Il giovane mezzosangue Kai [Keanu Reeves], dopo essersi perso nella foresta, malnutrito e sotto shock, viene accolto da un gruppo di samurai e dal feudatario Asano [Tanaka Min].
Nonostante rimanga sempre un reietto, il nuovo arrivato cresce imparando le tecniche samurai, venendo al tempo stesso disprezzato e temuto dai suoi concittadini,. Kai è ora un uomo, e aspetta solo l’occasione propizia per meritare la fiducia di chi da sempre lo ha allontanato, pur sapendo che non potrà mai assurgere ad amare la donna di cui da sempre è innamorato, e da cui è ricambiato, Mika [Kõ Shibasaki], figlia di Asano, per motivi inerenti la troppo grande differenza di caste sociali.
Intanto Lord Kira [Tagawa Cary-Hiroyuki], incarica la sua concubina strega [Rinko Kikuchi], durante una cerimonia pubblica, di compiere un maleficio su Asano, suo rivale, che, sotto l’effetto del potere magico, proverà ad ucciderlo convinto di averlo visto violentare sua figlia.
Proprio per essere stato scoperto durante il tentato omicidio del nobiluomo, come le regole impongono, Asano dovrà togliersi la vita, e, come se non bastasse, Mika verrà promessa sposa al traditore.
I samurai gridano vendetta contro Kira ma, allontanati dalla città, dovranno aspettare pazienti il ritorno del loro leader e dello stesso Kai, gli unici ad avere la forza fisica e spirituale per guidare in un’impresa suicida un piccolo esercito fatto di 47 ronin!
L’ambientazione di un Giappone feudale offre l’opportunità al regista Carl Rinsch di fare delle incursioni nel mondo della magia nipponica e creare, dunque, delle parentesi fantastiche durante le quali creature mostruose o fatate, condividono la realtà assieme agli uomini e alle donne raccontate in questa storia che trai spunto da una storia vera.
La strega concubina, forse il personaggio più interessante di una storia fin troppo statica, può mutare forma a suo piacimento, trasformandosi in vellutati tessuti volanti o nebbia, o diventando una volpe bianca dagli occhi bicolore [unico particolare che si rivede in ogni suo mutare], e dal viso troppo espressivo.
E come se la stregoneria non bastasse a rendere proprio quello dell’effettistica il punto forte del film, 47 ronin si presenta proprio con un’animata caccia ad una bestia enorme e mostruosa, mossa da Asano e dai suoi, punto nodale che inquadra la crescita fisica e comportamentale di Kai, divenuto uomo e, forse proprio per questo, ancora meno accettato da una comunità fin troppo chiusa al diverso.
47 Ronin, però, non è propriamente un film fantasy Rinsch, infatti mira ad un legame anche storico, oltre che mitologico, con la Terra che fa da location al suo film, e con un tipo di filmografia fatti di combattimenti di gruppo perfettamente coreografati che raramente ha dato prova di avere un reale interesse alla storia raccontata.
Ciò che convince di meno di 47 ronin è il ritmo estremamente lento e l’eccessivo indugiare su sguardi e lunghe attese spezza la linearità d’insieme del film per dare spazio ad un’apatia che travolge il tutto, mutilandolo di una parte che lo avrebbe forse salvato [quella relativa proprio al fantastico giapponese].
La stessa regia, come il protagonista principale, si dimostrano in fin dei conti monotoni e privi del guizzo necessario per tenere attivi e ricettivi gli spettatori davanti allo schermo.
Delude e annoia.
Luca Ruocco
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47 RONIN
Regia: Carl Runsch
Con: Keanu Reeves, Tanaka Min, Kõ Shibasaki, Rinko Kikuchi
Uscita in sala in Italia: giovedì 13 marzo 2014
Sceneggiatura: Chris Morgan, Hossein Amini
Distribuzione: Universal Pictures
Produzione: H2F Entertainment, Mid Atlantic Film, Moving Pictures Company, Stuber Productions
Anno: 2014
Durata: 118’