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ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO di Fabrizio Fogliato

Italia ultimo atto 1È da poco disponibile per Edizioni Il Foglio, Italia: Ultimo atto – L’altro cinema italiano, volume I, di Fabrizio Fogliato, curatore di festival e rassegne cinematografiche in Lombardia, e collaboratore di una rivista cinematografica tra le più fortunate in Italia: Nocturno.

Il titolo di questo primo volume richiama volutamente al film omonimo di Massimo Pirri, documentarista, regista dei nostalgici caroselli e regista di film d’avanguardia, questi ultimi diretti durante gli “anni di piombo”. E proprio il terrorismo, gli attentati, le lotte politiche e la trasgressione che si respiravano tra la fine degli anni ’60 e gli anni ’70, sono alla base del poliziottesco Italia: ultimo atto? [che vede protagonista Luc Merenda], il secondo film del regista dopo Cálamo, 1975, titolo preso di mira dalla critica, che racconta un rapporto incestuoso tra un fratello e una sorella, e del successivo rifugio del ragazzo nella droga.

Lo scontro tra generazioni, ma soprattutto l’incomunicabilità che ne sta alla base, sono al centro dei film di Pirri, nei quali il sesso, la violenza, la morbosità,  la lotta alla libertà, la voglia di trasgredire le regole e di provare a ribaltarle, sono centrali, e non sempre si tratta di regole giuste, ma di sistemi nei quali la corruzione è il pilastro portante, e solo i più astuti e i più feroci riescono ad ergersi a capi.

Italia ultimo atto foto 2 Fogliato mostra una certa venerazione nei confronti del regista laziale [la copertina del libro si ispira proprio alla locandina del film Italia: ultimo atto?]come si evince anche nell’intervista, riportata integralmente, nella quale Pirri parla della sua carriera e descrive quegli anni in cui l’Italia era al centro della cronaca internazionale a causa degli attentati, della criminalità e della mafia. Ed è a Pirri che è dedicata l’ultima parte del volume, che si conclude con un’analisi della sua intera, seppur breve, filmografia.

Il corposo volume, preceduto da una prefazione di Davide Pulici, saggista e cofondatore di Nocturno, parte da uno studio minuzioso dell’Italia cinematografica degli anni ’20, vista a partire da quella massiccia propaganda fascista perpetrata primariamente a partire dai mezzi di comunicazione di massa: il cinema, la radio, il teatro e la stampa. L’afflusso al cinema e al teatro, che indubbiamente subì un arresto in seguito al primo conflitto mondiale, mostrava come gli italiani fossero amanti dell’intrattenimento, ma palesava comunque il forte divario tra nord e sud: infatti, mentre al nord il cinema raggiungeva percentuali di partecipazioni più elevate, al sud l’affluenza era più bassa, e questo forte divario era da colmare abbattendo l’analfabetizzazione attraverso l’uso dei messi di comunicazione.

A svolgere una vera e propria opera di propaganda fascista era l’Istituto Luce [Unione Cinematografica Educativa], attraverso la proiezione di documentari e i cinegiornali di propaganda, inseriti tra un lungometraggio e un altro. Fogliato descrive questo periodo storico arrivando a posare l’attenzione sul regista italiano più famoso del primo Novecento: Alessandro Blasetti, che possiamo senz’altro definire come l’autore simbolo della rinascita cinematografica italiana nel primo dopoguerra. Come non citare Sole, 1928, o Resurrectio, 1930, o 1860, 1933 [che, a proposito di propaganda, era interamente dedicato alla spedizione garibaldina in Sicilia, la cui storia era gestita in modo trionfale, con migliaia e migliaia di comparse, e in cui, alla storicità della vicenda, si aggiungeva anche una storia d’amore drammatica tra due protagonisti, Carmelo e Rosa], da cui sarà tratto il primo spettacolo teatrale di massa, 18 BL.

Sole foto 2Si tratta di film che, già dal titolo, esprimono proprio quell’idea di rinascita, rinnovamento, ricchezza e prosperità che il duce andava illustrando per tutta l’Italia. Il cinema, quindi, era e doveva essere pura espressione dei dogmi fascisti, pena la censura, che aveva ucciso letteralmente il teatro e il cinema in favore di una produzione certamente mediocre e priva di originalità. Blasetti è stato uno straordinario regista, capace di innovare la settima arte, tanto da essere ancora oggi considerato il precursore del cinema neorealista [sperimentando sia strutturalmente che tecnicamente] e il propiziatore dei mondo movies con Europa di notte, 1959.

Fogliato guarda al cinema partendo dalle vicende storiche e politiche dei periodi in questione, che hanno certamente influenzato il cinema, a partire dalle tematiche scelte: pensiamo alle migrazioni dei meridionali verso il nord Italia, raccontato in Rocco e i suoi fratelli, di Luchino Visconti, in particolare al tema della famiglia e della sua disgregazione, complice la passione di due dei cinque fratelli per una donna. Anche il tema del divorzio, introdotto nella costituzione italiana il 1 dicembre 1970, era al centro di alcuni film, pensiamo alla commedia romantica Dopo divorzieremo, risalente al 1940, di Nunzio Malasomma, che, come altre commedie, aveva il compito di provare a distrarre gli italiani dal pensiero della guerra e di propri cari partiti per il fronte.

Dagli anni ’20 al boom economico, dalle rivoluzioni anni ’60 ai poliziotteschi [come Banditi a Milano di Carlo Lizzani Milano rovente di Umberto Lenzi e Italia a mano armata di Franco Martinelli] ai primi anni ’80 con Massimo Pirri, è questo il periodo cinematografico preso in esame da Fogliato, che in Ultimo atto – L’altro cinema italiano, intervista alcuni rappresentanti del cinema nostrano: da Gian Vittorio Baldi a Raffaele Andreassi, da Andrea Frezza a Morando Morandini, sceneggiatore di Italia: ultimo atto con Federico Tofi, ex dirigente Rai.

Peccato che nel volume manchino delle illustrazioni, ad intervallare i vari capitoli.

Gilda Signoretti

ITALIA: ULTIMO ATTO – L’ALTRO CINEMA ITALIANO

3 Teschi

Autore: Fabrizio Fogliato

Editore: Edizioni Il Foglio [www.ilfoglioletterario.it]

Pagine: 467

Illustrazioni/Foto: No

Costo: 20,00

Gilda Signoretti

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