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IL SOL DELL’AVVENIRE di Nanni Moretti

Che cos’è il morettismo? Impossibile non chiederselo a termine della proiezione de Il sol dell’avvenire, nuovo film di Nanni Moretti in uscita nelle nostre sale e in attesa di concorrere al prossimo Festival di Cannes. Come e perché questo modo personale di fare cinema sia diventato con il tempo un modo di intendere il mondo, la politica, la società, nonché uno spazio identitario nel quale collocarsi e riconoscersi. Identità, appunto. Forse, è questo il concetto sul quale soffermarsi che potrebbe aiutarci a rispondere al quesito di cui sopra.

Il sol dell’avvenire è principalmente una pellicola di Moretti per chi ama Moretti: c’è la retorica del film-nel-film, il PCI, la passione per i dolci, le mille nevrosi, le teorie radicali e appassionate, le canzoni, le idiosincrasie per le scarpe, le piscine e la mamma. Insomma, tutto il campionario identitario di un cineasta, ma anche il luogo di appartenenza per chi ci si riconosce. In una sola parola: morettismo.

Forse, il suo punto più alto, l’apice di una filosofia cinematografica, un cerchio aperto a metà degli anni settanta e chiuso solo adesso. Per affrontare il futuro sorridendo, consapevoli di chi si è e di cosa si è fatto, ma allo stesso tempo con la forte tentazione di mettere tutto in discussione con un “se”.

Giovanni è un regista sempre meno in sintonia con il mondo attorno a lui. Sta girando un film ambientato nel 1956 nel quale il segretario della sezione del PCI del quartiere romano del Quarticciolo deve comprendere come reagire all’invio dei carri armati sovietici a Budapest. La produttrice del film è Paola, moglie di Giovanni, che durante le riprese trova il coraggio di lasciarlo. Giovanni è sconvolto da questa decisione e con l’anima in subbuglio continua il suo lavoro intensificando i suoi progetti. Al film in lavorazione aggiunge l’adattamento de “Il nuotatore” di John Cheever e allo stesso tempo immagina di girare una pellicola che racconti la storia quarantennale di una coppia, con tante canzoni italiane a fare da sottofondo.

Il sol dell’avvenire è, dunque, un modo di guardare avanti riproponendo ciò che è stato: ciò che è stato il cinema di Moretti, la sua posizione politica [spesso in minoranza non solo nel Paese, ma anche nel partito di riferimento], la temeraria voglia di resistere a un cambiamento svilente e, soprattutto, la capacità di riunire un popolo che si riconosce e appartiene a quell’immaginario di cui Moretti è ambasciatore. Lo fa aderendo magnificamente alla forma di commedia alla quale il regista di Palombella rossa ci ha abituato nel corso degli anni. Utilizzando l’arte cinematografica mostrata nell’atto della sua messa in scena, quando tutto si sta concretizzando, ma al contempo potrebbe cambiare.

Proprio questa allegoria con il set concede a Il sol dell’avvenire il suo maggior pregio: mentre tutto appare stabilito, deciso, immodificabile, ebbene è proprio in quel momento che le cose possono modificare. La possibilità di stravolgere la storia che si sta girando evitandone l’epilogo drammatico che sembrava assolutamente necessario, dona al film di Moretti un finale poetico ed emozionante. Certificando appartenenza e identità, ma mostrando a tutti come la storia si può fare anche con i se.

Paolo Gaudio

IL SOL DELL’AVVENIRE

Regia: Nanni Moretti
Con: Nanni Moretti, Margherita Buy, Valentina Romani, Silvio Orlando, Barbora Bobulova, Flavio Furno, Mathieu Amalric
Uscita sala in Italia: giovedì 20 aprile 2023
Sceneggiatura: Francesca Marciano, Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella
Produzione: Sacher Film, Fandango con Rai Cinema, Le Pacte
Distribuzione: 01 distribution
Anno: 2023
Durata: 95′

InGenere Cinema

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