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NIGHT SWIM di Bryace McGuire

Arriva in sala il 22 febbraio al cinema Night Swim, ispirato dall’omonimo cortometraggio sempre diretto da Bryce McGuire insieme a Rod Blackhurst, che non prende parte alla regia del film ma resta presente nei crediti.

Ray Waller [Wyatt Russel] è un ex giocatore di baseball costretto al ritiro per una malattia degenerativa. Insieme alla moglie Eve [Kerry Condon], alla figlia maggiore Izzy [Amélier Hoeferle] e al figlio Elliot [Gavin Warren], sono in cerca di una sistemazione stabile, che possa aiutarlo a riprendersi dalla sua infermità e a fermarsi dopo anni di trasferimenti dovuti alla sua carriera sportiva. Trovano una casa a buon prezzo che lo colpisce per la presenza di una piscina, essenziale per la sua terapia.

Proprio questa piscina prende fin dall’inizio uno spazio in primo piano nel film. Viene presentata nelle prime scene con movimenti di macchina che indugiano su riflessi dell’acqua e sulla distorsione che le rifrazioni danno, nascondendo il fondo della piscina. La prima vittima è Rebecca, la figlia dei vecchi proprietari della casa, attraverso la quale i nuovi arrivati iniziamo a conoscere l’aspetto mistico e spiritico che la piscina in cortile avrà da offrire ai futuri proprietari.

Un horror dallo schema classico di casa infestata, che trova originalità nel pericolo che la famiglia affronta. L’acqua come entità regala alla paura una forma primordiale, dal suo ruolo di generatrice di vita al suo essere indomabile, controlla la nostra esistenza. La gestione della tensione dato da acque calme è ben studiato, il suono gioca un ruolo fondamentale, accrescendo il senso di inquietudine, dall’ovattato silenzio – quando in la camera è immersa – al tonante suono – quando riemerge. Questo aiuta non poco nell’esecuzione dei jumpscares, costruiti a dovere sia quando sono prevedibili, sia quando riescono a creare le circostanze per essere inaspettati.

La regia delle scene in acqua e la gestione di questo elemento sono il punto forte del film. Le visioni che la piscina fa arrivare a chi ne subisce gli effetti sono inquietanti, presenti e assenti nello stesso momento, immergendo il pubblico nel dubbio che vivono i protagonisti, che per primi stentano a credere a quello che gli succede e cercano di ragionare razionalmente sugli sventurati eventi.

La fotografia ha il suo splendore nelle scene in acquatiche notturne dove trova il miglior modo di giocare e di raccontare.

La storia e la sceneggiatura, sempre in mano a Bryce McGuire, si sforzano quanto basta per restare a galla, affondando appena per quanto riguarda le spiegazioni dell’entità e le motivazioni di questa piscina infestata da acqua mistiche. Così per l’ultima scena, che sebbene sia suggestiva e ritualistica, arriva con poca profondità e troppa leggerezza.

Un film che parla di accettazione delle rinunce, della malattia e del lutto. L’acqua come origine e nascita, come luogo dove ritrovare sé stessi, ma anche come punto di arrivo. Night Swim contrappone questi elementi facendo crescere dapprima una potenziale soluzione per il protagonista, che grazie ai benefici della piscina ritrova il desiderio di tornare a giocare, ma quando questi benefici iniziano a imporre dei sacrifici le scelte si complicano. Una reale difficoltà raccontata attraverso l’elemento che affianca l’essere umano. Nonostante la leggerezza con la quale i personaggi vivono il concludersi del film, rimane evocativa l’immagine che lascia, un cerimoniale saluto alla piscina che riporta la situazione sulla terra ferma, seppellendo i mostri della paura, del lutto e della malattia.

Alex Fanelli

NIGHT SWIM

Regia: Bryce McGuire

Con: Wyatt Russel, Kerry Condon, Amélie Hoeferle, Gavin Warren

Uscita in sala in Italia: giovedì 22 febbraio 2024

Sceneggiatura: Bryce Mcguire

Produzione: Blumhouse Production, Atomic Monsters

Distribuzione: Universal Pictures

Anno: 2024

Durata: 98’

InGenere Cinema

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