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IL RITORNO DI CASANOVA di Gabriele Salvatores

Che l’inesorabile scorrere del tempo sia materia succosamente cinematografica è cosa nota, ma con Il ritorno di Casanova Gabriele Salvatores vuole aggiungere un tassello alla narrazione sul tema raccontando una storia personale ispirata all’omonimo romanzo di Arthur Schnitzler.

Leo Bernardi [Toni Servillo], noto e acclamato regista, è in fase di montaggio del suo ultimo film, ispirato alla figura di Casanova, che esordirà al Festival di Venezia. Qualcosa, però, allontana la sua attenzione dall’ultimare quella pellicola, qualcosa di molto personale che l’ha obbligato a fare i conti con il passare del tempo – proprio come accade al protagonista del suo film.

Attraverso un elegante gioco meta-cinematografico, Salvatores racconta due storie parallele ma dall’identica tematica: un Casanova a colori, che non si capacita di essere ormai troppo anziano per piacere alle donne, e un Bernardi in bianco e nero, che mal sopporta il nuovo – partendo dai robot aspirapolvere, passando per i registi emergenti – e odia come la vecchiaia lo costringa a scegliere per sé.

Il ritorno di Casanova, a due anni di distanza da Comedians, è un film che parla di vecchiaia senza però essere vecchio, che riesce a portare avanti le due storie rendendole entrambe affascinanti, ognuna col proprio modo di essere raccontata. Il film-nel-film vede un bravissimo Fabrizio Bentivoglio nelle vesti di Casanova, che lotta contro sé stesso, contro il proprio corpo che si deforma col tempo, capace di disgraziate malefatte pur di soddisfare il suo bisogno di conquista, in un’escalation che conduce a un potentissimo finale. La storia di Bernardi, invece, lascia da parte il decadimento fisico per raccontare di una vecchiaia interiore, emotiva, creativa. Di quanto non sia affatto vero che i sessanta siano i nuovi trenta e di come, che ci piaccia o no, il nuovo vinca irrimediabilmente sul vecchio e arriva, prima o dopo, un tempo in cui è necessario accettare di farsi da parte [piccolissimo spoiler: geniale la trovata delle macchine che si ribellano a causa della troppa malinconia].

Il cast non lascia spazio a delusioni e la coppia Servillo/Balasso è talmente idiosincrasica da funzionare alla perfezione, scatenando più di una volta un piacevolissimo effetto comico di situazione.

Ottimo anche dal punto di vista tecnico: il montaggio di Julien Panzarasa scongiura la ridondanza dell’alternarsi del film e del film-nel-film, donando all’opera una composta organicità. Così come la fotografia di Italo Petriccione sa regalarci bellissime immagini sia nel bianco e nero, sia con le settecentesche luci naturali della storia di Casanova.

Gabriele Salvatores riesce in una “doppia regia” adeguata per entrambi i film, forse senza grandi pigli creativi, ma sempre dal giusto linguaggio; nonché in una sceneggiatura interessante, che scrive di nuovo insieme a Sara Mosetto, e in cui si sente forte la penna di Umberto Contarello.

Insomma, Il ritorno di Casanova è un film sicuramente riuscito, magari non perfetto, ma spesso sono proprio le opere imperfette a saper suscitare meglio un’emozione.

Irene Scialanca

IL RITORNO DI CASANOVA

Regia: Gabriele Salvatores

Con: Toni Servillo, Sara Serraiocco, Fabrizio Bentivoglio, Natalino Balasso, Alessandro Besentini, Bianca Panconi, Antonio Catania, Marco Bonadei, Angelo Di Genio, Sara Bertelà, Elio De Capitani

Uscita in sala in Italia: giovedì 30 marzo 2023

Sceneggiatura: Umberto Contarello, Sara Mosetti, Gabriele Salvatores

Produzione: Indiana Production con RAI Cinema, BA.BE Productions ed EDI Effetti Digitali Italiani

Distribuzione: 01 distribution

Anno: 2023

Durata: 95’

InGenere Cinema

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