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DYLAN DOG: LA MORTE PUTTANA di Denis Frison

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Se come noi siete rimasti scottati dal Dylan Dog – Il film [2010] dell’incompetente Kevin Munroe; se anche voi avete chiesto a gran voce lo scalpo dell’imbambolato Brandon Routh, che usurpava nome e cognome [solo quelli!] al nostro “eroe” dei fumetti preferito; se anche voi continuate a domandarvi perché Tiziano Sclavi e compagnia bella della Sergio Bonelli Editore, dopo aver venduto i diritti agli americani, hanno finto la più completa ignoranza dei fatti, arrivando a non fare neanche un accenno riguardo l’uscita del film in sala… un fan film potrebbe, finalmente, arrivare a far giustizia.

Lo seguiamo sin dalla messa in cantiere, e ne abbiamo già parlato più volte, sul nostro portale [qui, ad esempio]. Ora, dopo aver avuto il piacere di vederlo, possiamo analizzarne pregi e difetti.

Sciogliamo subito i dubbi dei fan [a cui il film è palesemente dedicato]: Denis Frison [del film regista, sceneggiatore, attore protagonista, produttore, curatore della colonna sonora, effettista speciale…] ha pensato di accontentare a più livelli i seguaci dell’indagatore dell’incubo, disseminando il film di citazioni e strizzate d’occhio riconoscibili e meno, a seconda della profondità della conoscenza dello spettatore con il mondo del personaggio creato da Tiziano Sclavi.

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Subito dopo un rapido “riassunto delle puntate precedenti”, avvolge i fan [e cala i pochi ignari] nel vero mondo dell’indagatore londinese, richiamando, all’interno della classica scena in cui Dylan Dog riflette sulle sue indagini [da poco concluse] davanti al suo diario, vari momenti fondamentali della “vita vera” del personaggio dei fumetti.

Scritto da Denis Frison, insieme a Walter Brocca [che nel film interpreta il ruolo di Groucho] e Cristian Marcaggi[la Morte], Dylan Dog – La morte puttana [2012] è incentrato sul ritorno nella città di Venezia dell’indagatore londinese [ritorno, perché nelle pagine dei fumetti Dylan era già sbarcato nella Serenissima nell’episodio numero 126, La morte rossa], per seguire il caso delle sorelle Lisa e Marika Valesi [Klivia Di Pompeo e Alexandra Foffano]. Dopo la scomparsa di Marika, Lisa vola sino a Londra, per assumere Dylan Dog: la sorella aveva, infatti, avuto una serie di incubi [girati da Frison in un virato molto vicino al bianco e nero], in cui una donna veniva ricorsa e minacciata da una serie di morti viventi [i richiami anche qui abbondano e non si risparmia neanche sul versante dell’ironia grottesca].

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Durante il suo ennesimo viaggio nell’incubo, Dylan sarà assistito dai compagni di sempre [ebbene sì, nel fan film ci sono tutti, fisicamente o solamente nominati], Groucho, l’ispettore Bloch [Paolo Lazzaro, guardare le scene girate dal vivo nella capitale UK, con Dylan e l’ispettore che si aggirano per le vie londinesi, nei pressi del Tamigi o al di fuori dell’edificio di New Scotland Yard, son di per sé impagabili] e la sensitiva madame Trelkowski [Annalisa Foffano].

Ovvio che in un film sperimentale e low budget, senza fini di lucro, come Dylan Dog – La morte puttana, si possono riscontrare difetti sia a livello audio che, in alcuni momenti, fotografico, oltre che rilevare la presenza di attori non professionisti non proprio “nel ruolo”, ma nel contesto di un fan film queste sono cose più che accettabili. La cosa che sorprende, in positivo, è che La morte puttana si mantiene su un livello di riuscita di molto superiore al livello “amatoriale”, e che riesce a tenere l’attenzione dello spettatore per la durata “impegnativa”, di circa 130 minuti.

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Credibili, soprattutto, i protagonisti: il Dylan-Frison, anche se esteticamente un po’ troppo giovane, è stato paragonato da molti [a ragione] al modello dell’indagatore firmato da Nicola Mari; il Groucho-Brocca, con sopracciglia e baffi finti [come raccontato tra le pagine del fumetto]; il Bloch-Lazzaro, nonostante il palese “mascherone” posticcio.

Effetto “mascherone” che ritorna nel personaggio macabro della Morte, che comunque riesce a riprendere veridicità in molti momenti filmici, come nell’importante scena della partita a scacchi tra la Mietitrice e l’indagatore dell’incubo.

Tanti, poi, i momenti forti di La morte puttana: dagli incubi in cui lo stesso Dog finisce, trovandosi a scavare nel terreno del camposanto, sotto una pioggia scrosciante. Frison e i suoi sanno maneggiare con disinvoltura la materia del fan film, e spesso piegano a loro favore anche errori tecnici e facilonerie come una telecamera riflessa in uno specchio, denunciata allo spettatore dallo stesso Groucho con un: “Ehy, si vede la telecamera nello specchio!”.

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Di momenti di umorismo grottesco, tipico delle storie sclaviane, se ne assaggiano diversi momenti, e tra questi e le ballate macabre dedicate alla Morte, sembra proprio di trovarsi all’interno di una vera storia dell’indagatore dell’incubo, di cui Frison non tralascia nemmeno di proporre una lunga trance erotica, tra Dylan e la sua cliente, avvolta in un virato blu.

Dylan Dog – La morte puttana convince, e regala ai fan il film che da anni era paventato, prima dell’avvento della Bestia made in USA. La festa da fan film esplode in una serie di scene “finale-nel-finale”.

Luca Ruocco

 

Regia: Denis Frison

Con: Denis Frison, Walter Brocca, Paolo Lazzaro, Klivia Di Pompeo

Sceneggiatura: Denis Frison, Walter Brocca, Cristian Marcaggi

Produzione: Denis Frison

Distribuzione: Denis Frison

Anno: 2012

Durata: 130’

Trailer:

 

Foto dal film:

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