Home / Recensioni / In sala / DRIVE di Nicolas Winding Refn

DRIVE di Nicolas Winding Refn

DRIVE

Nicolas Winding Refn ritorna a dipingere ritratti di gente di malaffare, a mostrare il pericolo e la violenza che, nel sobborgo urbano, trovano facile tana all’interno di ristoranti, officine, ostelli e bar.

Malavita organizzata e piccoli delinquenti, tentacoli di un potere più violento e spaventoso, che usa per raggiungere i suoi scopi, ramificazioni utili ma sacrificabili che il giovane regista scandinavo aveva già più volte catturato con la sua macchina da presa,  fin dal suo lungometraggio di esordio, il Pusher del 1996, che diede il via alla trilogia omonima, e fece da rampa di lancio per la carriera di Refn.

E di passi il regista scandinavo, cresciuto a New York con l’incontenibile passione per il cinema italiano di Sergio Leone e Dario Argento [leggi qui l’intervista al regista], ne ha fatti davvero tanti, cominciando ad uscire dalla nicchia di estimatori che già dai Pusher avevano messo a fuoco la stoffa del purosangue, e iniziando ad invadere sfere più blasonate con Bronson [2008], spettacolare biopic del feroce criminale Michael Gordon Peterson, che alternava magnificamente scene realistiche ad altre grottesche e meta-teatrali, e con Valhalla Rising – Regno di sangue, una gotica e iper-feroce fotografia di un medioevo oscurato dalla guerre sante.

Proprio grazie a questa paziente scalata e ad una sana gavetta [come si diceva un tempo], Nicolas Winding Refn arriva a conquistare il premio come Miglior Regia al Festival di Cannes 2011 con il suo ultimo film, Drive [2011], tratto da un noir di James Sallis, una pellicola che colpisce non solo per la sua costruzione tecnica inappuntabile, quanto perché può rappresentare un’organica summa dei suoi titoli più conosciuti.

Si parte proprio da quei sobborghi malavitosi che avevano fatto da location ai tre capitoli dei Pusher, qui allargati alla notturna e più luminosa [ma non meno pericolosa delle piccole cittadine scandinave] Los Angeles; all’interno di questa città-selva, nella violenta fiaba ispirata dalla costruzione classica dei fratelli Grimm, Refn cala un protagonista silenzioso quanto circospetto [come il protagonista del precedente Valhalla Rising], non un vero e proprio eroe senza macchia, visto che Driver [Ryan Gosling] vende nottetempo la sua abilità al volante di auto veloci a rapinatori e malviventi, almeno fino a quando la sua strada non incrocia quella della bella da salvare: la vicina di casa Irene [Carey Mulligan].

DRIVE2

Driver, sinora uomo solitario, silenzioso e distaccato, cavaliere rintanato all’interno della sua auto-corazza, che per lui ha sempre rappresentato la vita stessa [meccanico di giorno, stuntman part-time e autista della mala di notte], sente per la prima volta il bisogno di un contatto umano, non meccanico. L’uomo-automa estensione della macchina da corsa inizia a provare emozioni, la sua corazza si apre e accoglie al suo interno la donna sola col suo piccolo figlio.

Il brusco inizio di Drive immerge immediatamente il pubblico all’interno della putrida società in cui Driver è ormai assuefatto a vivere: un accordo losco, una rapina e subito il primo dei tre inseguimenti d’auto [uno dei punti in comune con il cinema action anni ‘70]. Poi il ritmo rallenta, proprio per mettere a fuoco questo cambiamento di stato dell’uomo-macchina che incontra l’amore assoluto, e così, il suo autocontrollo meccanico, puntellato da scene girate al rallentatore, salta per sempre.

Ma i piani d’amore del cavaliere e della damigella non sono facili da mettere in pratica: la donna è già sposata, e il marito, uscito di carcere per buona condotta, ha un grosso debito con la mafia locale, e Driver vi si troverà invischiato.

Refn parla di “economia nei movimenti” portamento del personaggio interpretato da Gosling, di “economia di parole nel suo modo di esprimersi”, e questa stessa economia, questo lucido manierismo, si riflette nella perfetta orchestrazione delle scene d’azione e di violenza, che il regista eredita dalla sua passione per il cinema di Argento e Leone. Le scene dure ci sono, anche se non raggiungono punte d’eccesso, ma si marchiano a fuoco nella mente [vedi quella ambientata in ascensore, o la scena dell’annegamento].

Nel film si ritrovano echi dei ganster-movie di Scorsese, dei film di Walter Hill, ma l’ispirazione non diventa mai pedante citazionismo.

Con Drive, Refn si conferma come uno dei più interessanti giovani talenti del panorama cinematografico internazionale.

Luca Ruocco

 

Regia: Nicolas Winding Refn

Con: Ryan Gosling, Carey Mulligan, Bryan Cranston, Christina Hendricks

Uscita in sala in Italia: venerdì 30 settembre

Sceneggiatura: Hossein Amini

Produzione: David Lancaster, Gary Michael Walters, Jeffrey Stott, Marc Platt, Adam Siegel, John Palermo

Distribuzione: 01 Distribution

Anno: 2011

Durata: 104’

InGenere Cinema

x

Check Also

DYLAN DOG – SOGNI di Tiziano Sclavi e Giampiero Casertano, Corrado Roi e Giovanni Freghieri

Sergio Bonelli Editore ha da poco riportato in libreria e fumetteria una ...