Una band composta da sole ragazze crea scompiglio in un locale dove stanno suonando, arrivando alle mani con alcuni degli avventori del pub; scendendo dal palco i loro guai non sono finiti perché i ragazzi che le hanno aggredite tornano alla carica ma decidono di desistere quando notano che un loro fan si avvicina entusiasta e inizia a chiacchierare con loro. Sarà lo stesso che, successivamente, tenterà di speronarle in strada, mentre le quattro tenteranno di raggiungere la tappa successiva del loro tour. Finite fuori strada le ragazze trovano in strada una trappola che, di fatto, ha bucato loro le ruote del furgone; ma ecco che – senza aver chiamato nessuno – un poliziotto e un carro attrezzi arrivano in loro aiuto.
Non tutto ciò che è oro luccica, però, e le quattro saranno prima sedate e poi mutilate – sostituendo ad uno degli arti un’arma mortale. Tutto questo per assecondare la volontà di un sadico imperatore di una discarica arrangiata ad arena, dove ognuna di loro dovrà battersi per l’intrattenimento degli adepti dell’imperatore e per la propria vita.
Queste le premesse di Spare Parts di Andrew Thomas Hunt e distribuito da Blue Swan; siamo evidentemente davanti ad una pellicola che punta in tutto e per tutto ad intrattenere e, allo stesso tempo, disgustare il pubblico con sequenze dal forte impatto visivo. Se sulla carta, però, è tutto piuttosto interessante, all’atto pratico il film manca di moltissime cose, compreso l’effetto sorpresa.
Quando si ha a che fare con questo genere – nonostante buona parte del pubblico abbia senz’altro letto la trama – sarebbe bene caricare lo spettatore non dandogli subito l’informazione che cerca, provando a costruire la trama in modo che sia poco evidente sin da subito dove si vuole andare a parare. E, invece, ecco che il film apre – ancor prima che sulle ragazze intente a distruggere il locale – proprio sulla discarica dove, una ragazza dallo strano incedere, spinge una carriola che nel giro di pochissimi frame sarà riempita da mani amputate. Se da una parte informa sin da subito sulle intenzioni del film stesso e cerca già di catturare l’attenzione del proprio pubblico, dall’altra parte si scioglie immediatamente la tensione, rendendo sin da subito anticlimatica la composizione della storia.
Allo stesso modo, infatti, non si è stupiti del primo colpo di scena, che porterà le ragazze ad essere sedate e mutilate, proprio perché ormai lo spettatore conta i minuti che lo separano da quella scena – né renderà efficace il secondo colpo di scena importante né la fine del film.
Quasi ogni scelta presa da quel momento in poi, dunque, non sarà di alcun impatto emotivo per il pubblico, che quindi si metterà comodo e aspirerà solo a godersi gli scontri tra le ragazze e i loro sfidanti. Ma se è proprio quello che potrebbe interessarvi, siamo spiacenti di dirvi che purtroppo Spare Parts non riesce ad essere efficace neanche in questo; mentre nelle sequenze di dialogo tra tutti i protagonisti, la regia mantiene uno standard sufficiente – benché prevalentemente trasparente – e la fotografia non punta in alcuna direzione specifica, in quelle di lotta tutto si accelera e si tinge di improbabili colori che rendono difficile la lettura stessa dell’immagine. A volte si fa fatica perfino a distinguere le gladiatrici tra loro e a decifrare l’azione commessa dai partecipanti allo scontro. Un vero peccato se si considera che – proprio avendo deciso di spostare l’attenzione dal cosa al come – lo spettatore meriterebbe di essere allettato almeno con delle scene particolarmente cruente ma senz’altro facili da leggere.
Ben poco si può dire sul resto; le rispettive interpreti femminili fanno il loro senza lode e senza infamia, mentre la recitazione di tutti gli altri loro comprimari tende ad essere a volte troppo enfatizzata a causa del ruolo da loro ricoperto all’interno dell’arena-discarica; un attitude che ha i suoi pro e i suoi contro – perché può apparire come grottesca – ma se non altro giustificata dalla sceneggiatura stessa del film [scritta da David Murdoch e Svet Rouskov].
Spare Parts purtroppo è solo un’occasione mancata; mentre sulla carta tutto sembra funzionare al fine d’intrattenere lo spettatore, all’atto pratico – come abbiamo visto – c’è ben poco che catturi davvero l’attenzione e finisce con l’essere un prodotto bizzarro, poco riuscito e che più che catturare l’attenzione del pubblico, tende a sfinirlo con delle scelte estetiche discutibili e con una trama che non ha spunti di riflessione davvero interessanti.
Claudia Anania
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SPARE PARTS
Voto film:
Voto DVD:
Regia: Andrew Thomas Hunt
Con: Michelle Argyris, Emily Alatalo, Kiriana Stanton, Chelsea Muirhead, Julian Richings
Formato: 2.39:1 colore
Audio: Italiano 5.1, Originale 5.1
Extra: /
Distribuzione: Eagle Pictures, Blue Swan Entertainment