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MY LITTLE SISTER di Maurizio e Roberto Del Piccolo

my-little-sister1I cugini Roberto e Maurizio Del Piccolo, due fra i registi indie italiani più “all’americana”, dopo The Hounds ed Evil Souls, tornano dietro la macchina da presa con un nuovo e crudelissimo horror, My little sister [2016]. Specializzati in co-produzioni con l’Inghilterra, i due registi girano sempre con un tocco squisitamente internazionale, con il merito di andare oltre lo stile “provinciale” che purtroppo inficia spesso molti film indipendenti italiani: una mano differente che si nota nella narrazione e nell’estetica [innanzitutto nella fotografia molto cinematografica], e che trova la sua naturale diffusione nei mercati esteri, per i quali sono appositamente pensate le loro opere. Dopo il survival-movie psichedelico The hounds e il demoniaco Evil Souls, con My little sister i Del Piccolo realizzano una nuova fusione di Generi, omaggi e richiami agli horror d’Oltreoceano: al di là del filone in cui si colloca ciascun film, tratti inconfondibili sono l’estetizzazione della crudeltà e una sceneggiatura mai banale, ricca di retroscena e relazioni fra i personaggi che si disvelano man mano.

Scritto da Roberto Del Piccolo – autore di tutti gli script dei suoi film – My little sister è incentrato su due fratelli pazzi che vivono in una casa isolata e nel bosco circostante: un feroce assassino con la maschera di pelle e la sorella che si aggira in stato catatonico, dietro ai quali si nasconde un terrificante segreto sepolto nel passato. Gli omicidi sono proseguiti da anni, dando vita alla leggenda di “Little Sister”, lo psicopatico armato di ascia che miete vittime nei boschi. A farne le spese sono una coppia di campeggiatori: dopo che i loro amici sono stati trucidati nella sala delle torture, Sheila [Holli Dillon] e Tom [Mattia Rosellini], incuranti degli avvisi del boscaiolo Ben [David White], proseguono il loro viaggio fino a quando incontrano davvero il mostro e iniziano una terribile lotta per sopravvivere.

my-little-sister2Se Evil Souls spaventava per la dimensione diabolica e apocalittica, qui l’orrore è tutto immanente, strettamente ancorato alla realtà, che diventa più spaventosa di un incubo. I modelli a cui i Del Piccolo guardano sono sicuramente Non aprite quella porta [esplicito il riferimento nella figura dell’assassino che strappa la faccia alle proprie vittime per poi indossarla], Psycho [il cadavere mummificato conservato in casa come un feticcio vivente] e filoni dell’horror già sperimentati in The Hounds quali il torture-porn, lo slasher e il survival-movie. La famiglia malata e perversa, composta da psicopatici assassini, è diventato un topos a partire dal classico di Tobe Hooper [ma già in precedenza ne troviamo traccia, per esempio nel cult Spider Baby di Jack Hill], fino alle rivisitazioni contemporanee di Rob Zombie: la regia vuole riproporre, e ci riesce egregiamente, quell’atmosfera deviata e marcia tipica degli horror anni Settanta, che ci fa quasi “sentire” la puzza della carne e del sangue – notevoli in proposito le scenografie e la fotografia old-style di Tommaso Borgstrom.

my-little-sister3La vera protagonista di My little sister è la follia umana nelle sue varie forme: se la lotta per la sopravvivenza dei due protagonisti ha un alto coefficiente ansiogeno, ancora più inquietante è la rappresentazione dei due assassini – “Little Sister”, cioè il Leatherface della situazione, la sorella [terrificante il suo sguardo perso nel vuoto e in chissà quali abissi di follia] e la misteriosa figura seduta in poltrona a guardare la televisione. Parallelamente al Genere slasher, portato avanti grazie al montaggio serrato di Maurizio Del Piccolo in una serie di sequenze che richiamano il classico Venerdì 13 [dal campeggio nel bosco alla casa fatiscente], l’interesse – forse primario – della storia consiste nel porre lo spettatore di fronte a una vicenda spaventosa di cui all’inizio non si capiscono bene le dinamiche, svelate pian piano durante il film attraverso alcuni filmini in Super8 in stile Sinister. my-little-sister4La regia sfoggia i suoi inconfondibili toni violenti senza mai scadere nel gratuito: prima pensa a costruire una solida storia, poi man mano che questa si dipana, ecco di tanto in tanto comparire sequenze scioccanti, soprattutto quelle ambientate nella lurida sala delle torture piena di diabolici strumenti [ottime le scenografie e l’oggettistica]. Le scene gore e splatter, tutte realizzate con ottimi FX artigianali, non sono poi numerosissime, ma quelle che vediamo rimangono impresse: oltre al mostruoso assassino e al cadavere mummificato, una scena cult del film è il terribile scorticamento in primo piano della faccia di una delle vittime, poi collocata insieme a una collezione di volti – questa è la peculiarità del serial killer, con una motivazione ben precisa nella sua follia che scopriremo grazie ai suddetti filmati. Di buon effetto anche le musiche d’atmosfera, funzionali ad aumentare l’inquietudine e la tensione che si respirano per tutti i 76 minuti.

Davide Comotti

MY LITTLE SISTER

3 Teschi

Regia: Roberto Del Piccolo, Maurizio Del Piccolo

Con: Holli Dillon, Mattia Rosellini, David White, Antonio Pauletta, Saverio Percudani, Sofia Pauly, Lucia Castellano, Astrid Di Bon, Alberto Corba

Uscita in sala in Italia: /

Sceneggiatura: Roberto Del Piccolo

Produzione: Moviedel Italia Productions

Distribuzione: /

Anno: 2016

Durata: 76’

 

InGenere Cinema

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