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NERO. di Giancarlo Soldi

Giancarlo Soldi è stato il primo ad aver portato sullo schermo un testo di Tiziano Sclavi, nel 1992, con Nero. [NERO-PUNTO. Un punto che per lo scrittore aveva il dovere di dare un senso definitivo alla cupezza del titolo del romanzo, del film e ancor di più del destino dei suoi personaggi].

Negli extra del DVD di Ripley’s Home Video, Soldi racconta di essere entrato in contatto per la prima volta con Sclavi subito dopo aver letto il primo numero di Dylan Dog [parliamo di qualche anno prima, quindi: nel 1986], proprio per complimentarsi del lavoro fatto con l’indagatore dell’incubo. Da lì iniziò a svilupparsi un rapporto stretto di scambi creativi ed estrema fiducia; basti ricordare che proprio al regista di Nero. l’autore di Dylan Dog ha scelto di concedere alcune delle sue rarissime video-interviste – di certo tra le più profonde e intime realizzate – ricucite e raccolte nel 2014 all’interno del documentario/ritratto Nessuno siamo perfetti.

Ma torniamo a quei primi contatti fra i due: dopo poco tempo si comincia a parlare di una possibile collaborazione, di un film tratto dagli scritti di Sclavi. Il primo pensiero corre dritto verso una versione cinematografica di quel Dylan Dog che di lì in avanti sarebbe diventato un vero e proprio fenomeno culturale generazionale, toccando l’apice del suo successo proprio durante gli anni ’90. Al momento, però, i tempi per un film sull’oldboy non erano ancora maturi e, in verità, non lo sarebbero mai stati, perché a parte il bellissimo adattamento di Dellamorte Dellamore firmato da Michele Soavi nel 1994 e scambiato erroneamente da alcuni per la creatura più famosa di Sclavi, da Dylan Dog fu tratto solo un bruttissimo film americano nel 2011, che con il nostro personaggio dei fumetti ha davvero poco a che fare. I due, però non si diedero per vinti e individuarono proprio nel cupo romanzo Nero. il materiale narrativo da rilavorare e trasformare in un film.

Il racconto inziale, tra l’altro, aveva un altro titolo: Giallo. In quella sua prima versione non vide mai la luce [neanche in forma di libro], ma Nero. è proprio un giallo e racchiude al suo interno [come tutti i lavori del suo autore] gli elementi fondanti della scrittura di Tiziano Sclavi, nonché molte delle sue ossessioni personali. In Nero. [libro e film] ci sono l’assoluto smarrimento del concetto stesso di identità, che diventa qualcosa di estremamente fluido, sgusciante, che passa di personaggio in personaggio, arrivando a disumanizzare i protagonisti. C’è un humour nero di fondo che permea ogni scena, ogni battuta; il citazionismo post-moderno che è cifra autoriale dell’autore di Broni; le fobie di essere sempre controllato e perseguitato da improbabili ma pericolosi teppisti travestiti da semplici passanti o da anziani inquilini del proprio palazzo.

Nel film di Soldi, co-firmato in sceneggiatura dallo stesso autore del romanzo di partenza, ci arrivano altri piccoli ma importanti bagagli che regista e scrittore condividono: dalla musica malinconica e tagliente di Francesco Guccini all’amore per i fumetti [Hugo Pratt interpreta nel film il personaggio del Commissario Straniero].

In una sorta di osmosi, il mondo a cui inizialmente i due avevano guardato, quello di Dylan Dog, arriva a manifestarsi anche all’interno di Nero.: fanno la comparsa le macabre filastrocche sclaviane, ci sono scene crude, perché – come anticipavamo – si tratta di un giallo/thriller che, come insegna la scuola italiana del Genere, non lesina in orchestrazioni di omicidi. Assassini che, sia chiaro, calati nell’atmosfera alla L’inquilino del terzo piano [anche questo punto ritornante delle ossessioni creative sclaviane], si mostrano crudi ma assurdi e sopra le righe.

Soldi li mette in scena, e racconta il suo film, attraverso trovate visive e autoriali non scontante, coadiuvato da un cast davvero da fare invidia: un giovane Sergio Castellitto che si fa carico delle ossessioni e delle paure dell’autore della storia e rimbalza smarrito da una situazione assurda a una drammatica a una cupa; Chiara Caselli, che è tenera e sensuale, decisa e smarrita, in definitiva volutamente mai a fuoco, come spesso le donne create da Sclavi. E poi Carlo Colnaghi, Luis Molteni e, come dicevamo, Pratt.

E poi c’è Zardo, un personaggio che diventa maledizione, morbo metamorfico, doppelganger, ricatto e arma, oltre che la mano che continua a fuoriuscire da una valigia, in una gag che trasforma la scena di un suicidio in una macabra gag.

Negli extra del DVD della RHV il trailer originale, una galleria fotografica e lo speciale Più nero che giallo [di 28’], in cui attraverso interviste a Sclavi, Soldi, Castellitto, Caselli e Bigazzi, vengono raccontate la genesi e la lavorazione del film. In più un libretto fotografico.

Luca Ruocco

NERO.

Voto film: 

Voto DVD: 

Regia: Giancarlo Soldi

Con: Sergio Castellitto, Chiara Caselli, Carlo Colnaghi, Luis Molteni, Hugo Pratt

Formato: 16/9 – 1.85:1

Audio: Italiano Stereo

Extra: Trailer originale; “Più giallo che nero” di Giancarlo Soldi; Galleria fotografica

Distribuzione: Ripley’s Home Video [www.rhv.it]

InGenere Cinema

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