima dell’uscita di Slither, Gunn aveva già iniziato a lavorare sullo script, pensato prima per un cortometraggio e poi allargato, ma, non riuscendo a concretizzare il tutto decise di darsi ad altro. E che Super sia qualcosa su cui l’autore ha avuto modo di riflettere per bene, si nota non solo per la sceneggiatura costruita davvero in maniera superba, pur nella sua semplicità, ma soprattutto perché molto del suo mondo interiore ci si è riversato dentro: Gunn è cresciuto in una famiglia cattolica di origine irlandese, e questo si traduce nella divertentissima e tagliente ironia religiosa di cui è pregno il film, e lavora [prima come archivista, poi come sceneggiatore per Tromeo & Juliet] per la Troma Entertainment, e come già preannunciato nel cappello, in questo Super, come nel precedente Slither, di Troma c’è veramente tanto [molto de Il vendicatore tossico, 1984, oltre alla solita comparsata di Lloyd Kaufman].
Guardandolo al microscopio, Super [come racchiuso nel titolo] è un film sulle esasperazioni: esasperata è la condizione di vita di Frank [prima e dopo la fuga di sua moglie], quella di Sarah [dalla droga, da una vita coniugale che non la soddisfa, ancora dalla droga], molto più che esasperata è quella di Libby [Ellen Page] insoddisfatta commessa di un negozio di fumetti che diventerà Saettina, la folle assistente di Saetta Purpurea.
Il desiderio di giustizia di Frank e Libby è in realtà una reazione alle loro delusioni, al loro senso di frustrazione e inadeguatezza. Ogni colpo di chiave inglese che, pesante, colpisce i volti di rapinatori e delinquenti, è un reazione isterica, schizofrenica, a torti personali subiti in passato, che si camuffa come senso di giustizia divina. Ma allo stesso tempo è dimostrazione della possibile ribellione del signor nessuno Frank, che si auto-elegge vendicatore a nome di un dio che, probabilmente, è il suo stesso ego troppo spesso vessato dall’“altro”.
Mentre il tono passa dalla commedia più spassosa al trash, con decisi momenti splatter, Gunn non fa economia e sconti sui suoi stessi personaggi, dimostrandosi autore deciso e coraggioso.
Anche se la storia è sempre quella di un nessuno che tenta di trasformasi in un supereroe, qui si respira affannato, il sapore è acido e l’ironia fa male come i colpi inferti con la chiave da idraulico: davvero altra storia rispetto a Kick-Ass.
Luca Ruocco
Regia: James Gunn
Con: Rainn Wilson, Ellen Page, Liv Tyler, Kevin Bacon
Uscita in sala in Italia: venerdì 21 ottobre 2011
Scenggiatura: James Gunn
Produzione: Ambush Entertainment, This is That
Distribuzione: M2 Pictures
Anno: 2010
Durata: 96’